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Implant Tribune Italian Edition No.3, 2017

4 Pratica & Clinica Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2017 La prima pratica odontoiatrica cui il paziente viene sottoposto è l’anestesia bisogna saperla scegliere ed eseguire f< pagina 1 Ma Aristotele diceva: «Chi ben comin- cia è a metà dell’opera», frase da non dimenticare. Il paziente odontoiatrico è atipico, vuole essere curato ma non sentire dolore, anche se si presenta dal dentista quasi sempre con il “mal di denti”. Il controllo del dolore in odon- toiatria è alla base delle visite, perché quasi tutti i pazienti si presentano con dolori più o meno importanti. Per questo motivo gli odontoiatri debbo- no guardare con attenzione quella che viene chiamata comunemente “anamnesi generale”, che permette di instaurare un rapporto lavorativo e di fi ducia con il paziente, ben oltre l’im- magine dello studio. La prima pratica odontoiatrica a cui il paziente viene sottoposto è “l’anestesia”. Il saperla eseguire nel modo più corretto ed effi - cace può far acquisire da subito la fi du- cia del paziente, per far evitare, grazie soprattutto a un’accurata anamnesi, le complicanze legate ai componenti della tubofi ala e al tipo di intervento effettuato. Nel corso della nostra espe- rienza professionale, ci ha incuriositi il modo in cui l’anestesia viene presen- tata ai dentisti, come prodotto di con- sumo, non come farmaco. La presenta- zione dell’anestetico come “farmaco” può aiutare i giovani colleghi, e chi vuol capire qualcosa in più sull’aneste- tico, quale e perché scegliere, in modo da poter soddisfare le proprie esigenze. Il terrore di incorrere in emergenze quando di fronte si hanno pazienti adulti e non, con patologie cardiache o altro, accomuna sia i giovani odon- toiatri che i meno giovani. Negli ulti- mi anni, in odontoiatria si sono avute notizie di decessi più di operatori che di pazienti alla poltrona. Quando ci si trova a trattare dei bambini, molti colleghi, ancor oggi, demandano al pedodonzista o specialista in odonto- iatria pediatrica, perché non vogliono stressarsi. La Fig. 1 riporta il sunto di una nostra cartella, dove nulla è inven- tato. Alcuni si domanderanno il per- ché della ripetitività delle domande. Semplice: se si ripetono ai pazienti le stesse domande in diversi modi, diver- se saranno le risposte. Tutto perché in studio giunge un paziente che ha do- lore e paura di essere toccato sul lato dolente della bocca. l’anamnesi, Volendo schematizzare per inquadrare da un punto di vista anestesiologico il paziente, si dovreb- bero avere sempre presenti questi tre punti: 1. anamnesi patologica remota e prossima: patologie, interventi chi- rurgici, allergie; 2. anamnesi farmacologica: terapie in atto, intolleranze farmacologi- che; 3. anamnesi familiare: patologie pa- renti di primo grado. E ancora, volendo operare con tran- quillità ove fosse necessario fare delle valutazioni come segue: • valutazione parametri vitali: pressione, frequenza, saturazione O2 (> 90%); • ECG: refertato da un cardiologo; • esami ematochimici: emocromo (Hb > 8, piastrine >100.000), funziona- lità epatica (GOT e GPT), funzionalità renale (creatinina < 1,5), coagulazione (PT/INR < 2). La raccolta di tutte que- ste informazioni può far inquadrare il paziente non solo da un punto di vista terapeutico odontoiatrico, ma anche anestesiologico: in questo modo la vi- sita preanestesiologica odontoiatrica è servita. Il vantaggio di eseguire una raccolta dati oculata sta nel fatto che diventa tutto più semplice nel momento in cui si va a impostare una terapia farmaco- logica e/o anestesiologica. Ossia quale e quanto anestetico utilizzare. Il paziente con patologie sistemiche, quando si presenta in studio e ha di fronte un nuovo operatore, avendo fornito in precedenza dati e informa- zioni adeguate sul proprio stato di sa- lute, sarà anche dal nuovo operatore trattato con tutte le dovute precauzio- ni e attenzioni necessarie. Nel compi- lare l’anamnesi farmacologica bisogna fare soprattutto attenzione se le tera- pie vengono eseguite correttamente; ad esempio, i pazienti di interesse