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Dental Tribune Italian Edition

18 Speciale Laser Tribune Italian Edition - Febbraio 2015 << pagina 17 Il laser, pertanto, rappresenta una metodica aggiuntiva, rispetto alla strumentazione parodontale non chirurgica e non si deve in alcun modo sostituire all’utilizzo di di- spositivi meccanici o di strumen- ti manuali, per rimuovere biofilm 1. Page RC, Eke PI. Case definitions for use in population- based surveillance of periodontitis. J Periodontol. 2007 Jul;78(7 Suppl):1387-99. Review. 2. Armitage GC. Development of a classification system for periodontal diseases and conditions. Ann Periodontol 1999;4:1-6. 3. Aimetti M. Nonsurgical periodontal treatment. Int J Es- thet Dent. 2014 Summer;9(2):251-67. Review. 4. Maggio E. Roncati M. Simoni F., Aimetti M., Ricci G. Te- rapia Parodontale non chirurgica in Ricci G., Diagnosi e terapia parodontale, Quintessenza ed., 2012, pp 69-158 5. Roncati M., Terapia parodontale non chirurgica indicazio- ni, limiti e protocolli clinici con l’uso aggiuntivo del laser a diodo, Quintessenza ed., 2015 6. Roncati M. Protocolli di trattamento parodontale non chi- rurgico. Dental Tribune, Tueor, aprile 2014;VII: 1;16-19. 7. AAP – American Academy of Periodontology Position Paper. Diagnosis of Periodontal Diseases. J Periodontol 2003;74:1237-1247. 8. Khadra M, Lyngstadaas SP, Haanaes HR, Mustafa K. Effect of laser therapy on attachment, proliferation and differentiation of human osteoblast-like cells cultu- red on titanium implant material. Biomaterials. 2005 Jun;26(17):3503-9. 9. Caruso U, Nastri L, Piccolomini R, d’Ercole S, Mazza C, Guida L. Use of diode laser 980 nm as adjunctive therapy in the treatment of chronic periodontitis. A randomized controlled clinical trial. The new microbiologica. 2008 Oct;31(4):513-8. 10. da Silva JP, da Silva MA, Almeida AP, Lombardi Junior I, Matos AP. Laser therapy in the tissue repair process: a lite- rature review. Photomed Laser Surg. 2010 Feb;28(1):17-21. 11. Herrera D, Alonso B, León R, Roldán S, Sanz M., Antimi- crobialtherapyinperiodontitis:theuseofsystemicantimi- crobials against the subgingival biofilm. J Clin Periodon- tol. 2008 Sep;35(8 Suppl):45-66. 12. AAP – American Academy of Periodontology Statement on the Efficacy of Lasers in the Non-Surgical Treatment of Inflammatory Periodontal Disease. J Clin Perio., 2011; 82:4,513- 514. bibliografia Fig. 26 - La biostimolazione può favorire il mantenimento di una stabilità clinica dei risultati ottenuti. Si appoggia l’estremità del fotoconduttore a contatto con la zona da biostimolare, irradiando con cicli di 60 secondi, in duplicato oppure in triplicato, a una potenza di 0,7 W in modalità continua (CW), per una completa distribuzione dell’energia sull’intera zona da trattare (Wiser, Doctor Smile, Lambda S.p.A.,Vi, Italy). Fig. 23 - In occasione di un successivo appuntamento di richiamo, a 3 mesi di distanza dall’immagine clinica delle Figure 20-22, si rileva un sondaggio di 2 mm, in assenza di sanguinamento. Anche in questo sito l’utilizzo aggiuntivo del laser a diodo può risultare proficuo, solo se associato a una congrua strumenta- zione parodontale non chirurgica. Fig. 24 - Radiografia periapicale eseguita contestualmente all’appunta- mento di richiamo un anno e tre mesi di distanza, in cui si documenta la rimozione del tartaro residuo, che viceversa era presente nell’immagine radiografica della Figura 2. Fig. 25 - In occasione degli appuntamenti di richiamo, si raccomanda l’utilizzo aggiuntivo del laser a diodo, in modalità biostimolazione. Si utilizza un manipolo dedicato, modificando i parametri (Wiser, Doctor Smile, Lambda S.p.A.,Vi, Italy). e depositi calcificati, dalla super- ficie radicolare o implantare5 . Soltanto con una terapia integra- ta, strumentazione parodontale non chirurgica, congrua e spe- cifica, e trattamento con laser a diodo, utilizzando parametri adeguati e protocolli corretti, si può dunque ipotizzare, limita- tamente ai risultati clinici, con- seguenti al presente caso clinico con 15 mesi di follow-up, un mi- glioramento dei parametri clini- ci parodontali. Le conclusioni del position paper del 201112 , sul laser come terapia aggiuntiva, sono decisamente negative: attribuendo benefici minimi o assenti. L’autore critica la metodologia di accorpare tutti i tipi di laser, senza distinguere tra laser indi- cati per il trattamento dei tessuti molli, cioè associati a una terapia non chirurgica, rispetto a quelli indicati per il trattamento dei tessuti duri e/o da utilizzare in fase chirurgica. Questo giustifi- cherebbe la controversia ancora accesa per quanto riguarda una valutazione oggettiva dell’utiliz- zo del laser a diodo nella terapia causale. << pagina 15 Il fatto di avere programmi