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Implant Tribune Italian Edition

16 Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2015Industry Report Nuove soluzioni implanto-protesiche nell’impianto post-estrattivo immediato Dottor Pierluigi Pelagalli, libero professionista in Roma Il successo clinico in implantologia non può prescindere da un corretto ripristino dell’estetica e dell’anato- mia dei tessuti di sostegno dell’im- pianto1-3 . Quindi il mantenimento dei tessuti dopo un’estrazione dentale è l’obiettivo principale da porsi per ga- rantire una eccellente riabilitazione implanto-protesica. Dopo anni di studi controversi4 , oggi si è concordi nell’affermare che il posizionamento immediato di un impianto dopo estrazione dentale5,6 , senza scollare un lembo mucope- riosteo, contribuisce a mantenere inalterati i volumi ossei e gengivali7 . L’approccio flapless permette infatti di conservare i tessuti e mantenere una buona conformazione della cre- sta ossea e dei tessuti molli in quanto mantiene la componente periostale di irrorazione della parete ossea8 . Inoltre l’applicazione immediata di una corona provvisoria preserva l’ar- chitettura gengivale e contribuisce al mantenimento delle papille. Questa tecnicapermettediaccorciareitempi della riabilitazione e dare confort im- mediato al paziente tramite un prov- visorio fisso e risulta meno invasiva per l’effettuazione di un unico tempo chirurgico. I presupposti di predicibilità di risul- tato sono il rispetto di alcuni para- metri fondamentali, quali: integrità dell’alveolo post-estrattivo, la stabi- lità primaria dell’impianto e la sua corretta posizione. L’integrità dell’alveolo post-estrattivo è condizione essenziale per l’inseri- mento immediato dell’impianto9 . In caso di deiscenza ossea e/o recessione gengivale si deve optare per tecniche rigenerative quali socket-preserva- tion o socket-regeneration e inseri- mento differito degli impianti. Riguardo l’ottenimento di un livello di stabilità primaria tale da garantire il giusto supporto a un provvisorio immediato, in un sito caratterizzato da scarso volume di osso disponibile quale l’alveolo vuoto, il design im- plantare è determinante. In questo articolo vengono presentati dei casi clinici realizzati utilizzando un nuovo impianto progettato e rea- lizzato appositamente per i siti post- estrattivi (Way Extra, Geass, Pozzuolo del Friuli, UD). In particolare questo impianto (Fig. 1) è caratterizzato da forma conica e ampio passo delle spire che consente all’impianto di avanzare nell’osso con un numero ridotto di giri, permettendo un mi- glior controllo nell’inserimento. Il disegno delle spire è inoltre caratte- rizzato dalla presenza di una scanala- tura, per quelle del terzo coronale, in modo da diminuire la compressione dell’osso, e dall’esplosione delle stes- se nella parte apicale per aumentare la stabilità primaria anche in pochi millimetri di osso. Altra caratteristica peculiare è il colletto che si presenta privo di spire e leggermente conver- Fig. 1 - Impianto way Extra. Caso 1. Fig. 8 - Protesi definitiva.Caso 1. Fig. 7 - Rx finale.Caso 1. Fig. 6 - Provvisorio immediato. Caso 1. Fig. 5 - Misurazione ISQ. Caso 1. Fig. 4 -Impianto way Extra inserito. Caso 1. Fig. 3 - RX endorale con lesione endodontica. Caso 1. Fig. 2 - EstrazioneCaso 1. Fig. 1 - Frattura elemento 1.2. gente per aumentare lo spazio per la formazione di osso perimplantare e quindi maggior sostegno per i tessuti molli nella zona critica dal punto di vista estetico. Dal punto di vista microgeometrico questi impianti presentano una su- perficie trattata al laser (Synthegra, Geass), che agisce sul titanio per su- blimazione creando nicchie perfet- tamente controllate senza apportare contaminanti, aumentando la super- ficie di osteointegrazione e riducendo il rischio di infezione10 . Sono state prese misurazioni al mo- mento dell’inserimento implantare riguardo il torque di inserzione e ISQ per valutare il livello di stabilità iniziale ottenuto grazie al disegno macrogeometrico dell’impianto. Il valore dell’ISQ viene di nuovo rileva- to al momento della protesizzazione (Fig. 1). Materiali e metodi Vengono presentati 2 casi di elemen- ti singoli da estrarre trattati con im- pianti post-estrattivi immediati con provvisorio immediato. È stata rac- colta un’anamnesi medica e dentale ed è stata eseguita una completa va- lutazione clinica e radiografica. Entrambi i casi rispettavano i seguen- ti criteri di selezione: – assenza di malattie croniche siste- miche; – pazienti non fumatori o fumatori occasionali; – almeno 4 mm di osso oltre l’apice della radice da estrarre; – alveolo integro dopo l’estrazione; – no infezione attiva. Il protocollo farmacologico prevede uno sciacquo con clorexidina allo 0,2% per 2 minuti prima dell’inter- vento e successivamente sciacqui di 1 minuto due volte al giorno per una settimana, amoxicillina e acido clavulanico dal giorno prima dell’in- tervento con posologia di 1 g ogni 12 ore per 6 giorni. Inoltre per il post- operatorio veniva prescritto un an- tinfiammatorio (ibuprofene 600 mg) e un collutorio a base di clorexidina alla concentrazione 0,20% con l’in- dicazione di effettuare 2 sciacqui al giorno di circa 1 minuto. I denti sono stati estratti con il mi- nimo trauma possibile preservando l’integrità della teca ossea vestibola- re. La preparazione della sede implan- tare è iniziata con una fresa a rosetta per creare una tacca nella parete pala- tale dell’alveolo, e poi proseguita con frese di diametro crescente fino alla fresa finale secondo il protocollo del- la casa. Non è stata effettuata alcuna sottopreparazione per favorire il cor- retto posizionamento dell’impianto rispetto alla sede determinata in fase di preparazione. Ciò è stato possibile grazie all’efficacia del disegno delle spire, che ha garantito l’ottimale sta- bilità primaria dell’impianto. La testa degli impianti è stata posizionata da 2 a 3 mm apicale al margine gengivale vestibolare in funzione del biotipo. Se il gap tra parete alveolare e impianto superavai2mmsiprovvedevaaposi- zionare in questo spazio del biomate- riale osteoriproduttore sintetico. Gli impianti dovevano avere un tor- que d’inserzione superiore ai 35 Ncm. Sono stati utilizzati impianti Way Ex- tra (Geass) con superficie lavorata al laser. Negli impianti è stato avvitato un moncone provvisorio in titanio o in PEEK controllando l’adattamento ai tessuti molli circostanti ed evitan- do qualsiasi compressione della gen- giva vestibolare. >> pagina 17

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