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Dental Tribune Italian Edition No. 4, 2018

Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2018 Gestione dello Studio 7 Per un buon rapporto terapeutico occorre il principio di reciprocità Riporto un caso ancora “sub judice” che ha avuto avvio nel 2006. Un colle- ga di Brescia inizia una riabilitazione protesica in una paziente di allora 45 anni. Già in cura da circa 15 anni pres- so altri odontoiatri per problemi di carattere parodontale, si presenta in stato di profondo scadimento clinico orale. Mancanza di elementi dentari (denti residui nel numero di 7 all’ar- cata superiore e di 6 a quella inferio- re), tasche fino a 10-12 mm, mobilità di grado avanzato, sanguinamento esteso, riassorbimento osseo di tipo orizzontale superiore e inferiore. In considerazione di tale situa- zione clinica, il piano curativo rende impossibile una riabilitazione pro- tesica fissa con gli elementi dentari presenti nonché il posizionamento di un numero sufficiente di elementi implantari. In accordo con la pazien- te, il curante opta per una soluzione protesica rimovibile tipo over-dentu- re su cappette metalliche ancorate su monconi naturali dei denti residui. Scelta condivisibile in funzione dell’opportunità di ridurre e uni- formemente distribuire il carico occlusale sui denti (o ciò che ne ri- mane), auspicando una prognosi meno infausta, e procrastinando la possibilità/necessità di inserimento implantare, senza comunque dover sostituire le protesi realizzate ma semplicemente adattandole. Il lavoro protesico viene ultimato nell’ottobre 2007. Seguono regolari controlli con i necessari e routinari interventi di manutenzione, quali ri- basature, ritocchi e igiene orale. Dal- la cartella clinica del curante (da me assistito) risulta che la paziente gesti- sce la tempistica dei controlli richie- sti in maniera molto “personale”, con intervalli abnormi rispetto a quanto concordato, obbligando il curante ad imprevisti e ripetuti interventi di “ri- pristino” ben oltre il concetto di assi- stenza. Sempre dalla cartella clinica risulta che nel mese di maggio 2012 la paziente sospende in maniera uni- laterale ed arbitraria tali controlli. Attraverso il proprio personale e con comunicazione telefonica e po- stale, il curante tenta di contattare la paziente, con un nulla di fatto. Nel gennaio del 2016 (dopo circa 4 anni di silenzio) giunge sul suo cellulare personale un sms della paziente con richiesta d’incontro per chiarimenti riguardo al lavoro protesico eseguito anni addietro. Incontro che avviene dopo pochi giorni senza portare a con- clusioni, nel senso che sostanzialmen- te al curante non viene formulata al- cuna richiesta concreta e costruttiva. Nel contesto dell’incontro prov- vede comunque a eseguire fotogra- fie e OPT, documentando lo stato attuale della paziente. Senza giusti- ficazione alcuna, dopo alcuni giorni nuovo sms con richiesta di prepara- re la documentazione clinica della < pagina 6 ULTRADENT stessa forma o misura i rapporti esi- stenti fra due soggetti”. Al di là delle differenti “mansioni”, competenze e responsabilità, tradotto nel rapporto odontoiatrico, quel concetto definisce fra curante e paziente, un equilibrato e speculare parallelismo comporta- mentale, basato sulla reciproca corret- tezza, lealtà e fiducia, essendo dinanzi alla Legge tutti uguali, con stessi diritti e doveri (o almeno così dovremmo). Di qui pertanto alcune sintetiche considerazioni. Il curante non ha mai ricevuto, durante tutto l’iter terapeutico, alcu- na lamentela concreta da parte della paziente. Usiamo il termine concreto per definire una critica diversa dalle comuni e costanti doglianza dei pa- zienti in cura, specie quando prote- sizzati e con protesi mobili rimovibili. La paziente interrompe sponta- neamente e unilateralmente i con- trolli. Per quasi quattro anni dal maggio 2012 a gennaio 2016 nessun controllo è possibile effettuare sulla paziente né alcuna comunicazione perviene dalla medesima. Si presenta solo nel gennaio 2016 con una situazione orale, oltre che disastrosa, modificata rispetto all’ul- timo appuntamento e con interventi operati da altro/i professionisti. In caso di contestazioni cliniche, il curan- te deve tuttavia essere informato in- nanzitutto delle problematiche mosse dalla paziente e quindi, posto in condi- zioni di verificare quanto contestato e soprattutto messo nella condizione di rimediare all’eventuale danno impu- tatogli. Rilevare d’emblée una varia- zione sostanziale di quanto eseguito, operata da altri, può sollevare il profes- sionista da ogni responsabilità, di tipo contrattuale ed extra. Lascia perplessi la comunicazione via sms, in spregio alle regole di pras- si, forma ed educazione più elementa- ri. Eccetto la raccomandata del legale, al febbraio 2017 nessuna comunica- zione è giunta al curante dal paziente. Risulta pertanto doveroso do- mandarsi: - Quali