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Dental Tribune Italian Edition No. 5, 2018

II CONGRESSO Management dello studio e della professione odontoiatrica 6 6 Trasformare lo studio odontoiatrico in un’IMPRESA di SUCCESSO_2 Dental Tribune Italian Edition Maggio 2018 Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2018 Per informazioni: Tel. +39 011 311 06 75 – Email: segreteria@tueorservizi.it - http://www.managementodontoiatrico.it/ Quesito: il paziente informato è un problema o una risorsa? convinzione che un buon livello di informazione migliora la qualità di vita e riduce i costi sanitari. Per questo motivo sono molto comuni programmi educativi per i cittadini. Il desiderio di informarsi sulla salute fino a qualche anno fa veni- va soddisfatto esclusivamente dai mezzi di comunicazione tradiziona- li come riviste, giornali, radio e tele- visione, ma l’avvento della Rete ha offerto la possibilità di svolgere un ruolo attivo nella ricerca e reperire uno smisurato numero di risposte e informazioni. Uno studio realizzato dal Censis indica che il 32,4% degli italiani utilizza Internet per ottene- re notizie sulla salute e, di questi, il 90,4% effettua ricerche su specifi- che patologie, il 58,6% cerca medici e strutture cui rivolgersi. In questa situazione creatasi nel giro di pochi anni, gli odontoiatri si trovano spesso a confrontarsi con pazienti sempre più informati che esprimono indicazioni sugli orienta- menti terapeutici e desiderano par- tecipare alla pianificazione del per- corso di cura. Il tempo per adattarsi a questa condizione del tutto nuova è stato davvero esiguo e la velocità di questa trasformazione ha spiazzato soprattutto i professionisti con più anni di anzianità alle spalle. Ci si domanda spesso se questa ten- irreversibile, denza, evidentemente rappresenti un ostacolo o una possibi- le opportunità di miglioramento nella relazione. Continuando a ripetere che “un tempo era meglio e i pazienti era- no diversi” non si fanno passi avanti e non si mette in campo quella flessibili- tà che deve essere dote indispensabile di chi si prende cura delle persone. È necessario comprendere che le convinzioni che il paziente si è cre- ato fanno ormai parte della sua re- altà e che è necessario confrontarsi. Con esse. Reazioni da parte dell’o- dontoiatra come sminuire, fare sarcasmo, minimizzare, tranquil- Tra le numerose variabili che stanno trasformando il rapporto tra odon- toiatra e paziente c’è sicuramente l’alfabetizzazione sanitaria, con cui si intende l’insieme delle «abilità cognitive e sociali che motivano gli individui e li rendono capaci di ac- cedere, comprendere ed utilizzare le informazioni in modo da promuo- vere e preservare la propria salute» (Nutbeam, 1998). In pratica, essere alfabetizzati consente di: - Trovare le informazioni su temi sanitari e servizi; - Comprendere quelle di natura sanitaria; - Valutarle per credibilità e qualità; - Esprimere con chiarezza doman- de e opinioni L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera l’afabetizzazione capace di incidere positivamente sull’empowerment, cioè sul “proces- so di crescita, sia dell’individuo sia del gruppo, basato sull’incremento della stima di sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione, che con- sente all’individuo stesso di cono- scere ed esprimere il suo potenziale”. La letteratura scientifica mette in stretta relazione l’alfabetizzazio- ne sanitaria col livello di salute del- la popolazione, facendo notare che a buoni livelli di conoscenza e con- sapevolezza corrispondono migliori livelli di salute e viceversa. In diver- si paesi europei esiste da tempo la lizzare bonariamente o mostrare un comportamento direttivo, pro- ducono l’unico risultato di alzare barriere nella comunicazione. L’atteggiamento più efficace do- vrebbe essere invece quello di rac- cogliere informazioni precise su quanto il paziente sa e su come ha acquisito le notizie, valorizzando il suo sforzo di conoscenza e guidan- dolo in una ricerca sulla Rete più consapevole e mirata, per non crea- re convinzioni distorte e irreali. La relazione tra odontoiatra e pa- ziente sta cambiando e moltissimi studi dimostrano come da un rappor- to più paritario ed efficace derivino l’aumento dell’aderenza ai trattamen- ti e la diminuzione dei contenziosi medico-legali. Sta a noi adattarci ai tempi che cambiano e iniziare a par- lare