anestesiologico, spesso, non eseguo- no terapie corrette per ipertensione, ipotensione, cardiopatici, con epato- patie o nefropatie, allergici e asmatici. Quindi, solo un’anamnesi accurata ci permetterà di passare alla scelta dell’a- nestetico giusto. LuigifGenzanof Fig. 1 Nelle controversie odontoiatriche (e non) quant’è diffi cile, talvolta, il compito del CTU! Il Consulente tecnico d'uffi cio (indicato anche come CTU) è l’ausiliario nominato dal giudice nella causa, perché l’organo giudicante può ben ac- certare i fatti concreti invocati dalle parti a fondamento delle rispettive domande od eccezioni, ma non sa quale signifi cato attribuire ad essi “sub specie iuris”, ossia dal punto di vista giuridico. Ecco che il CTU appare allora come una sorta di suo “occhiale” indispen- sabile alla messa a fuoco dei fatti. Derivante dal latino consulere, ossia suggerire-consigliare, il termine consulente si identifi ca nel codice come “tecnico con particolari competenze” nella materia in cui è chiamato in ausilio. Competenze che rappresentano il requisito (dei tre richiesti dalla legge) determinante per il corretto espletamento dell’incarico affi datogli dal giudice. Suo principale compito è rispettare il giuramento di “bene e fedelmente adempiere al solo scopo di far conoscere al giudice la verità”. Per far questo gli vengono sottoposti quesiti ai quali dovrà rigorosamente attenersi, senza lacune, evitando divagazioni inuti- li e pericolose “invasioni di campo”. Il ruolo in cui viene investito il CTU odontoiatrico non signifi ca ovviamente che sia lui ad emettere la sentenza, ma unicamente che può coadiuvare il magistrato a individuare la verità. Il contenzioso odontoiatrico però è oggi cambiato, aumentando notevolmente in quantità e complessità. Chi scrive lo può tranquillamente affermare dati i numerosi anni di attivi- tà odontoiatrica forense. Tempo fa, ad esempio, gli incontri fra CTU e le parti per lo svolgimento dei lavori peritali avvenivano in un confronto sereno ove si cercava di comprendere la problematica in oggetto e rispondere nel modo più chiaro possibile ai quesiti posti dal giudice. Il confronto era “tecni- co” cioè sull’argomento odontoiatrico. Oggi non è più così. Spesso, troppo spesso, la parti attraverso i propri consulenti non perdono occasione di porre sbarramenti capziosi ed inutili nel tentativo di una difesa indifendibile, con comportamenti che palesano un vuoto difensivo che nulla giova alla parte rappresentata, risolvendosi spesso in un maldestro, oltreché illecito, scon- fi namento del consulente nella fi gura del legale rappresentante, se non addirittura del giudice. Ne è esempio frequente ed eclatante la comparsa, nel corso dei lavori pe- ritali, di documenti non presenti agli atti, prodotti in maniera irrituale e pertanto non acquisibili dal CTU. Acquisizione che non può assolutamente avvenire (salvo ovviamente diversa decisione del giudice al quale va co- municata ogni eventuale richiesta delle parti). Capita quindi che docu- menti dal fondamentale valore clinico e probatorio non possono essere presi in considerazione perché per lui è come se non esistessero. Tale situazione pone il consulente nominato dal giudice nella diffi cile posizione, non tanto di comprendere la situazione che ha dato luogo alla controversia, quanto di non poterla sostenere nel rispondere ai quesiti postigli dal giudice. In parole povere, il CTU non può supplire alle negligenze della parte, addossandosi la responsabilità di una valu- tazione che manchi di prove o si fondi su prove tardive. Il consulente del giudice risponderà pertanto solamente ai quesiti postigli, anche se in cuor suo sarà magari convinto delle buone ragioni di chi non riesce a provare le proprie buone ragioni, sapendo che come osserva anche il Manzoni, torto e verità spesso non si possono separare con un taglio netto. Le conseguenze della sua consulenza quasi sempre non saranno da poco, vista la complessità delle pro- blematiche che giungono di solito all’esame del magistrato. MariofTurani,f Medico chirurgo specializzato in ortognatodonzia e CTU presso il Tribunale di Bergamo

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