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Dental Tribune Italian Edition

6 Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2015Il Consulente Fiscale “Un colpo al cerchio e uno alla botte” Le novità fiscali 2015 per i professionisti Con l’avvento del 2015 assistiamo a un nuovo cambio di strategia del fisco. Si tratta in realtà di una enne- sima dichiarazione in questo senso, cui solo i prossimi mesi potranno dirci se vi sarà reale corrisponden- za. L’ottica dichiarata è ridurre ulte- riormente le agevolazioni riservate ai professionisti in favore di un dia- logo con l’erario e di un atteggia- mento più collaborativo. Un nuovo approccio che da punitivo diverreb- be finalmente preventivo. Niente di nuovo. Il primo grande passo in questo senso si ebbe con una serie di disposizioni, emanate con la legge 27 luglio 2000 n. 212, che presero il nome di “Statuto dei diritti del contribuente”. Disposi- zioni, purtroppo sovente disattese, che avrebbero dovuto instaurare un rapporto paritetico tra erario e contribuente. In realtà, vi fu un aumento pressoché contestuale dei controlli fiscali e l’inaugurazione di strumenti di controllo di natu- ra presuntiva o induttiva sulla cui correttezza si sono espresse diverse riserve anche per voce di organi na- zionali o da parte della magistratu- ra. Ricordiamo, ad esempio, la sentenza n. 23.554 del 2012, che ha frenato la discutibile inversione del ruolo pro- batorio imposta dal redditometro, o la sentenza n. 22.003 del 2014 (ulti- ma di una serie), che ha contestato l’utilizzo del solo discostamento dagli studi di settore per la presun- zione di maggior reddito, o ancora – sempre in tema – la protesta fiscale dell’Ordine commercialisti contro gli studi di settore nati come “stru- mento di monitoraggio”, ma poi adottati alla stregua di “parametro di determinazione coattivo del red- dito”. Già nel 2011 il direttore delle Entra- te, Attilio Befera, aveva chiarito che la sua priorità era «recuperare l’eva- sione, favorendo lo sviluppo della fiducia reciproca e della collabora- zione tra fisco e cittadini». In realtà, contestualmente, aveva annunciato l’inizio di una stagione mirata di «accertamenti nei con- fronti di imprese di piccole dimen- sioni e professionisti». L’annuncio venne dato in un incontro con i direttori provinciali dell’Agenzia. Il che lasciava presagire – come in effetti molti hanno vissuto sulla propria pelle – un incancrenimen- to dell’attenzione erariale ai danni dei contribuenti più piccoli, per loro natura meno pronti a sostenere un confronto vittorioso con l’erario. Ma ora, si diceva, viene nuovamente sbandierata una apertura al dialogo. Analizziamo brevemente in quale misura. Novità di particolare rilievo, e che molto ha fatto discutere, è l’innal- zamento dalla soglia di punibilità penale. Sino ad oggi, il mancato versamento di imposte per un im- porto pari o superiore a 50.000 euro era condizione necessaria e sufficiente per una denuncia penale ai danni del contribuente. In realtà la cifra, apparentemente enorme, era facilmente raggiungibile dal- la massa delle imprese e anche da alcuni professionisti. Leggendari, ad esempio, i ritardi della pubblica amministrazione nel pagamento delle competenze ai propri incari- cati esterni e pressoché scontata la loro conseguente insolvenza fi- scale. Apprezzato quindi l’innalza- mento a 150.000 euro della soglia penale. Sebbene, quasi certamente, la misura andrà rivista nella forma e negli ammontari a causa delle perplessità generate. Altro grande neo del fisco – il più grande limite a giudizio di chi scri- ve – è l’inesistenza della “certezza di diritto”. In sostanza, nell’ordinamento la norma è da sempre lasciata a li- bera interpretazione dottrinale e sovente, anche a distanza di anni, dalla sua pubblicazione, resta ricca di zone d’ombra che possono por- tare il contribuente, pur in buona fede, a incappare in sanzioni one- rose. Non parliamo in questo caso di atteggiamenti erronei o fraudo- lenti, ma di sanzioni maturate da una diversa interpretazione data di una norma. Va da sé che nel litigio interpretativo tra erario e contri- buente, quest’ultimo affronta la contestazione in condizioni non paritetiche. Or bene, per ottemperare a questa lacuna, partirà dal 2015 un pro- getto pilota di “Regime di adempi- mento collaborativo” (Cooperative compliance programme): in estre- ma sintesi si tratta di «introdurre un approccio al controllo ex ante, rispetto al tradizionale intervento ex post». <> pagina 7

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