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Dental Tribune Italian Edition No. 12, 2016

12 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Dicembre 2016 È la motivazione che parla al cuore, non le informazioni < < pagina 11 DTO: Ha sempre spinto con grande forza la promozione della profilassi tra i professionisti del dentale, tenendo, tra l’altro, moltissime lezioni in Polonia, per 12 anni. Qual è stata la sua esperienza in questo senso? TF: Abbiamo senza dubbio raggiun- to molti successi in Polonia durante tutti i corsi che abbiamo tenuto. Si tratta di un approccio piuttosto nuovo, nessun altro spinge così l’i- dea di corsi e seminari sulla profi- lassi orale espressamente dedicati ai dentisti e concentrati in uno o due giorni. Il corretto uso dello spazzo- lino non era materia universitaria all’epoca dei miei studi; una volta completato il corso, il soggetto ha finalmente una conoscenza appro- fondita del suo corretto utilizzo e dei migliori prodotti da scegliere. Secondo la mia opinione il prodotto più utile è lo scovolino interdentale seguito dallo spazzolino. DTO: Ha affermato anche di aver lavorato con persone al di fuori dell’odontoiatria e aver persino cercato di convincere i politici a promuovere la profilassi. TF: Certo, nel tempo abbiamo tenu- to grandi workshop con centinaia di partecipanti, ma anche incontri che mi hanno lasciato un po’ perplessa. Per esempio, organizzammo dei cor- si di prevenzione orale nelle scuole e negli asili di una piccola città fuori Varsavia la scorsa estate. Il sinda- co fu invitato e mi dedicò un’ora del suo tempo durante la quale gli esposi il mio punto di vista sul tema e gli parlai del perché la prevenzio- ne fosse così importante. Per tutta risposta mi disse che prima di tutto bisognava stabilire se ne esistesse una reale necessità di promozione tra i bambini dell’asilo. Ne fui delu- sa, lo ammetto, perché non ero sta- ta in grado di convincerlo riguardo all’importanza della profilassi e del- la validità dei miei principi. Proprio dopo quell’incontro mi sono ricor- data di uno studio che avevo letto e che riguardava la prevalenza di ca- rie tra i dodicenni europei con den- tizione permanente. In Germania 0,7 denti mostravano carie contro i 3,2 denti in Polonia, un numero che comprendeva anche denti che do- vevano essere rimossi a causa delle stesse carie o di lesioni conseguenti. Una combinazione creata da consu- mo di zucchero e pulizia insufficien- te rappresenta la causa più frequen- te delle carie in Polonia: in effetti, i polacchi consumano più zucchero dei tedeschi. Alla luce di questi dati sui dodicenni, quale crede possa es- sere la situazione per gli adulti? È evidente che c’è un grande bisogno di igienisti dentali in Polonia, ma i dentisti non vogliono impiegarli. DTO: Qual è dunque lo stato della salute orale in Polonia? TF: Personalmente, credo che il tema non goda di adeguata attenzione. In Polonia ci sono strutture private e pubbliche e, come avviene per esem- pio in Gran Bretagna, le strutture pubbliche devono essere approvate dalla Narodowy Fundusz Zdrowia, il fondo sanitario nazionale polacco. Già dagli inizi degli anni Novanta abbiamo assistito a un grande pro- gresso nelle attrezzature dentali e nelle strumentazioni presenti nelle nostre cliniche. Inoltre, se parago- niamo l’educazione dentale polacca con quella tedesca, si può rilevare che gli studenti polacchi fanno più esperienza clinica, la Polonia ha una delle reti più ricche di studi dentisti- ci privati di tutta l’Unione Europea. Nonostante questo, il 50% dei denti- sti lavora senza un assistente. Come possono guadagnare consapevolez- za riguardo alla prevenzione se sono concentrati solamente sul restauro? Ci sono circa 20 associazioni den- tali in Polonia, tre si occupano di implantologia, ma nessuna di profi- lassi. Per 12 anni ho visitato gli studi dentistici in Polonia. All’inizio, i miei corsi sulla prevenzione erano fre- quentati da 200 o 300 dentisti che volevano aggiornarsi. Nel tempo, però, ho assistito a un calo di interes- se e lo scenario è cambiato: i dentisti devono capire che migliorare la preven- zione e investire nel- la profilassi serve a guadagnare di più e non è una perdita di tempo. Assumendo un igienista dentale si può aumentare l’introito fino a 200 euro per ogni seduta di un’ora, i benefici finanziari sono evidenti. DTO: Come