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Dental Tribune Italian Edition No. 9, 2017

4 News & Commenti Dental Tribune Italian Edition - Settembre 2017 The Aliens of Ultrasonic R. & D. DEPARTMENT SUS Surgery Ultrasonic Site CORSI MENSILI DEDICATI Tecnica di preparazione ad ultrasuoni sito differenziato biologicamente guidata Info: ESACROM Srl Tel.: 0542 643527 - Sig. Marini cell.: 3938586068 - marketing@esacrom.com www.esacrom.com Ricerca scientifica: miti e falsi miti < pagina 1 le conoscenze biologiche costituiscono un antiquato e noioso bagaglio su cui sorvolare per non annoiare la platea desiderosa di acculturarsi sui più re- centi progressi dell’estetica. In molti congressi capita di ascoltare vere e pro- prie fantasie in nome di una evidenza scientifica che, purtroppo, ancora non esiste e questa pseudo-evidenza viene spesso usata per interessi personali. È stato ampiamente dimostrato che buona parte degli articoli che costitu- iscono la moderna letteratura o espri- mono solo le opinioni di chi li scrive, o addirittura sono dei falsi su ricerche mai effettuate. Uno scoop che ha in- vaso anche le riviste più prestigiose di odontoiatria riguarda le proprietà mi- racolistiche delle cellule staminali: sta nascendo una nuova branca, l’Odonto- iatria Rigenerativa. Lo “scienziato” dentista è diventato uno stregone che rigenera polpe, paro- donti ed interi denti e queste pseudo- ricerche di certi spregiudicati e spes- sissimo sconosciuti ricercatori, anche attraverso la responsabilità, colposa o dolosa di certi giornalisti, trovano spa- zio sulle più importanti riviste, specie Nord-Americane, che disinvoltamente pubblicano notizie su queste ricerche in maniera assolutamente superficiale con toni enfatici e spesso da scoop sen- za alcun oggettivo riscontro su ciò che pubblicano e divulgano. «Attualmente al di là di alcuni trapian- ti per malattie neoplastiche del sangue, non esistono specifiche indicazioni per l’utilizzo di cellule staminali» Silvio Garattini (Istituto Mario Negri). «Una giungla dove dietro al termine “staminali” si cela un business che spazia dalla cosmetica al trattamento di malattie ad oggi incurabili» Silvia Bencivelli (“Le Scienze”). È ormai dimostrato che l’infezione batterica rappresenta il fattore ezio- logico critico della patologia odonto- iatrica. Ne consegue pertanto che il trattamento odontoiatrico altro non è che la gestione medica di un problema microbiologico». La biologia, la patolo- gia generale, l’anatomia patologica e l’istopatologia hanno rappresentato, dall’avvento della patologia cellulare, una tappa fondamentale nel progressi- vo ridimensionamento della medicina tradizionale a tutto vantaggio di una medicina più razionalmente scientifi- ca. Purtroppo in questo nuovo secolo la professione odontoiatrica ha imboc- cato un percorso a senso unico verso una pratica artigianale, sia pure di ele- vato livello, caratterizzata prevalente- mente da considerazioni estetiche e co- smetiche mediate da evidenti interessi commerciali. Questo orientamento estetico, da sempre estraneo o margi- nale alla scienza medica, riempie i pro- grammi dei più prestigiosi congressi a scapito del reale aggiornamento me- dico, se per tale termine intendiamo ancora quell’effettivo progresso scien- tifico che indirizza verso un percorso diagnostico corretto derivante da una approfondita conoscenza della pato- logia e seguita da una altrettanto cor- retta terapia. Assistiamo molto spesso a ineccepibili lezioni di tecnica in cui Il futuro dell’impiego delle cellule sta- minali in odontoiatria è ancora mol- to lontano e incerto. L’International Society for Stem Cell Research scrive: «Troppo spesso, al mondo, clinici di- sonesti speculano sulle speranze dei pazienti, proponendo terapie con sta- minali prive di riscontri oggettivi, tipi- camente in cambio di grandi somme di denaro e senza fondamento scienti- fico, controlli indipendenti, protezione del paziente». John PA Joannidis, in una serie di pub- blicazioni su Plos Medicine, ribadisce ancora una volta, che le frodi scientifi- che e ancora di più le false meta-analisi sono pubblicate con un