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Implant Tribune Italian Edition No.1, 2017

4 Speciale Regeneration Implant Tribune Italian Edition - Marzo 2017 Ricerca e clinica sperimentale Le avanguardie del futuro rigenerativo al Convegno ANTHEC < pagina 1 Innanzitutto, un commento sulle prime tre relatrici – Follenzi, dell’Università del Piemonte orientale, che ha parlato di terapia cellulare e genica dell’emoilia A; Prat, dell’Università del Pie- monte orientale, che ha parlato di cellule staminali nella medi- cina rigenerativa; e inine Tampieri, del CNR, che ha parlato del ruolo dei biomateriali in medicina rigenerativa e nanomedicina – che hanno fatto letteralmente “sognare” il pubblico presente. Le loro relazioni, basate sulla ricerca genetica, biologica e chimi- ca, hanno non solo suscitato un grande interesse da parte dei partecipanti, ma addirittura un certo stupore nel dimostrare che anche in Italia è possibile fare ricerca, essere inanziati e contri- buire a importanti scoperte e sperimentazioni di valore mondia- le. Grazie dunque a queste tre grandi donne protagoniste della ricerca, che pur avendo compiuto molti studi all’estero, proprio qui in Italia hanno ottenuto fondi per fare ricerca nel nostro Pae- se. Donne che hanno proiettato i partecipanti in un nanocosmo, in cui ormai la “fantascienza” rigenerativa è il presente. Fonda- mentale, certo, la conoscenza dei materiali, settore che offre oggi delle prospettive inimmaginabili solo qualche anno fa. Il tema dell’utilizzo delle staminali in Italia è ancora un problema, secondo l’avvocato Fiorentino. L’utilizzo di tessuti ricchi di cellu- le staminali, quali il tessuto adiposo o la membrana embriotica, sicuramente per gli odontoiatri e per la maggioranza dei medici è legato all’acquisto presso le Banche dei tessuti, esclusivamen- te italiane. Anche le Banche straniere devono passare attraverso Banche certiicate italiane di natura pubblica. Per quanto riguarda la membrana amniotica, inora di scarso uti- lizzo in quanto disponibile congelata, potrebbe essere di maggior interesse perché, a seguito di un recentissimo accordo, dovrebbe entrare alla Banca di Treviso lioilizzata con gli stessi fattori di crescita di quella fresca. Questo tessuto, deinito “esplosivo” da Fiorentino, potrebbe essere disponibile da marzo, ed essendo ac- quisito da un ente pubblico, sarà a prezzo calmierato, trattandosi di una Banca non proit. Ciò favorirà l’utilizzo da parte di molte specialità mediche, in particolare dal settore odontoiatrico. Vito di Tullio sottolinea che, a fronte di tante applicazioni in or- topedia (l’altra specialità medica più legata alla rigenerazione), non esiste ancora un approccio interdisciplinare alla pratica cli- nica “evidence-based”, e questo contribuisce ad accentuare pro- blematiche medico-legali. Si è alla ricerca sempre di nuove terapie sicure, seppur con atten- zione alle aspettative dei pazienti che – come sottolineato dal direttore di Dental Tribune Massimo Boccaletti – scambiano il termine “rigenerazione” con “miracolo”. In particolare, in cam- po ortopedico parliamo di riparazione, e non di guarigione. Anche le iniltrazioni di PRP hanno un’enorme richiesta da par- te dei pazienti, e questo potrebbe portare a trattamenti senza in- dicazione medica, a fronte del fatto che il risultato rischierebbe di essere imprevedibile. Durante il lunch-time, circa quaranta congressisti hanno par- tecipato alla sezione del workshop teorico-pratico della dot- toressa Pederzoli che, partendo dal prelievo del sangue, ha illustrato i suoi protocolli per la medicina estetica. L’effetto biorivitalizzante e riempitivo di questi iller di origine autolo- ga ha il vantaggio di avere un basso costo, una buona biostimo- lazione e non causare intolleranze per il paziente. Importanti le sessioni di ricerca e clinica odontoiatrica, lascia- te come ultime, che hanno continuato a richiamare attenzione ino alla loro conclusione. Tra i