Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition No. 6, 2016

10 Dental Tribune Italian Edition - Giugno 2016 News Internazionali < < pagina 9 Il dentista non diagnosticherà o fornirà cure per il diabete, tutta- via valori anormali dovrebbero indurre a rivolgersi al medico per un controllo. I dati parlano chiaro: il tasso di identificazione di pazienti con prediabete o diabete di tipo 2 diagnosticati in questo modo è elevato. Il che rende economica- mente vantaggioso l’avvio delle procedure citate. Considerando che la maggior parte dei casi di diabete di tipo 2 vengono dia- gnosticati fino a 15 anni dopo l’esordio, quando le persone ma- nifestano già delle complicanze, è evidente, per il loro trattamento, quale sia il beneficio a lungo ter- mine della riduzione dei costi. Ritiene che occorra fare uno sforzo per intensificare la collaborazione tra cure dentistiche e mediche, cominciando innanzitutto dalla formazione dei dentisti? Sì, e anche dei medici. Su questo tema esiste chiaramente un gap nella formazione di entrambi e sul loro comportamento. Come i dentisti dovrebbero ricercare de- terminate patologie sistemiche, così i medici dovrebbero fare al- trettanto con le patologie orali e riferirle ai dentisti. La formazio- ne odontoiatrica è correttamen- te concentrata sulle procedure, mentre i dentisti sono essenzial- mente dei chirurghi. Tuttavia, la loro formazione deve compren- dere una cultura medica di base e una formazione nell’applica- zione clinica di tali conoscenze. Ad oggi tutto ciò non è adegua- tamente preso in considerazione. I professionisti del dentale dovranno cambiare la percezione del loro ruolo, guardando a se stessi come fornitori di servizi sanitari più ampi? Sì, tutti i professionisti della Sanità, a prescindere dalla loro specializ- zazione, hanno la responsabilità di una completa visione del paziente, non soltanto di quella legata alla loro area di competenza. Quali sono, in generale, le principali sfide dell’assistenza sanitaria odontoiatrica? La medicina personalizzata, che include l’odontoiatria, è chiara- mente l’avvenire dell’assistenza sanitaria. La sfida del futuro è garantire l’inclusione dell’odon- toiatria a ogni livello. Questo implica una corretta formazione dei dentisti e dei nostri colleghi medici in modo che collaborino, includendo le cartelle odontoia- triche in quelle cliniche, assicu- randosi che i dentisti abbiano accesso all’ambito medico e allo stesso tempo, se del caso, poter attuare meccanismi di rimborso adeguati. Kristin Hübner, DTI La presenza di batteri in bocca potrebbe aumentare il rischio di cancro al pancreas NEW YORK, Stati Uniti – Si è scoperto che il ri- schio di sviluppare il cancro al pancreas è asso- ciato a specifici batteri nella bocca. Si spera che la ricerca permetta un trattamento precoce e più preciso della malattia che rappresenta una delle più comuni cause di morte da cancro negli uomini e nelle donne, con più di 40.000 decessi annuali nei soli Stati Uniti. Altri studi hanno dimostrato che i pazienti affetti da cancro del pancreas sono spesso anche vittime della malattia parodontale, di carie e in genera- le di cattive condizioni di salute orale. Pertanto, il gruppo di ricerca della NYU Langone Medical Center si è impegnato nella ricerca di collegamen- ti diretti tra la composizione dei batteri che cau- sano la malattia orale e il successivo sviluppo del cancro al pancreas. Si è confrontato il contenuto di batteri in campioni di collutorio di 361 uomini e donne americani che avevano sviluppato il cancro al pancreas con quel- lo di 371 campioni di persone di simile età, sesso ed etnia che non avevano sviluppato la malattia. I ricercatori hanno così scoperto che gli uomini e le donne con microbiologia del cavo orale com- prensiva di Porphyromonas gingivalis, una delle principali cause di malattia parodontale, corre- vano un rischio complessivo maggiore del 59 per cento di sviluppare il cancro al pancreas rispetto a quelli con