predefiniti, di facile accesso attraverso un sistema molto fruibile e di immediata comprensione, rende questo stru- mento decisamente più immediato nel suo im- piegorispettoadaltriesistenti,incuiognisingola fasediimpostazionerisultaessereacaricodell’o- peratore. Un ulteriore elemento orientato alla semplicità di utilizzo è l’help online, che illustra in tempo reale finalità del programma selezio- nato e indicazioni sintetiche cliniche da seguire; non è quindi necessario consultare il manuale di istruzioni (magari di fronte al paziente a bocca aperta…) quando si utilizza un programma poco sfruttato.Nonostanteiprogrammipreimpostati, giova però sottolineare che per un operatore più espertoesmaliziatoiprogrammipossonopoies- sere molto facilmente modificati a seconda delle specifiche esigenze. Nell’ambito della chirurgia dei tessuti molli orali, il laser “fa da padrone” per il trattamento di epulidi, angiomi, frenuli labiali elinguali, fibromi, ipertrofie gengivali e quant’al- tro. Tutti ambiti nei quali ovviamente se la gioca con il bisturi a freddo e il diatermocoagulatore o i vari bisturi a caldo, ma con alcuni innegabili e preziosi vantaggi. Primo fra tutti, data la specifi- ca lunghezza d’onda del laser a diodi, diversi dei trattamenti sopra descritti possono essere realiz- zati senza l’ausilio di anestetici locali. Pur avendo minor capacità decontaminanti rispetto al suo parente più stretto, il laser a Nd:Yag, ne sono no- tevolmente apprezzabili le caratteristiche: il mi- nor effetto fototermico, la maneggevolezza, la semplicità di utilizzo e, non per ultimo, il costo. L’emostasi che determina il laser a diodi è con- seguente all’accentuata affinità della radiazione all’emoglobina e non all’azione cauterizzante tipica dell’elettrobisturi. Ciò significa che l’insul- to tissutale è notevolmente ridotto e, posseden- do capacità emostatiche, diventano assai rare le occasioni in cui si debbano applicare punti di sutura dopo l’intervento, a meno che ciò non sia richiesto dall’ampiezza dello stesso e dal bisogno dell’operatore di ottenere un migliore accosta- mento dei lembi; la guarigione è rapida e spesso privadiinconvenientiperilpaziente.Sicuramen- te quasi sempre indolore. Inoltre, il laser vede una grande possibilità di uti- lizzo in pedodonzia in sostituzione del bisturi, potenzialmente pericoloso in una cavità orale piccola e in un paziente che può muoversi im- provvisamenteesenzapreavviso(oltreadessere, pertanto,unottimomessaggioperlemamme).È naturale pensare che questo strumen- to non possa sostituire completamen- te tutte le tradizionali modalità tera- peutiche (alcune di certo sì), ma può essere interpretato come un mezzo che venga in aiuto al clinico nella quo- tidianità. Va ricordato, inoltre, che l’u- tilizzodellasercomportainizialmente uncertocambiamentodell’operatività rispetto agli strumenti odontoiatrici convenzionali, con tuttavia notevoli vantaggi a lungo termine. Nonostante la semplicità di utilizzo e l’intuitività è quindi ovviamente auspicabile un’a- deguata formazione e informazione sull’utilizzo del laser scelto prima del suo impiego. Non ultimo per importanza, vorremmo sot- tolineare l’aspetto di “marketing”: il laser può portare un valore aggiunto all’immagine dei nostri studi odontoiatrici. Questo soprattutto in un mondo ed in un momento in cui il dentista non debba essere solo professionista, ma anche imprenditore di se stesso. Molto spesso, infatti, il laser viene percepito dal paziente medio come un miglioramento e un innalzamento qualitati- vo dello studio, risultando così “aggiornato” e al passo con i tempi rispetto ad altre realtà. Non è infrequente, infatti, che ci venga chiesto se lalucepolimerizzatricesiaunlaser;unpo’diffici- le data la lunghezza d’onda di 390 nm! Pertanto,direalpazientecheutilizzeremoillaser per qualcuno dei nostri trattamenti potrà essere percepito come segno di adeguamento in rispo- staadunbisognoche,comespessosuccede,sono i media ad ingenerare per primi. E oggi più che maioccorremostrarsiorganizzati,strutturatieal passo con i tempi: per citare un recente articolo dell’amico Maurizio Quaranta, «noi tutti liberi professionisti dobbiamo fronteggiare la crisi e l’avvento di centri odontoiatrici di vario tipo ri- valutando e sottolineando il nostro vero punto diforzachenessunopotràmaitoglierci:lanostra professionalità, il nostro aggiornamento, la no- stra reputazione e la nostra affidabilità». Prof. Mauro Labanca, dott. Ernesto Amosso Il laser nella pratica clinica: ma allora serve davvero? Al termine della escissione si evidenzia totale assenza di sanguinamento che esenta dalla necessità di sutura. Immagine intra-operatoria di asportazione laser-assistita di epulide labiale.

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