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Dental Tribune Italian Edition

26 Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2016 EVENTSwww.dental-tribune.com Consulta sul nostro sito l’area Events, un aggiornamento continuo sui migliori eventi del dentale. Meeting & Congressi Congresso di farmacologia a Viareggio Odontoiatri e igienisti con tanta voglia e passione per la medicina Il risultato ha colto di sorpresa gli stessi organizzatori che non si sarebbero aspettati un’affluenza tanto im- portante. Basta uno sguardo agli iscritti, “ammassati” nellaSalacongressualedell’HotelPrincipediPiemonte, storico e prestigioso albergo affacciato sul lungomare, perché le immagini dicano più di qualsiasi parola. Non è affatto azzardato affermare che l’affluenza al terzo Congresso dell’Istituto Stomatologico Toscano – “Far- macologia odontoiatrica, gli aggiornamenti irrinuncia- bili” – svoltosi il 29 e 30 gennaio a Viareggio, abbia ab- bondantementeoltrepassatoognipiùroseaprevisione, secondo un trend di crescita che sembra inarrestabile. Una rapida statistica per accertare quali siano le cause di un successo che ha convogliato nella cittadina tosca- na oltre 350 partecipanti porta a prendere in conside- razione soprattutto tre cause: innanzitutto quella deli- neatadallostessoUgoCovani,presidentedell’Istituto,il quale,dopoaverosservatoche«nell’arcodidieciannile conoscenze raccolte degli studi universitari vengono in gran parte superate dalla velocità evolutiva della scien- za applicata alla medicina» e che tale fenomeno appare tantopiùvero«seprendiamoinconsiderazionelecono- scenze farmacologiche necessarie ad affrontare la pra- ticaodontoiatrica»nehatrattounaprimaconclusione: «L’ECM tende a insegnare le procedure odontoiatriche, soffermandosi sul “come”, non tanto sul “perché” si fa». Di qui la necessità di un congresso dedicato alle cono- scenzefarmacologicheelanecessitàdiprendereincon- siderazione quegli aspetti che più di altri hanno subito evoluzioni significative nelle conoscenze. Un esempio lampanteè«nell’impattodelleterapieconbifosfonatio con le nuove generazioni di anticoagulanti». Quindi, una causa prima dell’afflusso è da ricercarsi nell’aver individuato un tema meritevole, di sicuro in- teresse non solo per gli odontoiatri, ma anche per gli igienisti, «stante la crescita di responsabilità che inve- stelaloroprofessioneeleoperativitàdelleproceduredi igiene mentale», che rende le conoscenze farmacologi- che un prezioso bagaglio comune. Una seconda condizione di successo, per opinione co- mune è l’epoca in cui svolgere il Congresso. Passata la “buriana” delle vacanze natalizie, terminata l’onda lunga dei convegni, è parso saggio far slittare l’evento a gennaio, quando la stagione congressuale è solamente agli inizi. Nelle passate edizioni, a dire il vero, si era pri- vilegiata l’epoca prenatalizia, che pur aveva dato buoni risultati, ma il favorevole esito di questa terza edizione ha già fatto optare verso una quarta, da tenere nello stesso mese del prossimo anno, all’insegna di un tema altrettanto di richiamo. Ultimo, ma ovviamente non meno importante, è lo “spessore” scientifico dei relato- ri, accolti in apertura di Convegno dal Presidente dell’I- stitutoedaAnnamariaGenovesi.Sottolapresidenzadi sessione di Maria Rita Giuca, l’esordio è toccato al presi- dente degli Amici di Brugg, Nicola Perrini, autore della lectio magistralis. Pubblichiamo ora una carrellata di brevi annotazioni a sfondo scientifico sul Congresso, a cura di Gianna Maria Nardi. «La scienza applicata alla medicina – dice la prof.ssa Nardi – ha percorsi di rinnovamento da studiare per condizionare in modo oppor- tuno le scelte operative. Per salvaguardare il paziente da rischi per la propria salute e l’o- peratore da quelli di carattere medico-legale, è opportuno approfondire le conoscenze far- macologiche necessarie ad affrontare la prati- ca clinica odontoiatrica. Tante le occasioni di formazione continua per i professionisti sugli aggiornamenti dei protocolli operativi odon- toiatrici. Meno frequente – osserva – sono le occasioni di approfondimento sui rischi di in- terazioni con terapie farmacologiche e proce- dure operative odontoiatriche». «Durante l’evento di Viareggio – osserva an- cora Nardi – valenti relatori hanno affrontato le implicazioni farmacologiche della pratica clinica odontoiatrica e le evoluzioni delle co- noscenze attraverso le ultime evidenze scien- tifiche. A Roberto Mattina, ordinario