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Dental Tribune Italian Edition

19Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2015 L’Intervista Un’ASO divenuta a Parigi assistant dentaire Il racconto di un’esperienza professionale oltralpe Da anni, sindacato e associazioni del personale ausiliario chiedono un percorso formativo che por- ti al riconoscimento della figura professionale degli ASO. Sono pas- sati quasi vent’anni dalla richie- sta giunta dal Consiglio d’Europa ai Paesi membri, di organizzare le professioni non riconosciute attraverso percorsi formativi. In Italia si è in una situazione di stal- lo, ma cosa succede oltre i confi- ni nazionali? Lo abbiamo chiesto ad Alessia, un’ASO che da un paio d’anni simpatizza per I.DE.A. (Ita- lian Dental Assistant). Vive e la- vora a Parigi dove, dopo una seria formazione, ha appena consegui- to il diploma professionale. Ecco il racconto di Alessia, ASO d’oltralpe. Come ha scelto questa professione e come è arrivata alla decisione di partire? Dopo aver ottenuto il diplo- ma d’odontotecnico, capii che a interessarmi erano le storie delle impronte che arrivavano in laboratorio. Il rapporto professionale e umano che si instaura con il paziente è stata la ragio- ne principale del cambio del percorso lavorativo. Tre anni fa iniziai ad avvertire di non trovarmi più nel posto giu- sto: sul lavoro e a casa mi sentivo un cuore anestetizzato e l’idea di ricominciare una nuova vita nella Ville Lumière mi risvegliò l’entusiasmo. Sapevo che qui il mio mestiere non era oro, ma io volevo sentirmi anche viva. Per quale motivo decise di qualificarsi? Arrivata a Parigi, inizialmente vol- li valorizzare le mie risorse: 13 anni di esperienza e tanto entusiasmo. Furono sufficienti perché quasi su- bito trovai lavoro. Il solo ostacolo fu non aver mai conseguito il di- ploma d’assistente odontoiatrica che qui, invece, è d’obbligo per la- vorare in studio. Il dottore non esi- tò ad assumermi e iscrivermi alla scuola di formazione, malgrado il mio francese fosse al tempo un po’ “arrangiato”. Ha avuto difficoltà a seguire i corsi, considerando anche l’impegno presso uno studio odontoiatrico? Le difficoltà effettivamente ci sono state! Ho dovuto gestire i ritmi ser- rati di lavoro, una giornata alla settimana a scuola, week-end sui libri ed esami ogni tre settimane circa. Tuttavia la condivisione di questo percorso con le mie colleghe in classe, l’avere come punto di ri- ferimento dei formatori preparati e la stima del mio datore di lavoro hanno permesso che arrivassi fino in fondo. La formazione è organiz- zata in modo da potersi alternare al lavoro in studio. Occorre quindi essere assunte e lavorare come as- sistenti per seguire i corsi e ottenere il diploma. Tut- to è finanziato dallo stu- dio, che verrà in seguito rimborsato dall’ente che si occupa della formazio- ne professionale in tutti i settori. Nel nostro caso il percorso dura 18 mesi e comprende un insegna- mento teorico e pratico. Corsi ed esami sono gli stessi in tutto il Paese. Si inizia da quello sulla di- sinfezione e sterilizzazio- ne, per continuare con ra- diologia, comunicazione con il paziente, gestione dell’agenda, lavoro a 4 mani, as- sistenza in protesi ed ortodonzia, profilassi e igiene bucco-dentale, gestione del magazzino, primi ge- sti e cure d’urgenza in caso di ma- lore, valutazione e prevenzione dei rischi sul lavoro, il ruolo dell’assi- stente in studio (diritti e doveri), creare e seguire il dossier (docu- mentazione) del paziente, la codi- ficazione di tutte le terapie e cure odontoiatriche secondo il sistema Alessia in una foto con il titolare dello studio dontoiatrico in cui presta la sua attività. www.dtstudyclub.it Diagnosi in conservativa, un gioco di ombre… Dott. Giuseppe