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Cosmetic dentistry_beauty & science

25dentistry 3_2015 cosmetic cesso nella regione del sottosquadro subgen- givale sulla superficie distoassiale, come descritto in precedenza. L’uso del laser ha faci- litato la rimozione del tessuto e la simultanea emostasi, realizzando le condizioni ideali per l’adesione. È stata scelta la lunghezza d’onda di 940 nm in quanto assorbita in modo otti- male dall’emoglobina e dall’ossiemoglobina. La perforazione subgengivale e la riparazione sono visibili in questa immagine, insieme al composito traslucente usato dal dentista per il moncone precedente. È stato deciso che la completa rimozione del composito esisten- te avrebbe probabilmente causato un danno maggiore alla struttura dentale residua e quin- di la preparazione è stata limitata a questo punto. È stato utilizzato un liquido rilevatore di carie (Caries Detector, Kuraray) per visua- lizzare e rimuovere la massa batterica residua, assicurando una base di dentina dura e pulita. Dopo l’applicazione di un filo retratto- re asciutto #0 (Ultrapak, Ultradent) nel solco gengivale buccale, si è eseguita la microabra- sione ad aria con particelle di ossido di allumi- nio da 50 micron per una maggior ritenzione micromeccanica. È stata eseguita la mordenzatura con acido ortofosforico al 33%, seguita dall’applicazione di un sistema adesivo total etch 3-step di 4a generazione (Optibond FL, Kerr). Lo strato iniziale era il guscio linguale, creato a mano libera per i denti 11 e 21 con l’uso di una matrice Mylar. Sarebbe stato più facile creare lo strato iniziale mediante l’uso di una mascherina in putty realizzata da una ceratura diagnostica, ma il paziente ha scelto di omettere questo passaggio a causa di limiti economici. Lo strato iniziale era spesso circa 0,3 mm, ristabiliva la lunghezza e le propor- zioni desiderate del dente, ed è stato realizzato con una tinta smalto traslucente bianco latte. Per questa struttura è stato utilizzato Amaris (VOCO) nella tinta TN (translucent neutral). L’obiettivo dello strato successivo era quel- lo di iniziare a mascherare il più possibile lo sfondo traslucente con tinte dentina opache. L’opacità sarebbe stata applicata in modo da bloccare la visibilità delle linee di giunzione. Il non ottenimento di ciò avrebbe portato a un risultato finale meno estetico. In questo caso, il limite era lo spessore e la traslucenza del nucleo residuo a causa dei materiali usati in passato. È stato utilizzato Amaris O3 (Opaque #3) nella regione disto-assiale negli strati più pro- fondi per visualizzare se questa tinta fosse Fig. 6_Iniziale stratificazione profonda nell’aspetto distobuccale mediante Amaris O3. Fig. 7_Stratificazione secondaria del rospo di dentina mediante Amaris O2. In questo strato vengono modellato i lobi dentali interni e i dettagli incisali. Fig. 8_La traslucenza incisale del prodotto finale viene aumentata mediante l’applicazione di Amaris HT sul quinto incisale del dente e successiva polimerizzazione. Fig. 9_Sfere di composito Amaris polimerizzate applicate sul dente 11 per valutare se TN (valore più basso) o TL (valore più alto) rappresentino meglio la situazione finale. Fig. 6 Fig. 8 Fig. 7 Fig. 9 special _ restauro in composito

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