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Dental Tribune Italian Edition

20 Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2015 Tel. 045 6020924 - email: info@deorematerials.com web: www.deorematerials.com Teknoscienza I derivati dei batteri parodontali potrebbero riattivare l’HIV latente La perdita dei denti potrebbe rallentare le funzioni del corpo e della mente Cleveland - USA: Alcuni ricerca- tori della Case Western Reserve University (USA) hanno scoperto che i derivati dei batteri coinvolti nella malattia parodontale sono in grado di riattivare l’HIV nelle cellule T dormienti, permettendo così al virus di replicarsi. La sco- perta potrebbe spiegare perché i pazienti HIV con gravi problemi parodontali hanno alti livelli re- siduali di virus nella saliva e nel plasma, facendo pertanto intrav- vedere ai pazienti con HIV benefi- ci significativi derivanti da un’a- deguata terapia parodontale. La ricerca recentemente pubbli- cata sulla rivista Virology journal esamina gli acidi grassi a cate- na metabolica corta derivanti in particolare dagli agenti patogeni parodontali. È stato osservato che cinque sottoprodotti degli acidi grassi a catena corta originati da due batteri orali prevalenti, cioè Porphyromonas gingivalis e Fuso- bacterium nucleatum, sono coin- volti nell’attivazione di cellule T responsabili dell’HIV-1 latente. Secondo Fengchun Ye, professo- re assistente presso la School of Dental Medicine della Case We- stern Reserve University, tutti gli esseri umani hanno un serbatoio di cellule T dormienti che si atti- vano in risposta a infiammazioni per scongiurare l’infezione nel corpo. Tuttavia, a differenza delle persone sane, queste cellule pos- sono trasportare il virus latente di HIV-1 in pazienti con HIV. I sot- toprodotti batterici, poi, agiscono come un cavo jumper di collega- mento a una batteria morta, spie- ga Fengchun Ye. I risultati contribuiscono a una miglior comprensione generale del microbioma poco studiato nell’HIV e sostengono quindi con maggior forza l’idea che il trat- tamento precoce delle infezioni batteriche sia molto importan- te nei pazienti odontoiatrici con HIV. Lo studio, intitolato “Short Chain Fatty Acids Potently Induce La- tent HIV-1 in T-cells by Activating P-TEFb and Multiple Histone Mo- difications”, è stato pubblicato nel numero di gennaio sulla rivista Virology journal. Le persone con HiV e malattia parodontale hanno livelli più elevati del virus nella loro saliva e nel plasma rispetto ai pazienti con HiV ma senza malattia parodontale (©Sherry Yates Young/Shutterstock). Londra - UK: I ricordi e le capa- cità di deambulazione di adulti che hanno perso tutti i loro denti diminuiscono più rapidamente rispetto a coloro che posseggo- no ancora alcuni denti, dicono i ricercatori della London’s Global University (UCL). Gli studi hanno infatti dimostrato che gli edentu- li hanno risultati peggiori del 10% nei test di memoria e di cammina- ta veloce rispetto alle persone an- cora dotate di dentatura. Lo studio ha preso in considera- zione 3.166 adulti, di età uguale o maggiore a 60 anni, partendo dall’indagine dell’English Longi- tudinal Study of Ageing (ELSA) e La perdita dei denti potrebbe essere utilizzata come indicatore precoce del declino fisico e mentale in età avanzata (©Kletr/Shutterstock). confrontando le loro prestazioni mnemoniche e di camminata ve- loce. L’associazione tra memoria ed edentulia è stata spiegata dopo aver correlato i risultati con una vasta gamma di fattori, tra cui: caratteristiche sociodemografi- che, problemi di salute, benessere fisico, comportamenti salutistici o no (ad esempio, fumare e bere), depressione, biomarcatori rilevan- ti e particolari status socio-econo- mici. Tuttavia, dopo aver calibrato i ri- sultati in base a tutti i possibili fattori, le persone edentule hanno un passo leggermente più lento rispetto a coloro che sono ancora forniti di denti. Questo collega- mento tra gli adulti più anziani in- glesi in procinto di perdere i denti naturali e una diminuzione della memoria, oltre alla limitata fun- zione fisica, appare più evidente negli adulti di età compresa tra 60 e 74 anni rispetto a quelli di età su- periore ai 75 anni. «La perdita dei denti potrebbe es- sere usata come un indicatore pre- coce del declino fisico e mentale in età più avanzata, soprattutto tra i 60 e i 74 anni», ha detto l’autore, Georgios Tsakos, del Dipartimento di Epidemiologia e Sanità pubblica presso l’UCL. «Abbiamo riscontra- to che le cause più comuni di per- dita dei denti e del declino fisico e mentale sono spesso legate allo status socio-economico, ed evi- denziano l’importanza di alcuni aspetti sociali quali l’istruzione e ricchezza per il miglioramento della salute orale e generale dei membri più poveri della società, indipendentemente da cosa ci sia dietro il collegamento tra perdita dei denti e declino nelle funzioni. Constatando una perdita eccessi- va del dente, si ha l’opportunità di identificare precocemente i sog- getti adulti a maggior rischio di un più veloce declino fisico e mentale più avanti negli anni. Ci sono mol- ti fattori capaci di incidere su que- sto declino, come lo stile di vita e fattori psicosociali apportatori di cambiamento», spiega Tsakos. La ricerca intitolata “Tooth loss associated with physical and co- gnitive decline in older adults”, è stata pubblicata online sul Journal of the American Geriatrics Society. Tel. 0456020924 - email: info@deorematerials.com

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