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Dental Tribune Italian Edition No. 9, 2017

16 Speciale Laser Tribune Italian Edition - Settembre 2017 Estrazione dentaria con laser ad Erbio senza necessità di rimuovere la vecchia protesi Gennaro Falivene* * Università degli Studi di Napoli “Federico II” < pagina 13 Il bersaglio principale di questi laser è rappresentato dall’acqua e dall’idrossiapatite presente nei tessuti, caratteristica che ne con- sente l’utilizzo sia per il tratta- mento dei tessuti molli, la cui per- centuale di acqua è circa l’80% sia per il trattamento dei tessuti duri quali smalto, dentina ed osso. L’ablazione dei tessuti si ottiene grazie all’effetto Fotomeccanico (onde d’urto - effetto foto acusti- co - formazione di plasma). Grazie all’elevato assorbimento da parte dell’acqua il raggio laser penetra superficialmente nei tessuti (0,1 fino a 0,8 mm) garantendone in maniera precisa la rimozione stra- to dopo strato con un minimo rial- zo termico. Ruolo fondamentale è, inoltre, quello dello spray aria/acqua coas- siale alla luce laser, sia per quanto concerne l’efficacia ablativa sia per impedire il surriscaldamento dei tessuti trattati. La microimplosione, infatti, delle molecole di acqua dello spray ge- nera onde d’urto che favoriranno la rimozione meccanica dei tessuti colpiti. Il raffreddamento costante gene- rato dall’acqua dello spray è fonda- mentale nell’ablazione dei tessuti duri. Se, infatti, immaginassimo di lavorare senz’acqua la sequenza di impulsi porterebbe dapprima alla disidratazione dei tessuti e, suc- cessivamente, alla fusione dell’i- drossiapatite. Tutte queste caratteristiche fanno dei laser ad Erbio uno strumento molto versatile che ne permette l’utilizzo in una vasta gamma di applicazioni cliniche in Odonto- iatria che si estendono dall’endo- donzia alla conservativa, alla chi- rurgia dei tessuti molli, ma anche alla decontaminazione parodonta- le e periimplantare (effetto idro- cinetico). Proprio per queste pecu- liarità il laser ad erbio può essere impiegato anche per la chirurgia odontoiatrica e per le avulsioni di denti in inclusione parziale o totale. Numerosi studi di letteratura han- no infatti mostrato che, a fronte di tempi leggermente più lunghi, l’u- tilizzo dei laser ad erbio nelle oste- otomie e nelle avulsioni dentarie determina guarigioni più veloci accompagnate da postumi meno rilevanti, minore edema e dolore post-operatorio. L’assenza di vi- brazioni, la maggiore precisione di taglio, il controllo costante duran- te le fasi di ablazione, le capacità decontaminanti e biostimolanti e l’assenza di postumi fanno perciò del laser ad Erbio uno strumento di assoluto valore nella chirurgia odontoiatrica. Fig. 2 - OPT preoperatoria. Fig. 3 - Apertura di un lembo a spessore totale con laser ad Erbio. Figg. 4, 5 - Situazione dopo apertura e scollamento del lembo. Figg. 6 -9 - Sezione corono-radicolare e regolarizzazione del profilo osseo con laser ad Erbio Figg. 10, 11 - Rimozione della radice. Figg. 12, 13 - Rimozione del tessuto infetto. Discussione Nel caso proposto, è stato utiliz- zato il laser ad Erbio LightWalker (Fotona, Slovenia), sistema che presenta alcune caratteristiche vantaggiose tra cui la possibilità di modulare la frequenza dell’im- pulso variando da impulsi molto brevi (SSP e MSP) a medi (SP) fino a lunghi (LP) e molto lunghi (VLP); la modalità QSP che consente di ottenere impulsi molto brevi, ma efficaci in termini di ablazione; il braccio articolato leggero e ma- neggevole che lascia ampia libertà di movimento all’operatore. Dopo aver aperto un lembo nei tessuti molli, grazie ad una co- stante ed attenta modulazione dei parametri di lavoro, abbiamo sezionato e separato la radice den- taria dalla sua porzione intracoro- nale, rimosso il tessuto granulo- matoso, decontaminato la cavità residua. Quindi si è provveduto alla rigenerazione tissutale con in- nesto di PRF-Block e di membrane di L-PRF prima della sutura finale (Figg. 1-23). > pagina 17

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