lo stesso linguaggio delle persone. Michele Cassetta, medico odontoiatra Professionista inconsapevole? Non se lo può permettere Il tempo in cui il professionista po- teva serenamente svolgere il suo mandato demandando a terzi pro- blematiche amministrative e in- combenze fiscali, volge oramai al tramonto. In epoca di digitalizzazione, di internazionalizzazione delle profes- sioni e – ahimè – di scarsa indulgen- za della Pubblica amministrazione, non è più concesso concentrarsi sul proprio operato professionale senza avere al contempo una preparazio- ne di base su temi giuridici, ammi- nistrativi e fiscali. Sia chiaro: l’organizzazione dell’E- rario è estremamente più evoluta di quanto non lo fosse anni fa ma la semplificazione fiscale tanto paven- tata tarda a manifestarsi. Vi è anzi una recrudescenza delle incomben- ze. Questo nonostante gli intenti pro- fessati da un Legislatore dimostratosi coerente nei suoi proclami e ritardi a dispetto dei diversi colori politici che si sono avvicendati. Se da un lato è in effetti divenuta realtà la “compliance” con i contri- buenti, che garantisce finalmente l’apertura di un dialogo preventivo in luogo alla sanzione immediata in caso di presunti errori, d’altro canto è tangibile l’intensificazione degli adempimenti e dei controlli. E con essa anche la severità dimo- strata su inottemperanze talvolta davvero residuali. Si pensi anche solo al c.d. Sistema Tessera Sanitaria. Una trasmissio- ne dati obbligatoria per mettere a disposizione dell’Agenzia delle en- trate le informazioni concernenti le spese sanitarie sostenute dai cit- tadini. Il tutto per permettere al Fi- sco di sbandierare l’efficienza delle nuove “dichiarazioni precompilate” da questi introdotte. Complimenti all’Erario… ma il la- voro lo facciamo noi. E gratis. Anzi con sensibile aggravio di costi e con rischi inusitati visto che si paven- tano sanzioni di decine di migliaia di euro erogate peraltro non per un oggettivo illecito, ma anche solo per semplici dimenticanze o errori. A queste incombenze relativa- mente recenti, si aggiunge poi un estro creativo radicato nell’esercizio dei controlli classici. Lo scorso feb- braio ad esempio l’ordinanza n. 4168 della Corte di Cassazione ha dato ra- gione al Fisco in un contenzioso ai danni di uno studio odontoiatrico perché aveva ritenuto di poter rico- struire i redditi del dentista basan- dosi in via prevalente sul numero di guanti monouso da questi utilizzati. Sui guanti… tutto lì. Ad ogni paio doveva corrispondere un paziente e l’importo dell’onorario per pazien- te lo avrebbe deciso l’agenzia delle entrate in via “induttiva”. Il che sa- rebbe per tutti fonte di ilarità, non fosse per l’enorme danno cagionato al dentista. Ed i guanti gettati? Le scatole per- se? Il cambio frequente a dimostra- zione di una particolare attenzione igienica? Il fatto che il dentista fosse risultato in regola con le scritture contabili e finanche con gli studi di settore? Nulla da fare. Il «guantome- tro» - come lo ha ribattezzato il Sole 24 ore – non ha perdonato. Dinnanzi a queste incombenze non resta al professionista che for- marsi preventivamente onde pre- venire quanto più possibile le pro- blematiche. E non può essere una formazione superficiale, bensì co- stante e continua. La disinformazio- ne infatti è dietro l’angolo, spesso ri- lanciata anche da riviste di categoria. Si pensi all’introduzione dell’Iri, che a detta di molti avrebbe dovu- to garantire importanti risparmi fiscali anche agli studi medici, ma che in realtà era espressamente in- terdetta ai professionisti. Eppure la “bufala” trovò amplio spazio per diversi mesi. Più di recente è stata la volta del- la deducibilità integrale dei corsi di aggiornamento che a detta di mol- te riviste sarebbe già attiva sin dal momento in cui venne presentato il disegno di legge, ma che nella realtà dei fatti è divenuta una possibilità concreta solo da pochi mesi. L’assenza di talune nozioni o an- che solo la loro scarsa conoscenza è oramai un vero è proprio male latente… per fronteggiare il quale solo un dialogo costante con il pro- prio consulente e, soprattutto, una formazione costante e qualificata fungono da terapia. Quest’ultima in particolare, tanto più che la formazione professionale ora è realmente tutta deducibile. Alfredo Piccaluga, dottore commercialista

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