critiche all’operato del cu- rante possono essere mosse? - Si possono individuare e quali, degli elementi a favore della paziente? - Un eventuale consulente di par- te quali appunti critici potrebbe muovere al curante? - Quale “senso” di verità e atten- dibilità la citazione del legale potrebbe contenere e quale pos- sibilità di serena valutazione il giudice potrà trarne? - A quanto l’asticella della tolle- ranza professionale potrà essere ulteriormente elevata? Ai lettori l’”ardua sentenza”. Mario Turani paziente per il ritiro, cosa che avvie- ne nei giorni successivi. Dall’ultimo incontro con la paziente (gennaio 2016) e per tutto l’anno non risulta- no contatti o comunicazioni da parte della paziente. Solo nel febbraio 2017 (dopo 1 anno) al curante perviene raccomandata del suo legale con ri- chiesta di ogni possibile danno, resti- tuzione dell’onorario ricevuto (circa 15.000 €) e corrispettivo di spese fu- ture che la paziente dovrà sostenere. Considerazioni Non si vogliono qui porre considera- zioni di carattere medico-legale, per- ché più interessanti sembrano quelle di carattere più generale, etico e com- portamentale. Parliamo di concetto di reciprocità definibile come “rapporto dinamico di parità che collega nella Il medico e l’odontoiatra del fu- turo dovranno pertanto imparare a comunicare col paziente. La sem- plice sottoscrizione di un modulo di consenso generico e raffazzo- nato non servirà più a nulla, anzi sarà paradossalmente una prova “contro” il medico, utilizzabile dal paziente per dimostrare la lacuno- sità dell’informazione ricevuta. Un ottimo ausilio potrà essere dato dall’utilizzo di strumenti digitali per la redazione di consensi informa- ti ad hoc, ovvero di app o programmi in grado di generare consensi infor- mati con uno schema generale fisso ma con all’interno specifiche perso- nalizzazioni comunicative basate sul- le esigenze del singolo paziente. Anche in questo caso, tuttavia, il medico dovrà sempre tenere a mente che lo strumento digitale coadiuva e assiste nel colloquio in- formativo ma mai potrà sostituire tale colloquio e l’obbligo comuni- cativo che ne consegue. In buona sostanza la nuova leg- ge non richiede al medico o all’o- dontoiatra una laurea aggiuntiva in Scienze della Comunicazione, bensì di porre maggiore attenzio- ne a una comunicazione persona- lizzata e connotata alle esigenze informative del paziente. Stefano Fiorentino, www.studiolegalefiorentino.it Mosaic, Composito Nano-Ibrido Universale Mosaic è il nuovo composito universale che bilancia perfet- tamente estetica e performan- ce per restauri della massima qualità, duraturi e dall’effetto naturale. Può essere utilizzato per tutte le tipologie di restauro, semplici o complesse ed è indica- to per la realizzazione di restauri diretti ed indiretti (inlay, onlay e faccette) nei settori anteriori e posteriori. La sua formulazione nano-ibrida contiene riempitivi di vetroceramica a base di zirco- nia/silicio e particelle di silice di 20 nm. Mosaic ha una eccellente modellabilità, grazie alla consi- stenza liscia e morbida; non si attacca agli strumenti, non cola, ha un’alta lucidabilità resistente nel tempo ed un’ottima resisten- za all’abrasione. Il nuovo compo- sito universale è disponibile in 20 masse intuitive per risultati predicibili e naturali e una scala colori unica nel suo genere, rea- lizzata con composito stratifica- to a spessore progressivo (per le masse di dentina). Welcome VALO Grand, la nuova lampada LED per la fotopolimerizzazione della famiglia VALO! doppio pulsante di accensione/spegni- mento, posti rispettivamente uno sul fronte della lampada ed uno sul retro per un utilizzo più intuitivo. Il focus dell’industria su una gestione dello Studio più efficiente ha aumenta- to fra i dentisti la richiesta di una lam- pada che fornisca un’energia superiore con tempi di fotopolimerizzazione più corti. La lampada LED ad ampio spettro VALO fa esattamente questo. La pluri-premiata linea di lampade VALO include la versione tradizionale VALO con filo, la VALO Cordless (dispo- nibile anche in diversi colori) e ora an- che la VALO Grand. Ognuna offre una combinazione unica di caratteristiche che permettono al professionista di erogare con costan- za la giusta potenza, nel punto giusto e con garanzia allo stesso tempo di fa- cilità di accesso e resistenza nel tempo. Ed in più, grazie all’introduzione della VALO Grand, a tutti i benefici della lam- pada VALO se ne aggiunge un altro: una lente più grande del 50% (12 mm) che permette di coprire direttamente una superficie più ampia e avere quindi ga- ranzia di una perfetta fotopolimerizza- zione. Inoltre VALO Grand è dotata di un Per maggiori informazioni contattare i Referenti territoriali Ultradent o contattare il Numero Verde: 800.830.715. Ultradent Italia srl Via G.L. Bernini, 7 - 20094 Corsi)o (Mi) - Italia info@ultradent.it

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