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Implant Tribune Italian Edition No.3, 2017

Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2017 Speciale Regeneration 19 f< pagina 18 Il protocollo operativo prevede, dopo l’estrazione, una incisione bisellata in cresta fino al dente conti- guo ed intrasulculare per mezzo dente sia vestibolare che buccale-palatale, se necessario. Si procede poi scollando ed evidenziando la parte ossea dove dovremo posizionare la membrana ed il biomateriale, senza eccedere poiché lo scollamento minimo ci garantirà la stabilità dell’innesto. Rag- giunte le pareti che riprendono uno spessore normale si interrompe lo scollamento e si imbusta una membrana in collagene precedentemente tagliata e bagnata con la colla di fibrina, in modo che si in- colli al lembo vestibolare. A questo punto il biomateriale miscelato con la colla di fibrina (Sticky Bone) viene imbustato poco per volta iniziando dall’alveolo e poi all’interno del sito creato dallo scollamento, senza necessità di fori nella corticale (Figg. 2a-2e). La rigenerazione viene guidata dai tessuti che ci in- dicheranno quanto materiale poter inserire. Il lembo viene suturato a punti staccati singoli ottenendo una chiusura per prima intenzione senza dover incidere il periostio (Figg. 2c-2d, 3); mentre nella zona dell’alveolo, in cui gli strati di membrana possono essere aumentati, la sutura sarà incrociata e la gua- rigione avverrà per seconda intenzione. Risuftati Tutti gli interventi eseguiti con questa tecnica, nove in tutto, hanno portato alla risoluzione del deficit orizzontale presente al momento dell’estrazione, ed hanno permesso in tutte le zone trattate un buon inserimento implantare senza la necessità di ulteriori tecniche di GBR (Figg. 2b, 4-5). Gli interventi sono stati eseguiti sia in mandibola che nel mascellare superiore, trattando edentulie singole e multiple. Non eseguendo lembi di scarico e scollando il meno possibile, i pazienti nei giorni successivi non presenta- no particolare gonfiore; anche il dolore è molto limitato e gestibile con poche dosi di antidolorifico per via orale, oltre la terapia antibiotica con Amoxicillina 875 mg. e Acido Clavulanico 125 mg. ogni 12 ore per sei giorni. Il primo caso risale al gennaio 2011 ed abbiamo quindi un controllo a più di 4 anni dal posizionamento implantare (Fig. 6). La stabilità dei tessuti duri e molli è risultata buona, non avendo perso alcun impianto e soprattutto non avendo casi di perimucosite-perimplantite. Concfusioni La tecnica di apposizione del biomateriale permette di ripristinare il deficit orizzontale presente a fian- co di un dente da estrarre nel modo meno invasivo possibile, facendosi guidare nell’innesto dall’ana- tomia del sito da ricostruire. A distanza di sei mesi il biomateriale è sempre apparso ben integrato con l’osso nativo sottostante anche senza bisogno di forare la corticale, in questo sicuramente l’alveolo zep- pato garantisce un input osteoinduttivo. La stabilità dell’innesto è garantita dalla mancanza di scarichi mesiali o distali, in pratica la busta creata è un sito contenitivo a 4 pareti (Figg. 7a, 7b). Così come risulta fondamentale ricostruire un sito post estrattivo immediato per evitare un collasso dei tessuti duri e molli in senso orizzontale e verticale, è altrettanto importante avere a disposizione una tecnica sem- plice e poco invasiva per ripristinare contestualmente siti atrofici ereditati da guarigioni precedenti. I risultati avuti finora sono molto buoni e non si sono verificati effetti avversi; ovviamente i numeri dovranno crescere così come i controlli nel tempo. Oltre a questo sarebbe interessante applicare la stessa tecnica di aumento orizzontale dove non vi siano elementi da estrarre ma solo creste guarite con deficit orizzontale. Questo amplierebbe considerevolmente le applicazioni di questa tecnica. Fig. 4 – Rientro chirurgico per il posizionamento implantare e protesi definitiva. Fig. 5 – Tessuti duri prima e dopo la tecnica S.A.T., posizionamento implantare. Fig. 6 – Primo caso eseguito nel 2011, rx di controllo a 3 anni dal posizionamento implantare. Fig. 7a – Cambiamento dei tessuti a 22 giorni. Fig. 7b – Tecnica S.A.T. applicata in zona 33-34-35-36. 1. Roccuzzo M, Gaudioso L, Bunino M, Dalmasso P. Long term stability of soft tissues following alveolar ridge preservation: 10 year results of a prospective study around nonsubmerged implants. Int J Periodontics Restorative Dent 2014;34:795-804. 2. Milani S, Dal Pozzo L, Rasperini G, Sforza C,Dellavia C. Deproteinized bovine bone remodeling pattern in alveolar socket: a clinical immunoistological evaluation. Clin Oral Implants Res 00, 2014, 1-8. 3. Lindhe J, Cecchinato D, Donati M, Tomasi C, Liljenberg B. Ridge preservation with the use of deproteinized bovine bone mineral. Clin Oral Implants Res 25, 2014, 786-790. 4. Borgia V, Alfonsi F, Iezzi G, Piattelli A, Covani U, Barone A. Valutazione istologica della preservazione di cresta alveolare. Implant Tribune Italian Edition – Maggio 2013. 5. Cardaropoli D, Tamagnone L, Roffredo A, Gaveglio L. Evaluation of dental implants placed in preserved and non preserved postextraction ridges: a 12-month postloading study. Int J Periodontics Restorative Dent 2015; 35:676-684. 6. 7. Istvan A. Urban, Jaime L. Lozada, Sasha A. Jovanovic, Katalin Nagy. Horizontal Guided Bone Regeneration in the Posterior Maxilla Using Recombinant Human Platelet-Derived Growth Factor: A case Report. Int J Periodontics Restorative Dent 2013; 33:421-425. Istvan A. Urban, Heiner Nagursky, Jaime L. Lozada, Katalin Nagy. Horizontal Ridge Augmentation with a Collagen Membran and a Combination of Particulated Autogenous Bone and Anorganic Bovine Bone-Derived Mineral: A Prospective Case Series in 25 Patients. Int J Periodontics Restorative Dent 2013; 33:299-307. bibliografia SR

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