Chiodera WEBINAR REGISTRATO HOME EVENTSCORSI ONLINE Odontoiatria generale SPONSORIZZATO DA La ricerca in odontoiatria, lo sviluppo di nuovi materiali e tecnologie sono orientati alla prevenzione e alla cura precoce delle patologie dentali, in questo contesto trova sempre più spazio il concetto di odontoiatria minimamente invasiva. Questa filosofia prevede una attenta valutazione rischi benefici biologici nella fase diagnostica. La diagnosi quindi deve sempre partire dalla base di una corretta indagine clinica e radiologica, sarà però utile integrare questa indagine con strumenti che consentano di visualizzare lesioni che non sarebbero clinicamente riscontrabili con i mezzi tradizionali. I.DE.A. (Italian Dental Assistant) In battaglia da cinque anni per il definitivo riconoscimento degli ASO L’Associazione I.DE.A. (Italian Dental Assistant) è stata costituita nel 2009 per volontà di un’assistente che ha lavorato più di 40 anni negli studi odontoiatrici, con la convinzione che la figura dell’ASO fosse degna di avere un posto adeguato nel mondo odontoiatrico. La man- canza di un percorso formativo e, quindi, di una quali- fica professionale penalizzano infatti questa figura che tuttavia rimane centrale nell’organizzazione dello stu- dio e del suo buon andamento. I.DE.A., insieme ad altre figure istituzionali, partecipa attivamente alla richiesta presso le Commissioni parla- mentari di perfezionare l’iter burocratico che porterà al riconoscimento e all’attivazione di un percorso forma- tivo tuttora in stallo. I.DE.A. si pone quindi come un’opportunità per tutti coloro che desiderano saperne di più e conoscere i pro- tocolli di lavoro, per non lasciare nulla all’improvvisa- zione: un modo per sentirsi parte integrante del mondo odontoiatrico, scambiare opinioni con i colleghi e poter- si consigliare. Associazione di categoria, indipendente, operante a livello culturale, I.DE.A. rappresenta la cate- goria nel contesto istituzionale, chiedendo a gran voce qualifica e formazione. Per maggiori informazioni, contattare direttamen- te la presidente Paola Barbera e cliccare sul sito www.assistenteidea.it. francese (quel horreur!). Voilà la lista delle materie. Come migliore del suo corso lei ha ricevuto dalla scuola di formazione un assegno premio. Quali vantaggi ritiene di aver acquistato conseguendo diploma di assistant dentaire? Ho potuto esercitare la mia profes- sione qui e in altri Paesi dove è ri- chiesta. Senza il diploma è vietato lavorare in studio. Ora che ha la qualifica, cambierà il suo modo di lavorare? In che modo la valutazione del suo curriculum è cambiata? Nonostante i tredici anni di espe- rienza, diverse volte mi sono trova- ta a domandarmi se il mio operato fosse corretto, sul come affrontare al meglio un particolare momento di stress oppure gestire il rapporto con il paziente. Ho trovato risposta a tutto frequentando la formazio- ne. Ammetto che ogni giorno e in ogni gesto c’è molto di quel che ho appreso. La consapevolezza del nostro ruolo è un valore all’interno dello studio. Quali saranno i suoi obiettivi e impegni futuri? Bella domanda! Intanto ho sco- perto il bello del lavoro a quattro mani che, eseguito alla poltrona in maniera ergonomica, abbatte i tempi di esecuzione e lo stress. Il lavoro di assistenza mi piace molto di più che quello amministrativo. Si deve tenere presente che il siste- ma burocratico francese farebbe spazientire anche l’assistente più zen della categoria. Nello studio mi occupo soltanto della parte clinica, quindi niente più scartoffie. Il mio progetto principale è quello di in- tegrarmi al meglio in questa nuo- va struttura, trovare sempre nuovi stimoli per tener vivo l’amore per il lavoro. Paola

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