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Implant Tribune Italian Edition No.1, 2018

Implant Tribune Italian Edition - Marzo 2018 Speciale Regeneration 21 Soluzione di una grave atrofia ossea, orizzontale e verticale, mediante la tecnica della lamina corticale Roberto Rossi DDS MScD*, Marco Perata DDS** * Studio Privato a Genova ** Studio Privato a Savona < pagina 1 Per anni si sono utilizzate mem- brane in PTFE (con e senza rinforzo in titanio) associate a 7ari tipi di materiale da innesto con risultati incoraggianti ma anche con le note difficoltà in caso di esposizione. La tendenza si è poi spostata 7erso materiali riassorbibili sintetici ma anche in questo caso con risultati altalenanti 7ista la scarsa capacità di questi materiali di mantenere il 7olume. Nell’ultimo decennio è sta- to introdotto un nuo7o materiale eterologo, la lamina corticale, che sfrutta la rigidità ma anche l’ela- sticità dell’osso stesso, ed essendo collagenata, si integra con l’osso cir- costante e 7iene a sua 7olta gradual- mente sostituita con osso corticale neo-formato. In questo articolo metteremo in e7idenza la capacità di questo bio- materiale di integrarsi e fornire, in associazione con particolato osseo eterologo collagenato, un incremen- to 7olumetrico tridimensionale tale da fa7orire l’inserzione di impianti anche in siti particolarmente com- promessi. La qualità oltre che la quantità di osso rigenerato coniu- gate all’uso di appropriati impianti con superficie e geometria perfor- mante, consentono poi una efficace soluzione all’edentulismo e il man- tenimento dei 7olumi nel tempo. Introduzione La ricostruzione dei difetti schele- trici nel distretto facciale ha sempre rappresentato una scommessa per la comunità scientifica internazionale. Negli anni 60 la scuola di Loma Linda ed il prof. Boyne a7e7ano a che fare con soldati rientrati dalle guerre con lesioni spesso molto significati7e nel distretto maxillo facciale1. Solamente negli anni no7anta la scuola s7edese ha introdotto prima il concetto di rigenerazione tissutale guidata e poi quello di rigenerazione ossea. Questa procedura pre7ede7a l’isolamento dei di7ersi gruppi di cellule per fa7o- rire la ripopolazione della ferita con le cellule responsabili della rigenerazio- ne e 7eni7a effettuato con membra- ne in PTFE2, 3. Queste membrane per molti anni sono state l’unica opzione terapeutica disponibile e nel corso dei decenni si sono apprezzate le loro doti positi7e ma sono emerse anche tutte le complicazioni legate al loro utiliz- zo4. La moderna ricerca è indirizzata 7erso la semplificazione dei protocol- li e l’uso di materiali che non richie- dano particolari capacità chirurgiche. Senza dubbio un materiale che si sta affermando per la sua 7ersatilità e semplicità d’uso è la lamina corticale, un prodotto di natura eterologa trat- tato in modo da preser7are il collage- ne e che ha capacità biomimetiche e di supporto sia per i tessuti duri che per quelli molli. La lamina è costitu- ta da osso corticale di origine suina, ma mantiene tutte le caratteristiche, elasticità, rigidità bio compatibilità che potrebbe a7ere l’osso autologo corticale pur non richiedendo un ben più traumatico prelie7o dal paziente. Nell’ultimo decennio la comunità scientifica ha pubblicato numerosi articoli sull’argomento e questo rap- presenta un ennesima testimonianza della sua efficacia. Caso clinico Una paziente di 35 anni si presentò alla nostra attenzione per risol7ere un edentulismo parziale nella zona mandibolare inferiore sinistra conse- guente all’estrazione traumatica degli elementi 35 e 36 in età scolare (Fig. 1). La paziente all’esame obbietti7o dimostra7a un ottima igiene orale con un indice di placca del 7% e un indice di sanguinamento del 5%. L’esame