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Dental Tribune Italian Edition

13Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2016 Alla ricerca di un modo per evitare l’uso dell’ago in anestesia dentale Nuova nanotecnologia per migliorare il ripristino osseo in pazienti dentali San Paolo, Brasile – Nuove scoperte all’Università di San Paolo potrebbe- ro recare sollievo a milioni di persone terrorizzate dagli aghi. Utilizzando unapiccolascossaelettrica,iricercato- ri sono stati in grado di somministra- re l’anestesia in bocca senza l’uso di un ago. Questo metodo somministra inoltre il farmaco più rapidamente e in modo più efficace rispetto a una iniezione. «Negli ultimi anni, il nostro gruppo di ricerca ha lavorato allo sviluppo di sistemi innovativi di somministra- zione di medicinali per il trattamen- to di diverse malattie alla pelle e agli occhi», dice Renata Fonseca Vianna Lopez, autrice della ricerca insieme ad altri colleghi e professoressa associata di Scienze farmaceutiche presso l’U- niversità di San Paulo. «Pelle e occhi costituiscono due sfide per la sommi- nistrazione di farmaci, e così ci siamo concentrati su come migliorane la somministrazione a tali organi attra- verso nanotecnologia, ionoforesi e so- noforesi, strumenti di penetrazione di sostanze attive attraverso ultrasuoni». Nella ricerca sono stati aggiunti due farmaci anestetici, la prilocaina clori- drato e la lidocaina cloridrato, a comu- ni anestetici in idrogel modificati con un polimero, per aiutare i gel a legarsi alla bocca. Successivamente è stata ge- nerata una piccola scossa elettrica per determinare se l’anestetico sia stato maggiormente efficace secondo un processo chiamato ionoforesi. Nella sperimentazione applicata alla bocca di un maiale, si è scoperto che l’anestetico aveva una azione veloce e duratura. La corrente elettrica per- mette infatti alla prilocaina cloridrato di diffondersi nel corpo in modo più efficace, aumentando l’assorbimento dell’anestetico attraverso la bocca. Sulla base di tali risultati, i ricercatori intendono ora sviluppare un disposi- tivo di ionoforesi da utilizzare specifi- catamente nella bocca. Sebbene altri studi debbano essere effettuati prima dell’applicazione clinica, la tecnologia – affermano i ricercatori – può essere applicata non solo in odontoiatria, ma in altri ambiti medici. «La somministrazione senz’aghi potrebbe ridurre i costi, miglio- rare l’adesione del paziente, faci- litare l’applicazione, diminuire i rischi di intossicazione e contami- nazione», dice Lopez. «Si può age- volare l’accesso alle cure dentali rendendole più sicure ed efficaci a migliaia e migliaia di persone nel mondo». Oltre a costituire un ostacolo alle cure, il terrore dell’ago nei bambini e negli adulti è una indubbia barriera alla prevenzione. Una ricerca canade- Per chi ha paura dell’ago in odontoiatria l’iniezione di anestetico locale è una delle procedure più ansiogene (Foto: Lucky Business/Shutterstock). se del 2012 che ha interessato 1907 tra genitori e bambini, ha riscontrato che il 24% dei genitori e il 63% dei bam- bini ha manifestato paura per l’ago. In generale, si stima che circa il 10% della popolazione ne soffra in misura più o meno intensa. Dal titolo “Needle-free buccal ane- sthesia using iontophoresis and amino amide salts combined in a mucoadhesive formulation” la ricer- ca è stata pubblicata nel numero di dicembre della rivista Colloids and Surfaces B: Biointerfaces. Dental Tribune International Un nuovo rivestimento potrebbe eliminare il rischio di insuccessi implantari Toronto, Canada – Anche se la percen- tuale di successi è segnalata intorno al 98% circa, gli impianti dentali pos- sono, per problemi biologici e tecnici, fallireconildecorsodeltempo.Inmol- ti casi, la risposta infiammatoria del corpo provoca espulsione. Una ricerca canadese presenta ora un nuovo rive- stimento implantare che aiuta a inter- rompere il meccanismo immunitario, evitando l’insuccesso e la necessità di farmaci antinfiammatori. Originariamente concepito come impalcatura ingegneristica di tessuti che consente la crescita delle cellule, il polimero antinfiammatorio è stato sviluppatodaKyleBattiston,undotto- rato presso la facoltà di Odontoiatria e laurea presso l’Istituto di biomateriali e ingegneria biomedica dell’Univer- sità di Toronto. Battiston e colleghi hanno rivestito gli impianti con il biomateriale tratto da una famiglia