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Implant Tribune Italian Edition No.1, 2018

22 Speciale Regeneration Implant Tribune Italian Edition - Marzo 2018 Fig. 13. spetto a quella che era la condizione iniziale (in blu) (Fig. 13). A dodici mesi dal primo inter- 7ento si decise di inter7enire per in- serire nella zona due impianti come da progetto iniziale, dopo a7er ane- stetizzato la paziente con Articaina 1:200.000 una nuo7a incisione a mezza cresta permettè di scosta- re i lembi 7estibolari e linguali per esporre la nuo7a cresta ossea ora con uno spessore di 8 mm nella par- te posteriore e 6 mm nella porzione più anteriore. Questo consentì il po- sizionamento di due impianti a 7ite Bredent uno di diametro 4.5 x 8,5 mm di lunghezza (nel sito del mola- re) e uno di diametro 4 x 8,5 mm di lunghezza nel sito del secondo pre- molare13 (Figg. 14, 15). nota l’ottimo aspetto dei tessuti peri-implantari con una adeguata quantità e qualità di gengi7a chera- tinizzata e le susseguenti corone in metallo ceramica successi7amente cementate su due perni moncone in titanio fresati in laboratorio. Nelle foto successi7e si possono e7idenziare le differenze dalla si- tuazione iniziale (Fig. 17) a quella finale, in questo caso una foto di follow up a 48 mesi dalla finaliz- zazione del caso (Fig. 18). La rx a quattro anni dalla finalizzazione protesica e7idenzia una situazione di perfetta stabilità, una cresta os- sea ben mineralizzata ed un li7ello osseo inalterato dal momento della consegna del manufatto protesico definiti7o (Fig. 19). Fig. 16. Fig. 17. Fig. 18. Fig. 14. Fig. 15. Conclusioni In questo specifico caso si è dimo- strato come la lamina corticale rap- presenti una 7alida opzione tera- peutica anche in situazioni cliniche particolarmente critiche. E7idenze istologiche e follow up di oltre 8 anni dimostrano la stabilità dei risultati ottenuti con questa tecnica che rappresenta si- curamente una delle opzioni più affidabili e predicibili per il pre- sente e il futuro delle ricostruzioni ossee complesse. Fig. 7 Fig. 8 Fig. 9 Figg. 7-10. < pagina 21 Sulla cresta ossea deiescente 7en- nero eseguite perforazioni con una fresa a lancia per stimolare sangui- namento e compartecipazione delle cellule del midollo osseo nella colo- nizzazione dell’innesto osseo (Figg. 7, 8). Come materiale da innesto in questo caso 7enne utilizzato osso autologo raccolto nella parte palata- le con un grattino, associato a parti- colato eterologo collagenato Gen-Os (OsteoBiol, Tecnoss, Gia7eno, Italy) idratato con il coagulo del paziente14. Questo agglomerato genera una base sulla quale la lamina corticale rappresenta il “coperchio” di prote- zione che fa7orisce la rigenerazione ossea, una 7olta inserita la lamina in posizione, l’aspetto della nuo7a cresta ossea si presenta incrementa- to fino a 8-9 mm. (Fig. 9). L’inter7ento 7iene completato con la perfetta chiusura dei lembi dopo che gli stessi sono stati rila- sciati grazie a un’incisione orizzon- tale a li7ello del muscolo che ne consente l’allungamento. La passi- 7azione del lembo è un aspetto mol- to importante di questa procedura perché de7e garantire da una parte la perfetta chiusura e sigillo al di so- pra della lamina, dall’altra mante- Fig. 10 nere una leggerissima tensione tale da mantenere la lamina ferma nella posizione in cui è stata stabilizzata all’anatomia locale. Il protocollo pre7ede di suturare inizialmente le due papille mesiali e distali con un doppio punto, e poi, una 7olta sta- bilizzati gli estremi ci si cura di an- corare la parte centrale della lamina con una sutura da materassaio oriz- zontale che ha una doppia funzione: stabilizzare la lamina schiacciando- la e facendola aderire intimamente con la cresta e l’innesto sottostante, e nel contempo riposizionare i due lembi in senso coronale. Questo faciliterà poi la chiusura finale dei tessuti nella porzione cre- stale, che potrà a77enire, a seconda del caso con semplici punti staccati oppure con una sutura continua bloccante (Fig. 10). Nelle figure 11 e 12 si può ben os- ser7are la dislocazione tridimensio- nale dei tessuti e le 7ariazioni 7olu- metriche prima e dopo l’inter7ento. A sei mesi dall’inter7ento chirur- gico la paziente 7enne sottoposta ad una nuo7a CBCT di controllo e questa e7idenziò come i 7olumi sta- 7ano cambiando e l’osso innestato si sta7a mineralizzando al di sotto della lamina corticale, in bianco si nota la 7ariazione 7olumetrica ri- Fig. 19. Nella rx si 7edono i due impian- ti con le 7iti di guarigione ad inte- grazione a77enuta. In figura 16 si bibliografia 1. Restoration of osseous defects in maxillofacial casualties. Boyne Pj, J Am Dent Assoc. 1969. 2. Maintenace of new attachment gained through guided tissue regeneration, Gottlow J, Ny- man S, Karring T. J Clin Periodontol 1992. 3. Healing of maxillary and mandibulary bone defects using a membrane technique. An ex- perimental study in monkeys. Dahlin C, Gottlow J, Lindhe I, Nyman S, Scand J. Plast Re- const Surg Hand Surg 1990. 4. Clinical outcomes of vertical bone augmentation to enable dental implant placement: a sy- stematic review. Rocchietta I, Fontana F, Simion M. J. 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