clinico della zona trauma- tizzata e7idenzia7a una lesione di terza classe di Seibert6 laddo7e il de- ficit osseo era caratterizzato da una deficienza nei tessuti duri e molli sia in senso orizzontale che in sen- so 7erticale. Risulta7a significati7a anche la scarsa quantità di gengi7a cheratinizzata a ricoprire la cresta residua, quantificabile in una banda larga non più di 2 mm (Fig. 2). Una 7olta eseguita la terapia cau- sale atta a rimuo7ere il biofilm pre- sente e a preparare la paziente per l’inter7ento, si procedette a esegui- re un esame Cone Beam per appro- fondire la conoscenza dell’anatomia locale e procedere con un piano di trattamento adeguato alla soluzio- ne di questa problematica. La sezione panoramica mise in e7idenza la prossimità della cresta residua con il canale mandibola- re (Figg. 3-4), e nei tagli sagittali si poté misurare come in prossimità delle due zone o7e sarebbe stato interessante inserire gli impianti (primo premolare e primo molare) i 7olumi ossei residui non ne con- senti7ano il posizionamento. Nel sito o7e si 7ole7a posizionare il primo premolare la distanza tra la cresta ossea e il tetto del canale mandibolare era di 5 mm, inoltre lo spessore della corticale sia 7e- stibolare che linguale era ben rap- presentato occupando 4 dei 5 mm disponibili per un e7entuale sito Fig. 1. Fig. 2. Fig. 3. Fig. 4. SR Fig. 5 Fig. 6 Figg. 5-6. implantare, inoltre il forame men- toniero si apri7a proprio in corri- spondenza di questo sito creando un ulteriore limitazione anatomica. Il sito più posteriore mostra7a un ulteriore restringimento in sen- so sagittale e questo rende7a la clea- rance 7erticale 4 mm mentre anche in questo caso le corticali 7estibola- re e linguale occupa7ano la grande maggioranza dello spazio dispo- nibile limitando il 7olume osseo disponibile a una quantità insuffi- ciente a rice7ere un impianto. La progettazione chirurgica e protesica del caso pre7ede7a un in- ter7ento con tentati7o di ampliare la cresta ossea residua sia in senso orizzontale (almeno a 6/7 mm) che 7erticale (3/4 mm) per poter acco- modare in completa sicurezza im- pianti della lunghezza di 8.5 mm. In questo caso si decise di optare per un materiale che offrisse la possi- bilità di ricostruire il 7olume nelle due dimensioni dello spazio e ri- chiedesse una sola fase chirurgica, la lamina corticale7-11 (Figg. 7-11). La lamina corticale è una mem- brana semirigida di osso corticale suino collagenato (Lamina Oste- oBiol, Tecnoss, Gia7eno, Italy) che offre nello stesso tempo rigidità e parziale flessibilità, stabilizzandosi con l’anatomia locale e fa7orendo la neoformazione ossa nello spazio che si 7iene a creare al di sotto di essa12 (Figg. 5, 6). In questo caso dopo a7er som- ministrato alla paziente anestesia locale con Articaina 1:200.000 i due lembi 7estibolare e linguale 7eni7ano solle7ati con scollamen- to a tutto spessore dopo a7er effet- tuato con lama 15c un incisione a mezza cresta. L’anatomia e7idenzia7a quanto già 7isto nelle sezioni della CBCT, cioè una cresta assottigliata e appun- tita con gra7e deiescenza 7estibolare. La lamina corticale cur7a di spessore di 1 mm e lunghezza di 35 mm 7enne estratta dalla sua confezione sterile e modellata per adattarsi e stabilizzar- si alla zona interessata. La stessa 7en- ne tagliata e modellata in maniera tale da ingrandire in spessore e altez- za la zona interessata ma nel rispetto dell’anatomia locale, perciò creando un incisione a “V” nella zona 7estibo- lare che, da una parte consentisse al ner7o al7eolare inferiore di emerge- re, dall’altra di appoggiare la lamina al gradino creato dal ner7o nella sua emergenza per migliorare la stabilità della lamina stessa. > pagina 22

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