ritmo geome- tricamente crescente e che le contrad- dittorie linee guida sono diventate più ininfluenti che mai mentre i fattori di rischio sono ignorati, arrivando alla triste conclusione che circa l’85% del- la ricerca biomedica risulta inutile. In questo contesto il valore di un ricer- catore viene valutato dal numero di pubblicazioni su riviste di élite che ap- paiono sul suo curriculum e non dalla serietà e riproducibilità di una singola ricerca. Come scrive Francesco Sylos Labini vi è anche un altro preoccu- pante aspetto relativo alla diffusione di risultati di studi e ricerche, non va- lidati e talvolta “taroccati”, vere e pro- prie “bufale“. Tali risultati rimbalzano e si riflettono sui congressi e convegni medici, sugli abstracts che vengono presentati e pubblicati con assoluta su- perficialità e spesso per “compiacere” anche gli sponsor. Il 26 maggio 2015 il Prof. Richard Hor- ton, caporedattore del Lancet, una delle più prestigiose, storiche riviste scientifiche mondiali, ha dichiarato: «Moltissime ricerche pubblicate sono, nella migliore delle ipotesi, inaffidabili se non completamente false». Inoltre «gran parte della letteratura scientifi- ca, forse la metà, può essere semplice- mente falsa. Studi inconsistenti, ana- lisi non valide, conflitti di interesse, oltre all’ossessione di perseguire delle tendenze dubbie: la scienza ha deciso di percorrere una strada buia». Ancora: «La maggior parte dei “peer-reviewed” non sono seri e credibili, si basano su ricerche sbagliate; fortunatamente gli esperti sanno riconoscere gli studi re- ali e seri da quelli che non lo sono. Ma tutti gli altri?». La Dott.ssa Marcia Angell, editor del New England Medical Journal, affer- ma: «Non è più possibile credere alla gran parte della ricerca clinica pubbli- cata, o fare affidamento sul giudizio dei medici di fiducia o di linee guida mediche autorevoli. Non gioisco di questa conclusione, che ho raggiun- to lentamente e con riluttanza dopo i miei due decenni come direttore del NEMJ». Anche la prestigiosa rivista l’E- conomist punta però il dito sul declino della qualità della ricerca scientifica moderna: si va da analisi statistiche approssimative, a casi di esperimenti non riproducibili, ma anche a casi di manipolazioni. Joannidis fantastica di un posto in cui la pratica della medici- na possa ancora essere innegabilmen- te utile per gli esseri umani e la società in generale. Finora non si era mai vi- sto un premio Nobel per la medicina (2013) quale Randy Schekman, biologo americano premiato per aver scoperto il meccanismo che regola il trasporto di molecole dentro le cellule, nel gior- no della premiazione a Stoccolma an- nunciare di boicottare le tre principali riviste scientifiche del mondo (Nature, Science e Cell) e citare i recenti artico- li ritirati da Science dopo che erano emersi errori grossolani e ricerche fal- se, come quelle sulle cellule staminali. Schekman non ha peli sulla lingua, e nemmeno timori reverenziali: «Le principali riviste scientifiche distorco- no il processo scientifico e rappresen- tano una “tirannia” che va spezzata, scrive sul Guardian (2016) annuncian- do che il suo laboratorio alla Università di Berkeley in California non darà più i propri lavori alle tre riviste messe sotto la gogna, aggiungendo che le «pressio- ni per pubblicare su testate prestigiose incoraggia i ricercatori a “tralasciare” risultati contrastanti e a inseguire ri- cerche “di richiamo” (trendy) al posto di quelle più importanti». Scheckman cita inoltre l’Accademia delle scienze cinese, che versa circa 22 mila euro agli autori che riescono a pubblicare sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali afferman- do che alla guida di queste non ci sono scienziati, ma professionisti della co- municazione che favoriscono i lavori che possono ottenere un rilancio sui media mondiali. Il biologo va giù duro: «Queste riviste assomigliano ai mar- chi del lusso, che fanno edizioni limi- tate di borse e vestiti a prezzi proibitivi: restringono il numero delle ricerche accettate in modo da fare artificial- mente aumentare “il valore” della pub- blicazione tramite “l’impact factor” (citazioni dell’articolo pubblicato) ven- duto come marketing». Il biologo Usa è un fautore delle riviste online open- access (ne dirige una), in modo che tut- ti i ricercatori possano pubblicare e poi saranno gli altri studiosi a giudicare o meno la correttezza delle ricerche. Il ri- ferimento continuamente citato dalle istituzioni sanitarie, da politici e mi- nistri, dalla dogmatica tanto celebrata “Comunità scientifica”, pontifica con giudizio infallibile su ogni terapia e ri- cerca, ma è ormai talmente inquinato dall’asservimento alle multinazionali da aver falsificato per interesse almeno il 50% del dato scientifico. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) Italiano ha di recente elabora- to (2016) le Linee guida per l’integrità nella ricerca. In tale termine si intende l’insieme dei principi e dei valori etici, dei doveri deontologici e degli stan- dard professionali sui quali si fonda una condotta responsabile e corretta da parte di chi svolge, finanzia o valuta la ricerca scientifica, nonché da parte delle istituzioni che la promuovono e la realizzano. L’applicazione dei princi- pi e dei valori e il rispetto della deon- tologia e degli standard professionali sono garanzia della qualità stessa della ricerca e contribuiscono ad accrescere la reputazione e l’immagine pubblica della scienza, con importanti ricadute sullo sviluppo della stessa e sulla so- cietà. I cinque principi fondamentali sono dignità, responsabilità, equità, correttezza, diligenza, che racchiudo- no, inseriscono o sono correlati ad altri principi e valori etici, quali in primo luogo: l’onore e la reputazione delle persone e la lealtà verso gli altri e verso le istituzioni; la libertà di ricerca scien- tifica; l’onestà, il rigore, l’affidabilità e l’obiettività nella conduzione della stessa; l’indipendenza di giudizio, la trasparenza, l’atteggiamento aperto ed equanime, la valorizzazione del merito, la reciprocità e la cooperazione con altri nell’adempimento dei propri compiti; l’imparzialità, la pertinenza, la vigilanza coscienziosa e l’efficienza nell’utilizzazione delle risorse; la re- sponsabilità sociale e quella verso le generazioni future. La scienza non può e non deve rispettare la “par condicio”, ammettere cioè l’equivalenza di tutte le opinioni perché alcune non sono davvero tali (l’omeopatia, Stamina e tante altre cure miracolose). Nell’ambito dell’ “Operazione Smile” che ha portato a Milano nel 2016 all’ar- resto di 21 operatori della Regione Lom- bardia per presunte tangenti legate all’odontoiatria pubblica, il gip sotto- linea «l’elevata pericolosità sociale dei soggetti coinvolti, incuranti degli in- teressi pubblici sacrificabili, in ragione del proprio interesse a discapito della salute pubblica attraverso la fornitura di servizi e materiali scadenti o con costi superflui per la collettività». Nella vicina Spagna i vertici della Vitaldent, arrestati dalla Policia Nacional, sono ospiti delle patrie galere a meditare sui propri gravissimi illeciti. Queste sono solo alcune cause per cui la professione odontoiatrica è ai mini- mi storici e stendiamo un velo pieto- so sui cosiddetti “low cost”, i “paradisi odontoiatrici” croati, sloveni unghe- resi etc, etc… e le multinazionali che a prezzi ridicoli propongono tutti i tipi di trattamento, spesso effettuati da giovani odontoiatri alle prime armi, con risultati talmente disastrosi da de- stare l’interesse delle autorità giudizia- rie. Il quadro comincia a essere molto preoccupante. In questo sconsolante panorama ci sarebbe anche tanto da scrivere anche sul “problema etico” i cui pilastri quali l’onestà, l’obbiettività, il rigore e l’imparzialità stanno diven- tando fastidiosi optionals, specie per i giovani e meno giovani odontoiatri impegnati in queste strutture che, consapevolmente o meno, si prestano a questa pseudo-odontoiatria sociale (commerciale) di infima qualità. Il mio Maestro Luigi Castagnola, in tempi non sospetti, mi ripeteva spesso: «Non mescolare mai la scienza al com- mercio: ricordati che sei un Medico». NiSola Perrini

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