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Dental Tribune Italian Edition

25Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2016 Meeting & Congressi EVENTSwww.dental-tribune.com Consulta sul nostro sito l’area Events, un aggiornamento continuo sui migliori eventi del dentale. Intervista a Claudio Gatti, presidente SIdP alla vigilia del Congresso di Torino A che punto è la SIdP con il Congresso nazionale che si terrà a Torino Lingotto il 17-18-19 marzo? Ci siamo impegnati molto. Con la commissione culturale abbia- mo preparato un programma che fosse di interesse per la prati- ca clinica quotidiana di tutti gli esercenti odontoiatrici. Infatti, parleremo di appropriatezza delle cure parodontali e implantari, di tutte le cure, da quelle indispensabili di base a quelle chirur- giche più avanzate. Sappiamo che un intervento diagnostico o terapeutico risulta appropriato nel momento in cui risponde il più possibile, relativamente al contesto in cui si colloca, ai criteri di efficacia ed efficienza: per efficacia, si intende la capacità di raggiungere l’obiettivo; per efficienza, la capacità di raggiun- gerlo impiegando le risorse minime indispensabili. Una terapia efficace è anche efficiente se il risultato è raggiunto velocemente, in modo più semplice e più economico. In questo Congresso sono certo che i relatori che abbiamo scelto sapranno dare risposte concrete alle nostre domande. Quali sono le novità del prossimo Congresso? Sono molte, a cominciare dal tipo di presentazione che utilizze- remo: più diretta, colloquiale e dinamica con l’uso di fantastici filmati 3D e con l’intervento del pubblico, che dovrà scegliere in- sieme ai relatori le risposte giuste da dare ai pazienti. In un con- testo bellissimo come quello del Lingotto: accogliente, con grandi spazi a disposizione e con tutte le comodità: dagli hotel a pochi passi ai trasporti comodi, fino alla vicinanza del centro città. Ci parli del PerioParty… Una grande festa che si terrà il giovedì sera a partire dalle ore 19: ottimo cibo e vini con l’organizzazione di Eataly, buona musica e qualche simpatica sorpresa. Sono tutti invitati. È sufficiente iscriversi al Congresso e, per chi lo desidera, potrà partecipare già dal giovedì mattina. Abbiamo previsto varie attività: per i giova- ni, per la ricerca, per gli igienisti. E il giovedì pomeriggio un corso sulla chirurgia di base (allungamento di corona clinica) e i Forum per le aziende, dove si farà il punto sulle novità a disposizione. Il giovedì sera, invece, tutti al PerioParty! Malgrado ogni proclama, la parodontite sembra non sia percepita come una malattia molto grave (addirittura la sesta patologia più frequente dell’umanità). Lei stesso in un’intervista ha detto che «la maggioranza degli individui affetti è ignara della sua condizione, sia per sottostima dei segni e dei sintomi iniziali, sia per mancata diagnosi». Perché tale carenza di informazione? Con la collaborazione di un’importante azienda che fa indagi- ni di mercato, stiamo conducendo uno studio su un campione importante della popolazione italiana. I dati preliminari ci stan- no offrendo informazioni veramente utili per capire meglio il problema. Durante il Congresso saremo in grado di presentare i risultati della ricerca e potremo così stabilire una strategia per migliorare la conoscenza del pubblico sulla malattia, che è re- sponsabile in assoluto della maggiore perdita di denti in Italia. Quali cifre, anche economiche, la individuano in Italia? Il suo predecessore ha detto in un’intervista che «curare un’intera dentatura affetta da parodontite diagnosticata precocemente costa meno che sostituire un singolo dente perso per parodontite». Lei come commenta questa affermazione? Può sembrare una provocazione, ma è assolutamente la verità: se si diagno- stica precocemente, è facile e poco co- stoso curare una parodontite iniziale; meno che sostituire un dente con un impianto! Ed è esattamente quello che vorremmo fosse fatto se fossimo noi stessi il paziente in questione. Cosa fa e cosa intende fare la SIdP perché il pubblico sia aiutato a uscire da questa “niente affatto beata ignoranza” che l’affligge in merito ai rischi parodontali? È in fase avanzata di realizzazione un’importante campagna di comunicazione che potrebbe contribuire a far meglio compren- dere alla popolazione italiana la necessità di una diagnosi, pos- sibilmente precoce, della parodontite. In seguito all’approvazione degli organi statutari della SIdP, saremo in grado di far partire l’i- niziativa già nel 2016. Sono convinto che