possiamo promuovere la prevenzione in odontoiatria? TF: Non è semplice, anche perché la prevenzione ha bisogno di essere abbinata ad altri fattori, come per esempio la motivazione e la comu- nicazione con i pazienti. La preven- zione migliore, infatti, passa per l’aggiornamento individuale, an- che se alcuni lo ritengono uno sfor- zo oneroso. Il dentista può spendere ore e ore parlando del bisogno di ridurre gli zuccheri, del corretto uso dello spazzolino e dell’anda- re dal dentista due volte all’anno, tuttavia le sole informazioni non parlano al cuore della gente, solo la motivazione lo raggiunge. Questa è la sfida che sta dietro a tutta l’o- dontoiatria preventiva, soprattutto in quella pediatrica. La prevenzione è la mia passione e sono sicura che può diventare la passione anche di tanti altri colleghi. Prima la si inse- gna e prima si raggiungono risul- tati di successo. Può essere difficile cambiare la abitudini di un qua- rantenne, ma un bambino di sette anni è più facile da convincere: se si insegna loro la giusta tecnica, sin dall’asilo, poi trasferiranno tale sapere anche ai genitori. In Germa- nia c’è una canzone che si usa negli asili per aiutare i bambini a lavarsi i denti. Ha un bel ritmo e coinvol- ge tutta la famiglia (“La mamma si lava i denti, anche papà si lava i denti…”): l’ho tradotta in polacco e usata in molti dei miei corsi, con mia grande sorpresa ha funziona- to sempre. Due volte all’anno inse- gniamo ai bambini come lavarsi i denti, ci sediamo con loro, parliamo di zucchero, frutta e igiene quoti- diana. Io dico a tutti loro che quan- do hanno finito di giocare devono lavarsi le mani e, allo stesso modo, quando hanno finito di mangiare devono lavarsi i denti. Amo il mio lavoro e continuo ad amarlo ogni giorno. Grazie molte per l’intervista. Dental Tribune International La dott.ssa Teresa Fehrenbach si appassiona nel parlare di scovolini interdentali (Foto: Dental Tribune International). I batteri orali, potenziali responsabili dell’emicrania enzimi ossido-nitrici fossero signi- ficativamente più abbondanti nei batteri emicranici. I composti che contengono i ni- trati sono stati identificati come responsabili del mal di testa. Pos- sono trovarsi nel cibo – come la carne e le verdure a foglia verde – e in certe medicine. I batteri ora- li sono in grado di trasformare i nitrati in nitriti, i quali, una volta in circolazione nel sangue e sotto certe condizioni, possono essere convertiti in ossido. Nonostante la ricerca indichi una potenziale correlazione tra i batteri che riducono i nitrati nella cavità orale e l’emicrania, sono necessa- rie ulteriori verifiche per stabilire se questi batteri siano la causa o la risultante delle emicranie, o ancora se vi sono indirettamente legati in qualche altro modo, hanno detto i ricercatori. Secondo la Migraine Research Foundation, circa un mi- liardo di persone nel mondo (38 milioni solo negli Stati Uniti) soffre di emicrania, rendendola la terza malattia più diffusa al mondo. In ogni caso, più della metà di queste patologie non è diagnosticata poi- ché gli individui non cercano cure mediche. Lo studio, intitolato “Migraines are correlated with higher levels of ni- trate-, nitrite-, and nitric oxide-re- ducing oral microbes in the Ameri- can Gut Project Cohort”, è apparso il 18 ottobre su mSystems, un giornale open access pubblicato dalla Ame- rican Society for Microbiology ed è stato condotto presso la University of California, San Diego School of Medicine. Dental Tribune International La Jolla, USA – Il mal di testa, e l’e- micrania in particolare, sono ma- lattie ampiamente diffuse e hanno il potere di inficiare la qualità della vita di milioni di persone. Una nuo- va ricerca ha messo in luce come le persone che soffrono di emicrania mostrino un numero significativa- mente maggiore di microbi nella propria bocca. Nello studio, i ricercatori hanno iso- lato batteri da 172 campioni orali e da 1.996 campioni fecali, scoprendo che la maggioranza di loro si divide- va tra emicranici e non emicranici. Un’ulteriore analisi dei campioni orali ha messo in luce come i geni che codificano i nitrati, i nitriti e gli Milioni di persone nel mondo soffrono di emicrania. La condizione può essere asso- ciata ai batteri presenti nella cavità orale (Foto: ©Piotr Marcinski/Shutterstock).

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