relatori: Del Fabbro, Mozzati (in foto), Scarano, Turatti e Giordano, per inire poi con le short-pre- sentation e la soddisfazione di tutto lo staff organizzatore. Patrizia Gatto A Torino, presente e futuro degli emocomponenti (growth factors) verso una nuova medicina Nel corso indetto dall’ANTHEC (Ac- cademia degli emocomponenti non trasfusionali) svoltosi all’Ordine dei Medici di Torino, a Villa Raby, du- rante la giornata di sabato 25, è stato certamente il titolo (“Medicina rige- nerativa multidisciplinare: focus on growth factors”) a richiamare una va- sta afluenza di pubblico e specialisti di varie discipline. Non solo il titolo, ovviamente. Soprattutto il caratte- re della multidisciplinarietà degli emocomponenti non trasfusionali (“growth factors”) che dall’originaria odontoiatria, dove da tempo vengono studiati e utilizzati, stanno dilagando in tanti altri campi del sapere e della pratica medica, come appare eviden- te dalla scaletta degli interventi. Raggruppato in ben quattro sessio- ni, il corso ha presentato infatti una rassegna di utilizzi, descritti in det- taglio in una ventina di relazioni. Si è passati dall’uso degli hemogrowth factors in ortopedia e traumatologia a quello nelle patologie oculari, dal trattamento delle ulcere dificili alla generale rigenerazione di organi e tessuti, ino al ringiovanimento del volto e del collo, all’aumento volu- metrico dei mascellari e all’utilizzo nei bambini “a farfalla” con epider- molisi bollosa. Più che fondata speranza, quindi, dal punto di vista scientiico-pratico, per il futuro della medicina rigenerativa, «gli emogrowth factors possono co- stituire una via d’uscita in un’epoca in cui la Sanità sta più attenta ai soldi che alle cure», così come ha sottoline- ato in apertura Carmen Mortellaro, “esuberante” organizzatrice del corso, coadiuvata da Patrizia Biancucci. La natura squisitamente medica della materia emocomponentistica e la sua origine odontoiatrica hanno indotto Stefano Carossa, direttore della Dental School di Torino, a ri- chiamare i tempi, neanche troppo lontani, in cui l’odontoiatria veniva considerata ancella della medicina. Anche Gianluigi D’Agostino, pre- sidente CAO, intervenuto in veste istituzionale al convegno, ha sotto- lineato questa nuova dignità, pun- tualizzando tuttavia il diritto e il dovere dell’Ordine di vigilare sulle nuove vie, come questa, verso una medicina comunemente deinita “rigenerativa”. Il termine ha spinto uno dei relatori a interrogarsi su che cosa il paziente intenda per rigenerazione: spesso un’aspettativa di riabilitazione o guarigione, ma anche di un organo rigenerato, praticamente nuovo, senza ricorrere a trapianti. L’impie- go, ancora per certi versi pioneristi- co e comunque non suficientemen- te conosciuto, la varietà di utilizzo e la multidisciplinarietà, la lacunosa o inesistente normativa relativa agli emocomponenti, hanno indotto gli organizzatori del corso a riservare a Stefano Fiorentino, avvocato spe- cialista in materia, un ampio spazio in tarda mattinata, per far intrave- dere le trappole e i trabocchetti di un iter legislativo-burocratico in cui è facile perdersi con conseguenti (e pesanti) sanzioni. Con slide più che eloquenti – un con- to, ha ammonito infatti Fiorentino, è se si maneggia un tessuto autologo oppure eterologo, se lo si utilizza con manipolazione minima o estensiva, se è omofunzionale oppure no – si è addentrato tra varie accezioni del termine “tessuto adiposo” e ha indi- cato tre buoni motivi per non parlare di “staminali da grasso”, espressione divenuta quasi tabù dopo il noto scandalo. L’avvocato ha spinto i suoi ammonimenti al punto di consegna- re ai convegnisti, al termine dell’in- contro, una copia del nuovo Decreto sull’utilizzo degli emocomponenti nel pubblico e nello studio privato, con le relative modalità di accredi- tamento del libero professionista e dell’operatore ospedaliero. m.boc SR

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