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Dental Tribune Italian Edition No. 1, 2017

20 Dental Tribune Italian Edition - Gennaio 2017 Meeting & Congressi EVENTS www.dental-tribune.com Consulta sul nostro sito l’area Events, un aggiornamento continuo sui migliori eventi del dentale. Come da tradizione, anche quest’an- no si è svolta a Roma, venerdì 2 e sabato 3 dicembre all’Auditorium Antonianum, la riunione scientifica organizzata dai presidenti Roberto Pistilli e Paolo Balercia che ha coin- voltoduesigleodontostomatologiche SIRIO-ARCOI e GISOS. Durante questo incontro è stato espresso il sapere e sono emersi sva- riati punti di vista sulla riabilitazione del mascellare superiore atrofico. Si è coniugata ricerca e clinica pratica at- traverso l’alternarsi di clinici e ricer- catori di grande talento, richiaman- do un gran numero di partecipanti. È stato presentato il neonato video di dissezione anatomica dell’infra- mesostruttura e dei tessuti limitrofi. Questo video di interesse odontoia- trico fa parte di una collana, messa a disposizione degli iscritti tramite il segretario culturale dell’ANDI na- zionale Carlo Ghirlanda, realizzata da Roberto Pistilli e Alessandro Nisii. Consvizzerapuntualitàl’iniziodeila- vori è stato dato da Roberto Pistilli, il quale ha condotto la platea attraverso un viaggio lungo oltre vent’anni, esi- bendo vecchie e nuove tecniche, rie- sumando concetti aggiornati e altri nuovi a proposito delle tecniche rige- nerative e di tutte le possibili caratte- ristiche degli impianti, evidenziando pregi e difetti considerando inoltre l’azione svolta dal tempo in grado di falcidiare materiali e tecniche che non mantengono le promesse. Tutto ciò con l’obiettivo di porre rimedio all’incontrastabile invecchiamento. È emerso che abbiamo impiegato biomateriali di varia natura, oltre che impianti con superfici macchi- nate, poi con superfici trattate in vari modi, tornando, in seguito a un’accu- rata analisi bibliografica della diversa sopravvivenza degli uni rispetto agli altri, a riconsiderare ottimi quelli ori- ginali. Recentemente stanno tornan- do di moda gli impianti zigomatici già visti tempo addietro, come pure molti studi riconsiderano l’impiego degli impianti corti in osso nativo, una soluzione meno indaginosa, con prospettive più sicure rispetto all’in- serimento di impianti di lunghezza maggiore in osso rigenerato, i quali stanno parzialmente tradendo le aspettative, complice il fisiologico invecchiamento dei tessuti e la me- moria biologica. A queste conclusio- ni si è giunti dopo anni di ricerche e sperimentazioni con risultati alterni, chiariti dai dati raccolti e dalle pub- blicazioni che hanno permesso di sintetizzare con certezza sensazioni percepite e ora verificate. Una dotta ricerca è stata illustrata da Margherita Tumedei, la quale, me- diante immagini istologiche ultra- strutturali di grande effetto, ha pre- sentato l’azione svolta dagli impianti con connessione cone morse sinte- rizzati al laser sui tessuti circonferen- ziali. Luigi Canullo ha dissertato sulla preservazione dell’alveolo postestrat- tivo focalizzando osservazioni di vari autori che si sono interessati come lui a questo argomento. Ugo Covani ha richiamato il concet- to di infezione legandolo alla perim- plantite, sostenendo l’inarrestabilità del processo infettivo, evidenziando che solo i dentisti in ambito medico si ostinano a non rimuovere un pre- sidio chirurgico infetto. Ha ricordato come, anche nei confronti dei bioma- teriali innestati, in caso di infezione l’organismo reagisca nei loro con- fronti come un corpo estraneo. Ha inoltre presentato un impianto che sta tornando prepotentemente alla ribalta, specie in seguito alla diffusio- ne della piezochirurgia che ne facilita l’inserzione. L’impianto a lama, un “sempre verde”, attualmente studiato intreuniversitàamericane(NY,Loma Linda e Columbia University), ha co- nosciuto vicende alterne ed è nutrito da una bibliografia che affonda le sue radici nella notte dei tempi implanta- ri, ben prima dell’avvento sulla scena di Branemarck, fornito con monconi avvitabili e superfici trattate secondo gli attuali orientamenti. Negli ultimi anni, dai corsi e congres- si dei cultori della materia è rimbal- zato – artefici le case costruttrici – in contesti “canonici”, nei quali è stato presentato come una novità. La sezio- ne lamellare gli conferisce una ver- satilità d’impiego maggiore di quelli a sezione cilindrica pur di diametro ridotto. L’impianto a lama permette, in mani esperte, la protesizzazione di creste fortemente atrofiche senza ricorrere alle tecniche rigenerative, minimizzando costi e morbilità. La platea è stata scossa dalle riflessio- ni di più d’un relatore sui risultati a medio termine della GBR, argomento trattato in tutte le sue declinazioni anche in questa sede, reduce da un Symphosium a lei dedicato qualche settimana fa a Bologna da parte di due dei maggiori cultori della mate- ria in ambito internazionale, Istvan Orban e Eiji Funakosci. Restando in argomento, Luca Signo- rini ha stigmatizzato le sequenze ne- cessarie per conseguire il risultato, focalizzando una serie di richiami anatomici basilari per i neofiti, utili anche agli iniziati, sulla passivazione dei lembi, sulla sede e sui tempi dell’i- noculazione dell’anestetico, oltre ai tipi di membrana e alle proporzioni dei materiali da innestare e molto al- tro ancora. Tiziano Testori ha presentato imma- gini 3D, trasformando la sala in un