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Implant Tribune Italian Edition

5Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2015 Speciale EAO - News & Commenti Semplicemente lineare GMT 38314 © Nobel Biocare Services AG, 2015. Tutti i diritti riservati. Nobel Biocare, il logo Nobel Biocare e tutti gli altri marchi di fabbrica sono, salvo diversa dichiarazione o evidenza dal contesto in un caso specifico, marchi di fabbrica di Nobel Biocare. Esclusione di responsabilità: alcuni prodotti potrebbero non avere l’approvazione o l’autorizzazione alla vendita da parte degli enti normativi in tutti i mercati. Rivolgersi all’ufficio vendite locale Nobel Biocare per informazioni sulla gamma dei prodotti esistenti e la loro disponibilità. NobelParallelTM Conical Connection NobelParallel Conical Connection è lineare nel disegno e nell’applicazione. Offre una flessibilità straordinaria che sarà apprezzata sia da clinici esperti sia da chi ha meno esperienza. Il corpo dell’impianto, ben documentato, offre un’elevata stabilità primaria che ne consente un uso universale con qualsiasi tipo di osso e in un’ampia gamma di indicazioni. Con questa soluzione potrete trattare i vostri pazienti al meglio. Visitate nobelbiocare.com/nobelparallel Bifosfonati: una minaccia o un’opzione? La maggior parte dei dentisti diven- teranno familiari con i bifosfonati principalmente come causa di oste- onecrosi della mandibola (ONJ). L’osteonecrosi della mandibola è una complicazione della terapia sistemica. Al contrasto, applicati localmente, i bifosfonati si sono dimostrati efficaci per migliorare la stabilità degli impianti dentali. Ragioni teoriche, dati sperimentali e piccoli studi clinici suggeriscono che l’applicazione locale dei bifo- sfonati è sicura ed efficace in paro- dontologia e chirurgia implantare. I bifosfonati hanno effetti positivi in molti casi sull’osso e pochi e rari effetti collaterali. La loro efficacia nell’osteoporosi è ben nota, e c’è prova di miglior fis- saggio dell’impianto in un numero crescente di applicazioni. In odon- toiatria, tuttavia, i bifosfonati sono spesso considerati negativamente, a causa del piccolo rischio di oste- onecrosi della mascella. L’osteone- crosi della mascella è davvero un problema. Tuttavia, ci sono eviden- ze teoriche e cliniche che suggeri- scono come il rischio di osteone- crosi della mascella possa essere evitato con un trattamento locale. Il trattamento locale con i bifosfo- nati ha indicato gli effetti benefici senza complicazioni in studi clinici randomizzati in parodontologia e in chirurgia implantare1 . Come può accadere tutto ciò? Ecco una spiegazione: i bifosfonati o si le- gano ai cristalli minerali dell’osso o vengono rapidamente espulsi. Nor- malmente, essi non entrano nelle cellule e di conseguenza non sono tossici. Solo gli osteoclasti possono assorbire l’osso e, quando lo fanno, il materiale disciolto nell’osso passa attraverso la cellula. Di conseguenza, i bifosfonati possono raggiungere lo spazio intracellulare degli osteocla- sti. Una volta dentro l’osteoclasto, essi bloccano la cellula e quindi ridu- cono il riassorbimento dell’osso. Quando l’osso è stato infettato, l’osso che circonda l’infezione sarà rapida- mente riassorbito. L’osso infetto sarà pertanto circondato da tessuti molli riccamente vascolarizzati che deli- mitano la zona infetta. Quindi, una buona capacità di riassorbimento è importante per prevenire la diffu- sione dell’infezione ossea. Questo meccanismo di protezione può esse- re compromesso se il riassorbimento è ridotto da qualsiasi potente anti- riassorbente, che porta alla diffusio- ne dell’infezione e all’osteomielite. In odontoiatria, questo tipo di oste- omielite è chiamato osteonecrosi. Così, da un punto di vista fisiopato- logico, l’osteonecrosi della mascella è un termine un po’ ingannevole. I già ben noti effetti antiosteoclasti dei bi- fosfonati sono sufficienti per spiega- re l’osteonecrosi della mascella sen- za necessità di ipotesi riguardo gli altri meccanismi meno noti2 . Inoltre, la teoria si adatta con le osservazioni che gli antiriassorbitivi non bifosfo- nati sono associati con l’osteonecrosi della mascella. Quando gli impianti vengono inse- riti nell’osso, numerosi studi hanno dimostrato che – soprattutto in un osso spugnoso – i bifosfonati riduco- no la risposta riassorbitiva al trauma senza alterare la risposta di forma- zione dell’osso, avendo quindi un netto effetto anabolizzante. Questo spiega perché i bifosfonati sia locali sia sistemici sono stati indicati da test clinici randomizzati per miglio- rare la fissazione precoce del ginoc- chio e delle protesi d’anca3 . Poiché i bifosfonati si legano forte- mente alle ossa, il trattamento locale rimarrà locale. I bifosfonati applica- ti a una superficie ossea resteranno lì più o meno per sempre, e quindi non compromettono la resistenza all’infezione altrove. In un modello animale di impianti dentali (in siti compromessi da una ferita locale), il gruppo di ricerca dell’autore ha mo- strato che il trattamento sistemico con i bifosfonati induce l’osteomie- lite (ONJ), mentre gli impianti con un rivestimento di bifosfonato, mi- glioravano il fissaggio dell’impianto senza problemi nonostante il sito di inserimento fosse compromesso4 . Inoltre, se il sito implantare nell’uo- mo è stato infettato, solo l’osso a Il dr. Per Aspenberg è professore di Chirurgia Ortopedica presso l’università Lin Köping in Svezia, con due decenni di esperienza negli studi clinici e di ricerca sull'uso dei bifosfonati per il trattamento ortopedico. Ha presentato al congresso dell’EAO di Stoccolma 2015, un documento sui bifosfonati in implantologia odon- toiatria come parte del programma congressuale. circa un millimetro dalla superficie dell’impianto conterrebbe bifosfo- nato e potrebbe essere rimosso, se necessario. In un test randomizzato di impian- ti dentali ricoperti da uno strato proteico con bifosfonati, è stato di- mostrato il miglioramento del fis- saggio5 . La frequenza di risonanza è stata di 6,9 ISQ maggiore per gli im- pianti rivestiti rispetto ai controlli (p = 0.0001; Cohen d = 1,3). Le radio- grafie hanno mostrato un riassorbi- mento meno marginale sia a 2 mesi (p = 0.012) sia a 6 mesi (p = 0,012). I pazienti sono stati seguiti per 5 anni senza complicazioni. Per concludere, gli antiriassorbenti sistemici possono mettere in pe- ricolo la protezione contro l’osteo- mielite, aumentando così il rischio dell’osteonecrosi della mascella in pazienti con altri fattori di rischio. I bifosfonati locali non sembrano conferire tale rischio e migliorano la fissazione dell’impianto per il loro netto effetto anabolizzante. Il trattamento locale con i bifosfonati potrebbe diventare uno strumento importante in odontoiatria e chirurgia maxillo- facciale. Prof. Per Aspenberg, Sweden Le note bibliografiche sono presenti presso l’Editore. Dichiarazione conflitto di interesse: l’autore ha quote in AddBIO. L’articolo è stato pubblicato su Today EAO Annual Scientific Congress 2015 Stockholm 24–26 September, 2015.

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