una microbiologia che non conteneva il batterio. Allo stesso modo, le persone con l’Ag- gregatibacter actinomycetemcomitans, associato alla parodontite grave, avevano il 50 per cento di probabilità in più di sviluppare la malattia. «La ricerca offre la prima prova diretta che i cambiamenti specifici della microbiologia orale rappresentano un probabile fattore di rischio di cancro del pancreas, insieme all’età avanzata, il sesso maschile, il fumo, l’etnia afro-americana e i fattori ereditari della malattia», ha detto il ricer- catore senior ed epidemiologo Jiyoung Ahn. In un altro studio pubblicato il mese scorso, Ahn e i suoi colleghi hanno dimostrato che il fumo di sigaretta era legato all’importante, anche se reversibile, cambiamento nella quantità e nel mix di batteri del microbioma orale. Ha tutta- via affermato che ulteriori ricerche sono neces- sarie per determinare se non vi sia un rapporto di causa-effetto, oppure se, e in che maniera, tali modifiche correlate al fumo alterino il sistema immunitario o inneschino in altri modi attivi- tà che causano il cancro del pancreas. I risultati sono stati presentati il 19 aprile in occasione della riunione annuale della American Association for Cancer Research a New Orleans. Dental Tribune International Le modifiche batteriche in bocca potrebbero essere prese in considerazione per determinare il rischio di sviluppo del cancro pancreatico. (Foto: Piotr Mar- cinski/Shutterstock) Dai ricercatori australiani una tecnologia 3D pionieristica e biocompatibile BRISBANE, Australia – Ricercatori australiani stanno lavorando allo sviluppo di una nuova tecnologia 3D biocompatibile per la produzione di tessuto osseo e tessuto gengivale personalizza- to da impiantare nell’osso mascellare. In caso di successo, la nuova procedura sarebbe meno do- lorosa per i pazienti e produrrebbe un minor ri- schio di rigetto rispetto all’osso e ai tessuti inne- stati tradizionali provenienti da parti del corpo. Attualmente in fase di sviluppo come parte di una ricerca triennale della Griffith University, tale in- novativa tecnologia promette di sviluppare l’osso mancante e i tessuti dalle cellule stesse del pazien- te. Dopo aver scansionato la mascella interessata - spiega il prof. Saso Ivanovski del Menzies Health Institute del Queensland - si utilizza una stam- pante specifica e biocompatibile per fabbricare in un solo procedimento le strutture portanti, come Il Prof. Saso Ivanovski e il suo team stanno lavorando ad una nuova tecnologia 3D che promette di trattare pazienti privi di denti e di parte della mandibola a causa di malattie o traumi. (Foto: Griffith University) ossa, legamento parodontale e cemento dentale. La nuova tecnologia costituirebbe un migliora- mento significativo rispetto ai metodi tradiziona- li, che prevedono, tramite intervento chirurgico, la rimozione di osso e tessuto da altre parti del corpo, come l'anca e occasionalmente il cranio. «Utilizzando questo sofisticato approccio di ingegneria tissutale, siamo in grado di avviare un metodo molto meno invasivo di sostituzio- ne dell'osso» osserva Ivanovski. Utilizzando le strutture ricavate dalle cellule del paziente, di- minuisce anche il rischio di rigetto e si consente alla nuova struttura di crescere nel suo tessuto circostante. «Al termine del processo, non si sarà più in grado di identificare il vecchio e il nuovo osso» dice. Un altro vantaggio della procedura è che i pazien- ti di località lontane non dovrebbero più percor- rere lunghe distanze per visitare le cliniche dove sottoporsi a una procedura invasiva. Potrebbero effettuare una TAC della regione danneggiata in un centro regionale, che si potrebbe inviare a una stampante 3D biocompatibile per la fabbricazio- ne del materiale da innestare. La nuova tecnologia è attualmente in fase di sperimentazione preclinica e Ivanovski e il suo team contano di poter applicare tale metodo a un primo paziente entro uno o due anni. Dental Tribune International

Sito