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Dental Tribune Italian Edition No. 6, 2016

26 Dental Tribune Italian Edition - Giugno 2016 Eventi Un museo odontoiatrico a Torino per onorare la disciplina e la memoria del padre dentista A un Museo pensava da anni, «da almeno dieci», dice, e l’idea gli era venuta constatando quanti ogget- ti e strumenti per esercitare l’arte odontoiatrica i suoi nonni e bi- snonni avevano messo da parte, se non proprio con l’intendo di met- ter su un museo, come quello da lui inaugurato il 12 maggio in via Bertola a Torino, certamente come segno di affezione alla loro profes- sione di medici dentisti. Abbiamo detto nonni e bisnonni, perché come noto, Aldo Ruspa, me- dico dentista in Torino e tra i primi sostenitori sin dalla nascita (2005) di Dental Tribune, è discendente della più antica famiglia odontoia- trico della città. Il suo avo, Vincen- zo Martini (il nome attuale suben- trò quando Ruspa sposò la figlia Martini) esercitava l’arte in Torino già nel 1839 e quegli oggetti oggi disposti in bella mostra nelle sale del nuovo Museo stanno a indicare non solo l’evoluzione dei tempi e di una professione, ma anche l’arte di un componente della famiglia, Feli- ce Sacchi. Morto a 28 anni nel 1916, nella Grande Guerra, di professio- ne faceva l’aiuto regista: una delle prime cose a colpire l’occhio del visitatore, infatti, sono le macchine fotografiche d’antan e strumenti di ripresa che in un primo momento si potrebbero attribuire a un minu- zioso utilizzo odontoiatrico. Fu l’abbondanza di tanti “reperti” del passato a far venire ad Aldo l’i- dea della raccolta, ma soprattutto, l’affettuoso tributo alla memoria del padre Franco, che alla raccolta aveva dato in vita un forte impul- so. Pur essendo scomparso 25 anni fa (il 24 gennaio 1991), Franco Ru- spa vive ancora nella memoria di tanti estimatori, come il gagliardo ultranovantenne Plinio Pinna Pin- tor, titolare dell’affermata clinica di Torino, che, prendendo la parola durante l’inaugurazione, ha piace- volmente sorpreso l’uditorio per lucidità e freschezza. Ruspa padre vive inoltre nel Centro Culturale Odontostomatologico di Torino, da lui fondato e che da lui prende nome, quale instancabile promotore di congressi ed eventi culturali La fama perdurante del padre e l’attivismo di Aldo, che molto si spende nell’amore per la professio- ne, hanno contribuito a richiamare all’inaugurazione alcuni nomi noti dell’odontoiatria, come Stefano Carossa, allievo di Giulio Preti e direttore della Dental School di To- rino, Giancarlo Barbon e Gianluigi D’Agostino, presidenti provinciali CAO, che ha salutato la nascita del Museo citando la frase del gran- de Indro Montanelli – «Un popolo senza passato non ha futuro» – e Alberto Libero, consigliere del di- rettivo ANDI incaricato per gli af- fari sindacali, il quale confessa di esser rimasto impressionato, tra gli altri, da un macchinario di metà Ottocento, usato per misurare il magnetismo, espressione di un’av- veniristica propensione alla ricerca scientifica. Il Museo Franco Ruspa non rimarrà una realtà per pochi addetti ai lavori. È infatti intenzione di Aldo aprire al pubblico l’accesso (dietro preno- tazione) e da un’entrata apposita, in via Bertola 7, per non turbare la vita dell’annesso studio odontoiatrico. m. boc Cosa ci colpisce dell’inaugurazione a Torino del Museo di odontostoma- tologia intitolato a Franco Ruspa? Una famiglia di medici specializzati e all’avanguardia da cinque gene- razioni, di pionieri della tecnologia, propensa all’internazionalizzazione della pratica clinica e della formazio- ne. Soprattutto di dentisti medici, in tempi cui esistevano per lo più solo i “cavadenti”. Sin dal 1800 laureati in Medicina, scelsero di specializ- zarsi in Odontostomatologia, non per ripiego ma per vocazione. Una passione che ancora oggi traspare in Aldo Ruspa, che ha curato personal- mente insieme alla moglie Andreina una raccolta straordinaria che testi- monia come l’odontoiatria “vera” da sempre è stata una professione medica di serie A, per chi lo voleva, complessa e altamente tecnologica. Il Museo è allo stesso tempo una storia della tecnologia, tra gli oggetti esposti colpisce una collezione stra- ordinaria di macchine fotografiche, da modelli che risalgono agli inizi dell’Ottocento alle più moderne macchine digitali dei giorni nostri, a dimostrazionecheladocumentazio- ne fotografica del paziente e del caso clinico era ritenuta fondamentale nelpianoditrattamentoenell’archi- viodellacartellaclinica.Oggisiparla di comunicazione con il paziente a distanza e qui si ritrova un primo te- legrafo in studio, per essere in linea con la moderna comunicazione di quei tempi. Che dire poi delle spe- cializzazioniinternazionalidiquesta famiglia di medici? L’internazionali- tà è stata sottolineata da Stefano Ca- rossa, perché i Ruspa furono anche tra i primi relatori italiani in conve- gni all’estero, come il Congresso di MonteCarlo,unatradizioneormaidi un polo culturale italiano che opera all’estero ormai da 30 anni. Da tre generazioni inoltre la fami- glia ha avuto la direzione del repar- to di Odontostomatologia presso la clinica privata Pinna Pintor, perché allo studio professionale tradizio- nale era fondamentale poter asso- ciare, nel caso di grandi interventi, la presenza di un cardiologo e un anestesista, oltre ad adeguate sale operatorie. Insomma una collabo- razione virtuosa tra professionista e strutture complesse, di cui oggi si parla tanto. Il Museo Franco Ruspa ci riporta nel passato per trovare risposte nel futuro. Patrizia Gatto Il museo del futuro Una famiglia di medici odontostomatologi dal 1800 Una piccola parte della collezione di macchine fotografiche. Alcuni strumenti del 1918. Il telegrafo. La piastra di sterilizzazione. Plinio Pina Pintor, Aldo Ruspa e Stefano Carossa. Il buffet.

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