di polimeri in grado di ridurre l’infiam- mazione, specialmente interagendo con i leucociti. Hanno appurato che il rivestimento riduce la risposta immunitaria del corpo. «Questa famiglia di materiali può conservare il suo carattere an- tinfiammatorio, pur adattandosi alle differenti proprietà fisiche» dice Bat- tiston, e potrebbe pertanto venire uti- lizzata per una vasta gamma di cure mediche. Nei prossimi cinque anni Battiston desidera commercializzare il rivestimento attraverso KSP2, la sua nuova start-up. Secondo l’American Academy of Im- plant Dentistry, già 3 milioni di ame- ricani sono oggi portatori di impian- ti, ma il loro numero è in crescita di 500.000 unità all’anno. A oggi, circa il 10% di tutti i dentisti americani li utilizza. Secondo le stime dell’Associa- zione americana, solo per quanto ri- guarda gli impianti dentali il mercato USA e quello europeo toccheranno i 4 miliardi e 200 milioni di entro il 2022. Dental Tribune International Oltre alla risposta dell’organismo, alla perdita precoce degli impianti posso- no contribuire fattori vari, come fumo e scarsa igiene orale (Fotografia: Anna Moskvina/Shutterstock). Ann Arbor (Michingan), USA – Una nuova tecnologia sviluppata all’UniversitàdelMichiganpotrebbeesserd’aiutopermigliorarela cura dei pazienti affetti da perdita di tessuto osseo. È stato elabora- to un polimero che trasporta una molecola specifica per ferite os- seeeche“dice”allecelluleesistentinellalesionediriparareidanni. La nanotecnologia potrebbe quindi migliorare la cura implantare o favorire il recupero di pazienti affetti da malattie parodontali. MicroRNA, una piccola molecola di RNA “non codificante” che si trova nelle piante, in animali e in alcuni virus, dà risultati promet- tenti nella ricerca clinica quale agente terapeutico in varie malat- tie, come cancro e malattie infiammatorie. Secondo i ricercatori potrebbe anche migliorare la rigenerazione ossea. «IlmicroRNAistruiscelecelluleattivandomeccanismidiguarigio- ne e osso-costruzione», spiega Peter Ma, professore di Odontoiatria e coordinatore del progetto. «È generalmente molto difficile per i microRNA aprire una breccia nella parete cellulare», dice. Tuttavia, ilpolimero-sferasviluppatodaldocenteedaisuoicolleghiconsen- te alla molecola di RNA di entrare facilmente nella cellula, favoren- do il ripristino osseo. Il vantaggio della nuova tecnologia è che usa cellule esistenti per riparare le ferite e quindi riduce la necessità di introdurneestranee,operazionedifficiledaattuarechepuòprovo- care il rigetto delle cellule estranee o lo sviluppo di tumori. Lariparazioneosseaèparticolarmentedifficileinpazienticonpro- blemi di guarigione. Di perdita ossea e problemi funzionali asso- ciati,nelmondo,nesoffronoamilioni.Maconleattualitecnologie è ancora difficile far crescere e rigenerare tessuto osseo di alta qua- lità per applicazioni specifiche. «La nuova tecnologia da noi sviluppata apre le porte a nuove tera- pie: utilizza DNA e RNA nella medicina rigenerativa arrivando a trattarealtrecomplicatemalattieumane»,diceMa.Inodontoiatria e chirurgia maxillo-facciale sono previste varie, possibili, applica- zioni, perché «potrebbe giovare ai pazienti con osteoporosi, così come a quelli sottoposti a chirurgia o a interventi di rispristino». «L’utilizzo di impianti per il ripristino delle funzioni dentali è spes- so arduo nei pazienti con bassa qualità ossea. Questa tecnologia, invece, può rigenerare l’osso in pazienti con scarsa possibilità di guarigione, consentendo il loro inserimento», ha dichiarato Ma a DentalTribuneOnline.Ancheipazienticonparodontitepotrebbero beneficiare della scoperta: «Spesso la malattia parodontale si risol- ve in una perdita dei denti, causata dalla diminuzione dell’osso di sostegno del dente. La nostra tecnologia – dice – può sfociare in un ripristinodell’ossodisostegnodeldenteoinunconsolidamentodi quelli che altrimenti cadrebbero». Intitolato “Cell-free 3D scaffold with two-stage delivery of miRNA-26a to regenerate critical-sized bonedefects”,ildocumentoèstatopubblicatoonline,il14gennaio, sulla rivista Nature Communications. Dental Tribune International L’uso di impianti dentali in pazienti con bassa qualità ossea è spesso arduo. Una nuova nano- tecnologia potrebbe ora aiutare i dentisti nel trat- tamento di tali pazienti (Fotografia: ©Lighthun- ter/Shutterstock). Teknoscienza

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