potremmo essere in gra- do di influire in modo determinante sulla percezione della malat- tia e sulla conoscenza delle conseguenze e della possibilità di cura. In che cosa consiste il test PSR della SIdP? È la registrazione sintetica di un esame parodontale completo. Un esame fondamentale per la diagnosi, semplice e veloce da eseguire, e oltretutto di grande valore medico-legale. La gestione della parodontite ripropone il delicato rapporto tra odontoiatra e igienista. Che cosa ha da dire al proposito? Nello specifico, quali ritiene i passi più incisivi che la SIdP dovrà compiere per far fronte al problema? Da anni la SIdP propone programmi culturali comuni per odon- toiatri e igienisti, come ad esempio tutta la giornata congres- suale di venerdì 18 marzo a Torino. Gli igienisti rappresentano una parte fondamentale del team che si occupa della cura della parodontite e del mantenimento dei risultati nel tempo. La SIdP si presenta come la casa naturale degli igienisti italiani. Devo- no crescere con noi e con noi affrontare le sfide future, come ad esempio quella dell’informazione corretta alla popolazione, cercando di contrastare i messaggi sbagliati e fuorvianti che la pubblicità sta fornendo al pubblico: ad esempio, che se le gengi- ve sanguinano è sufficiente usare il tal dentifricio o collutorio, oppure che per curare la parodontite è sufficiente una breve se- duta di pulizia dei denti dal costo irrisorio o, al contrario, che è necessario usare il laser e usufruire di sofisticati test genetici o microbiologici. Vuole fare una dichiarazione finale a questa intervista? Volentieri! La SIdP sta rapidamente cambiando e si sta aprendo alla professione e alla popolazione. In passato è stata giudicata come una sorta di club per pochi eletti, che discutevano per ore della possibilità di recuperare mezzo millimetro di osso in più o in meno. Non è vero! La nostra società vuole dimostrare che la paro- dontologia deve obbligatoriamente essere al centro della profes- sione odontoiatrica. Non esiste una buona odontoiatria senza la parodontologia. Soprattutto non esiste una buona implantologia senza parodontologia. Se i colleghi ci sosterranno con la loro par- tecipazione, sono sicuro che saremo in grado di incidere profonda- mente sull’attività professionale odontoiatrica del futuro. Voglia- mo più parodontologia per tutti, per dentisti e per pazienti, poiché siamo certi di poter dare in tal modo un contributo fondamentale alla diagnosi e alla cura di una malattia che causa una forma più o meno grave di disabilità a 20 milioni di italiani oltre i 35 anni e che colpisce, nella forma grave, oltre 3 milioni di persone, le qua- li – si stima – spendano per la patologia e le sue conseguenze un miliardo di euro l’anno, in particolare per sostituire i denti persi. A cura di Luigi Grivet Brancot Paradontologia o odontoiatri al cuore del problema? Come accenna il neopresidente Gatti, negli anni la SIdP ha messo in atto una serie di ini- ziative per coinvolgere gli odontoiatri, sensi- bilizzando anche quelli che non praticano la parodontologia o non la reputano fondamen- tale per l’odontoiatria quotidiana. Invece, chi l’ha studiata e la pratica la trova basilare – un concetto purtroppo non condiviso dai più. La sua eziologia, per alcune voci fuori dal coro, è multifattoriale. Lo sostiene Federico Meynardi, ricercatore e autore italiano, il quale dice che non si tratta di un’entità no- sologica a sé stante, causata da un agente pa- togeno, ma di una sovrapposizione batterica in un contesto favorevole determinato da un insieme di cofattori interagenti. Quindi una sindrome. La riprova? La presenza nel cavo orale di una flora microbica che è difficile pensare possa svolgere un effetto patogeno su alcuni denti lasciandone indenni altri (sito-specificità), come tacitamente si assume. Un dato em- pirico, comunque tangibile, della scarsa propensione degli odontoiatri alle conside- razioni parodontali, nella redazione del pia- no terapeutico, si può evincere dallo scarso utilizzo delle sonde. Tre diversi fornitori ubicati a Nord-Ovest, Nord-Est e in Centro Italia hanno fornito dati che variano dalle 70 alle 500 sonde parodon- tali vendute ogni anno. Dati riguardanti uno strumento fondamentale per la diagnosi e la stadiazione della malattia parodontale e per le patologie perimplantari. Questa breve disamina di alcuni punti sa- lienti della parodontologia potrebbe farci pensare che, al momento, il focus della SIdP dovrebbe concentrarsi sugli odontoiatri. L.G.B.

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