di Mi- crobiologia e Microbiologia clinica, nonché direttore della Scuola di specializzazione in Microbiologia e Virologia alla Statale di Mila- no, la professoressa Nardi ha chiesto di spie- gare la valenza suggerita durante il suo inter- vento sulla “terapia mirata”. «La terapia antibiotica può essere somministra- ta in modo mirato oppure empirico-ragionato – dice Martina –. Quella mirata è sicuramente da preferire perché, con l’ausilio del laboratorio di microbiologia clinica, si riesce a isolare e identi- ficare l’agente patogeno responsabile dell’infe- zione in atto e anche valutarne la sensibilità in vitro agli antibiotici (antibiogramma). Purtroppo, la terapia mirata presenta diversi limiti in odontoiatria, dovuti principalmente alla difficoltà di ottenere un campione idoneo e poco contaminato da sottoporre all’indagine microbiologica, in quanto, come è ben noto, il cavo orale è un distretto molto ricco di flora bat- terica. Altro motivo che sconsiglia di attuare la terapia mirata è che spesso l’agente eziologico è un batterio anaerobio obbligato da preleva- re e trasportare in laboratorio con particolari precauzioni, in modo che si mantenga vitale. Altro limite è rappresentato dal tempo, anco- ra oggi troppo lungo, necessario per fornire all’odontoiatra una risposta esaustiva (alme- no 3 giorni). Per tutti questi motivi l’odontoiatra quasi sempre opta per una terapia empirico-ragio- nata, che fa a meno del supporto del labora- torio di microbiologia e si basa sull’ipotesi di quali microrganismi potrebbero essere responsabili di quella determinata infezione, scegliendo l’antibiotico che, oltre a raggiunge- re in concentrazioni efficaci la sede ove è loca- lizzata l’infezione, sia anche attivo “in vitro” sui presunti patogeni. Per conoscere quest’ul- timo dato è necessario attivare degli osserva- tori locali sulle resistenze che i batteri hanno selezionato nel tempo verso gli antibiotici che vengono prescritti più comunemente. Dal momento che l’odontoiatra quasi mai in- via campioni al laboratorio di microbiologia, il dato sulle resistenze non è conosciuto e si corre il rischio di somministrare antibiotici non efficaci. Sarebbe auspicabile – dice Marti- na – che, di tanto in tanto, gli odontoiatri in- viassero ai laboratori di microbiologia accre- ditati dei campioni da sottoporre ad analisi, in modo da poter allestire una banca dati con i risultati delle prove di sensibilità, che aiute- rebbero i sanitari a prescrivere antibiotici che in quella zona sono ancora efficaci». Una domanda anche a Maurizio Bossù, pro- fessore associato di Odontoiatria pediatrica e relatore a Viareggio: «Nel lavoro presentato da lei – chiede Gianna Maria Nardi – e da An- tonella Polimeni, ordinario alla “Sapienza” e direttore di dipartimento, sono state trattate sostanze e farmaci anticarie. Quali le novità presentate?». «La carie – osserva Bossù – è una delle malat- tie croniche più diffuse in tutto il mondo (si vedano Harris et al., 2012; Do, 2012). I fattori eziologici che concorrono a svilupparla sono molteplici. La valutazione dei fattori di rischio e la conseguente gestione della patologia ca- riosa nei pazienti pediatrici è fondamentale, in quanto la sua presenza nella dentizione de- cidua è fortemente predittiva della patologia in quella permanente. Prevenire la carie e pro- muovere la remineralizzazione delle lesioni precoci (withe spot lesion) è l’obiettivo che si prefigge l’odontoiatria pediatrica attraverso la prevenzione. Negli ultimi anni si è posta l’at- tenzione sui cibi funzionali – i cosiddetti “pro- biotici” – (come la lattoferrina), che promuo- vono la modificazione della flora batterica a sfavore dei patogeni dannosi. Ancora: sui derivati della caseina che indu- cono la remineralizzazione delle lesione non cavitate dello smalto, oltre all’utilizzo degli ormai convalidati fluoruri in tutte le forme (dentifrici, gel e vernici). Occorre infine por- re attenzione ai fattori di rischio individuali attraverso la raccolta di dati soggettivi quali- quantitativi riguardanti saliva, placca, con- centrazione di patogeni, abitudini alimentari e di igiene domiciliare e motivazione del pa- ziente. Una buona strategia preventiva – con- clude Bossù – comporta la sinergia delle meto- diche sopra menzionate e l’adattamento alle necessità del piccolo paziente. Per una buona clinica, un know-how farmacologico Un congresso oltre ogni aspettativa

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