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Dental Tribune Italian Edition

11Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2016 Teknoscienza di un impianto. 2i. La sopravvivenza implanta- re è stata valutata secondo i seguenti criteri11 : Nessuna evidenza di radiotrasparenza perimplantare, assenza di in- fezioni perimplantari acute o croniche, assenza di dolenzia, assenza di parestesia. 3i. Gli impianti sono stati classi- ficati come successo se oltre ai criteri di sopravvivenza pre- sentavano perdita ossea pe- rimplantare minore di 1,5 mm nel primo anno di carico fun- zionale e minore di 0,2 mm/ anno per gli anni successivi. Il rimodellamento osseo pe- rimplantare è strato valutato radiograficamente utilizzando un software dedicato (Scion Image, Scion Corporation, Fre- derick, MD). 4i. Qualsiasi complicanza biologi- ca a carico del seno mascellare o dei tessuti perimplantari è stata registrata. 5i. Qualsiasi complicanza mecca- nica come frattura delle viti di connessione, della struttura protesica o del rivestimento estetico sono state registrate. 6i. Per valutare la soddisfazione è stato fornito ai pazienti dopo 1 anno dal carico un questio- nario riguardante l’estetica, la funzione, la fonazione, la faci- lità di mantenimento igienico. Ogni domanda prevedeva una valutazione che andava da ec- cellente a scarso. Risultati Trentadue pazienti totalmente edentuli hanno ricevuto 190 im- pianti, con i due impianti termi- nali trans-sinusali. Tutti gli impianti trans-sinusali presentavano diametro 4mm, il 95,3% erano di 15 mm di lunghez- Fig. 3c Fig. 3a Fig. 3d Fig. 3b Fig. 2b Fig. 2a Fig. 2c << pagina 10 I parametri misurati nel presente studio sono: 1i. Il successo protesico è stato valutato in base alla possibi- lità di posizionare il restauro protesico programmato senza limitazioni della sua funzio- nalità anche se con la perdita za, mentre i restanti erano lunghi 13 mm. Undici dei pazienti inclusi erano fumatori: 9 leggeri fumatori (<10 sig/die) 2 forti fumatori (>10 sig/ die). Sedici pazienti presentavano patologie sistemiche ben control- late dalla terapia farmacologica. La sopravvivenza cumulativa è stata del 98,42%. Analizzando i fallimenti è stato possibile os- servare che 3 impianti sono falli- ti prima del carico e che tutti gli impianti persi erano posizionati assialmente e non sono stati so- stituiti eseguendo la finalizzazio- ne protesica sui 5 impianti rima- nenti. La perdita ossea media durante il primo anno è stata di 0,9 ± 0,4 e 0,8 ± 0,5 mm rispettivamente per impianti assiali e angolati. Non sono state riscontrate differenze significative nel rimodellamento osseo tra i due gruppi. I risultati più significativi del questionario compilato dai pa- zienti dopo 1 anno di follow-up sono stati: L’estetica è stata giudi- cata eccellente dal 75% dei pazien- ti, nessun paziente ha giudicato l’estetica scarsa. La funzione è stata giudicata ec- cellente dal 69,2% e buona dal 30,8%. La facilità di mantenimento igie- nico è stata considerata eccel- lente dal 35,7% buona dal 42,9% sufficiente dal 14,3% e scarsa dal 7,10% mentre la fonetica è stata considerata eccellente dal 70% dei pazienti, buona dal 15,7% e suffi- ciente dal 14,3%. Tutti i pazienti hanno confermato un miglioramento della qualità della vita in seguito alla riabilita- zione implanto-protesica. Le complicanze biologiche che sono state registrate sono: una perimplantite e tre casi di muco- site; nessun paziente ha sviluppa- to infezioni del seno mascellare. Le complicanze protesiche si sono limitate allo svitamento della vite di connessione (17,5% dei casi) e chipping della componente este- tica (30% dei casi); le complican- ze protesiche sono state risolte senza la necessità di rimuovere la struttura e inviarla al laboratorio odontotecnico per la riparazione. Le complicanze protesiche rileva- te non hanno determinato il falli- mento protesico. Discussione Il razionale di questa tecnica chi- rurgica è sfruttare i vantaggi of- ferti dall’inserimento di impianti inclinati non solo sfruttando l’os- so nativo, ma associando la latera- lizzazione distale della membra- na del seno mascellare. Molti studi hanno dimostrato che la densità ossea è un fattore determinante per il successo im- plantare12,13 ; la tecnica proposta ottiene la stabilità primaria in- gaggiando 3 corticali: la corticale presente sulla cresta ossea resi- dua, il pavimento del seno ma- scellare e la parete anteriore del seno mascellare. >> pagina 12

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