in- sieme di occhialuti viola, moderatori compresi, alcuni dei quali anche alla fine delle proiezioni hanno continua- to a indossare le cromatiche protesi con grande classe. Come Pietro Felice e Roberto Pistilli, ha inviato un mes- saggio controcorrente circa l’affidabi- lità a medio termine dell’esasperazio- ne delle varie tecniche rigenerative, invitando a considerare in alternativa l’impiego di impianti di diametro ampio e lunghezza ridotta, inseriti in osso nativo, e gli zigomatici. Pietro Felice, insonne operatore della ricerca clinica, ha condotto un excursus at- traverso le più adottate tecniche im- plantari e rigenerative, descrivendo casi risolti mediante impianti tradi- zionali e tecniche rigenerative, con- siderando gli zigomatici e l’impiego di impianti corti, concludendo che i risultati conseguiti dopo molti anni, verificati mediante controlli clinici e studi statistici, sono a favore degli impianti inseriti in osso nativo, siano essi tradizionali, corti o pterigoidei, rappresentando il presidio terapeuti- co più affidabile. Le ricostruzioni delle porzioni ossee riassorbite tendono a ridursi, nel tem- po, anche in funzione della memoria biologica; inoltre i pazienti sono sem- pre meno inclini a sottoporsi a tera- pie lunghe e costose, che, in relazione all’allungamento della vita media, possono rendersi necessarie più volte nel corso dell’esistenza. Valentino Valentini ha riportato tutti neiranghipresentandocasidichirur- gia maxillo-facciale in ambito onco- logico, con una propensione ai lembi rivascolarizzati, peculiarità ultraspe- cialistica di cui i dentisti poco cono- scono. Abbiamo così potuto apprez- zare l’alto livello raggiunto da questa disciplina, in particolare dal gruppo del relatore che ha saputo coniugare il meglio delle varie scuole da lui se- guite in più sedi. Il pathos ha carpito molti colleghi alla comparsa delle im- magini dei casi trattati, che illustra- vano patologie risolte mediante l’al- lestimento di lembi rivascolarizzati e ricostruzioni ossee con prelievi dalla fibula piuttosto che dalla scapola o da altre zone donatrici per ricostrui- re interi complessi facciali senza dare un solo punto sulla superficie esterna del volto, conservando il più delle vol- te l’integrità espressiva del volto, pur sostituendo in parte o in toto la com- ponente ossea del massiccio facciale. GiorgioTabanellahaillustratolasolu- zione di patologie parodontali attra- verso una serie di case report di GBR in zone estetiche, impiegando mem- brane riassorbibili che, in relazione al loro alto contenuto in elastina, possono essere tesate sull’iper riem- pimento ottenuto mediante i bone chips, modellandosi sul volume così determinato. Forte delle conoscenze acquisite durante la specialità in Pa- rodontologia e al master in Scienze biologiche craniofacciali, ha fatto luce su assunti di impiego quotidia- no sfatando alcune “credenze” con- solidate da quanti praticano la GBR, puntualizzando inoltre che nell’86% dei casi inserisce gli impianti in osso rigenerato. Giovanni Zucchelli durante una con- versazione fiume durata circa 4 ore, ha beato i presenti con una serie di minuziose peculiarità a riguardo dei più frequenti interventi di chirurgia muco-gengivale, dedicati alla rico- pertura delle radici o degli impianti, anche con finalità mimetiche. Ha for- nito i particolari necessari per formu- lare una corretta diagnosi, preludio indispensabile per l’appropriata tera- pia, focalizzando mediante gli esem- pi mostrati il differente approccio da adottare in presenza di recessioni radicolari sul mascellare o sulla man- dibola. Attraverso le immagini ha in- sistito sulle peculiarità da mettere in atto per ottenere il risultato, reiteran- do l’esercizio come un mantra, fino a raggiungere un livello soddisfacente, pervadendo la relazione con questo messaggio subliminale. Ogni intervento esposto ha offerto l’occasione per un esercizio didatti- co magistrale, in grado di anticipare ogni eventuale perplessità, fugando i dubbi operativi attraverso la descri- zione dei singoli passaggi che com- pongono l’intervento. Un fiume di informazioni ha fatto da corollario alle immagini in 3D, tenendo in co- stante tensione i partecipanti, destan- do l’interesse che, nel dipanarsi delle ore, si è trasformato in sapere, stimo- lando il desiderio di fare, di provare a migliorare le tecniche che si stanno sempre più rivelando funzionali an- che all’implantologia recente o pre- gressa. È stata presentata una tecnica per la ricopertura delle recessioni e delle trasparenze implantari nelle aree estetiche, che non devono essere trattate mediante la GBR, ma con un innestoall’uopoconcepitoingradodi nascondere le spire, adagiato sulle pa- pille disepitelizzate e sulla cresta, così da fornire un ampio supporto vasco- lare, utile anche al lembo mucoso con il quale il tutto verrà ricoperto, garan- tendo così l’aspetto estetico. Queste due giornate hanno permes- so di puntualizzare diversi aspetti a riguardo di argomenti di interesse comune attraverso la stimolazione di molti punti di vista, sempre confor- tati dagli studi. Sono state introdotte alcune novità, oltre che esemplifi- cazioni di una miriade di tecniche e materiali. Sintetizzando, si potrebbe azzardare l’adagio: ritorno al passato con cognizione di causa prendendo il meglio di ciò che abbiamo visto. Luigi Grivet Brancot Chirurgia in 3D, e non solo, al congresso SIRIO-ARCOI e GISOS di Roma

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