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Dental Tribune Italian Edition No. 6, 2016

9 Dental Tribune Italian Edition - Giugno 2016 News Internazionali I risultati si vedono. F22 Aligner no. F22 Aligner garantisce un adattamento preciso alla morfologia dentale per un controllo perfetto del movimento pianificato. • Trasparenza superiore a qualsiasi altro allineatore • Fitting ottimizzato per un miglior controllo dei movimenti ortodontici • Progettazione del set-up e consulenza del team di Ortodontisti della Scuola di Ferrara dall’inizio alla fine di ogni trattamento • Tempi di progettazione, realizzazione e consegna molto rapidi Ideato dal Prof. Giuseppe Siciliani e dal Teamdell’UniversitàdegliStudidiFerrara I risultati si vedono. F22 Aligner no. sweden-martina.com Team dell’Università di Ferrara La formazione odontoiatrica deve avere come base quella medica e viceversa In concomitanza con la SCANDEFA Industry Exhibition, l’Associazione Dentale Danese ha nuovamente tenuto, dal 28 al 30 aprile, il suo meeting annuale al Bella Center di Copenhagen. Nella conferenza del 30 aprile, Thomas E. Van Dyke, vicepresidente di ricerca clinica e traslazionale all’Istituto Forsyth di Cambridge (USA), ha parlato del cambiamento del ruolo del dentista nel sistema sanitario, intrattenendosi con Dental Tribune Online sulla necessità di una collaborazione interdisciplinare tra le cure mediche e dentali per un possibile completamento della formazione odontoiatrica. DT Online: Vari studi hanno accertato collegamenti sistemici tra malattia parodontale e cardiovascolare, demenza e diabete. Alla luce di tali conoscenze come saranno i futuri cambiamenti dell’odontoiatria? Van Dyke: Credo che saranno cam- biamenti di grande portata. Il den- tista non può ignorare l’incidenza della patologia orale nel quadro di un benessere generale del pazien- te, deve conoscere la fisiopatologia di base delle principali malattie dell’invecchiamento, quelle che esercitano maggior impatto sul- la società; al contempo i medici hanno bisogno di una conoscenza basilare della fisiopatologia delle affezioni del cavo orale. In futuro il lavoro di squadra sarà fondamen- tale per fornire al paziente le cure migliori. Nonostante lo screening medico nel trattamento dentale si sia dimostrato economicamente vantaggioso e conveniente per la salute del paziente, non vi è stata, finora, una sua attuazione diffusa nello studio del dentista La risposta è direttamente correla- ta alla domanda precedente. L’im- pegno del dentista si concentra tradizionalmente sulla diagnosi e la cura della patologia orale. Il nuovo concetto comporta invece la consapevolezza che esiste una correlazione tra le malattie orali e quelle sistemiche - e viceversa - e nel prendere parte attiva a iden- tificare soggetti a rischio di pato- logie non trasmissibili. Inoltre, in certi casi, nel far parte del team di assistenza sanitaria durante lo screening della malattia. Per esempio, è stato dimostra- to che nella popolazione tra i 40 e i 60 anni, età in cui il rischio di diabete di tipo 2 aumenta, la frequenza di visite mediche (ov- viamente in assenza di patologie gravi) si verifica a una distanza di cinque o dieci anni. Eppure, questi stessi individui vanno in genere dal dentista due volte l’anno per controllare la bocca. La frequenza di tali visite offre l’opportunità di fare uno screening per la misu- razione dell’emoglobina glicata (HbA1c) come parte di un esame di routine. > > pagina 10 Thomas E. Van Dyke durante il suo interven- to su “The future role of the dentist in the health system”, svolto il 30 aprile presso il Bella Center di Copenhagen. (Foto: privata)

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