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Cosmetic dentistry_beauty & science Italian Edition No.1, 2016

33 dentistry 1_2016 cosmetic come restauro monolitico4,5 dimostra un’ot- tima resistenza alla frattura e, ovviamente, data la natura monolitica del restauro, elimi- na il rischio del chipping6 . Questi nuovi materiali, grazie alle loro carat- teristiche di elevata resistenza meccanica, per- mettono un’ottima preservazione della struttu- ra dentale residua potendo cosi essere utilizzati anche su linee di preparazione verticale7 . _Presentazione del caso Viene di seguito presentato un caso in cui il paziente necessitava di una riabilitazione protesica fissa nel secondo e terzo quadrante. Nell’arcata superiore presentava infatti un restauro fratturato, un ponte avente 24 e 26 come denti-pilastro, mentre inferiormente 34 e 35 erano stati devitalizzati a causa di carie destruenti e infine l’elemento 36 aveva una protesi cementata su pilastro implantare che mostrava una recessione di 2 mm (Fig. 1). Una volta rimossi i restauri, i denti e il pilastro implantare sono stati preparati con una preparazione di tipo verticale (feather edge), lasciando 2 mm di spazio occlusale e 1,5 in senso assiale, con un angolo di con- vergenza compreso tra i 12° e i 20°, secondo i principi di ritenzione. Due ponti provvisori prelimatura sono stati quindi ribasati e ce- mentati con cemento provvisorio all’ossido di zinco (Temp Bond, Kerr). L’impronta digitale è stata presa dopo una settimana attraverso uno scanner ottico (Ce- rec AC BlueCam, Sirona) (Figg. 2a-2d). Dopo aver posizionato i fili di retrazione, 00 e 000 secondo la tecnica del doppio filo, è stata rilevata l’impronta ottica (Figg. 3, 4). Successivamente è stata registrata la re- lazione intermascellare (Fig. 5). Un sottile strato di polvere è stato nebuliz- zato sulle preparazioni al fine di eliminare pos- sibili rifrazioni che impedissero un corretto rile- vamento dell’impronta da parte dello scanner. Le immagini sono state acquisite e pro- cessate attraverso un software dedicato (Ce- rec SW 4.0, Sirona) e il progetto al CAD (Fig. 6) realizzato secondo le classiche linee guida protesiche con il grande vantaggio di poter valutare tridimensionalmente i tessuti circo- stanti la preparazione e poter così disegnare un corretto restauro. Al termine della fase CAD, è stato sele- zionato un blocchetto di disilicato di litio del colore prescelto (IPS e.max, Ivoclar Vivadent, Schaan, Liechtenstein) e inserito nell’unità di fresaggio. Nell’arcata superiore è stato pro- gettato un ponte di 3 elementi, mentre nell’ar- cata inferiore 3 corone singole. Al termine del- la procedura CAM la corona è stata inserita in un forno dedicato (Programat P310, Ivoclar Vivadent) e successivamente caratterizzata e glasata per la cementazione finale. Sono stati testati il fit della corona e l’occlusione e il paziente si è dichiarato sod- disfatto dell’estetica (Figg. 7, 8). La cementa- zione è stata eseguita tramite l’utilizzo di un cemento duale (Max Cem Elite, Kerr, Orange, Figg. 2a-2d_I provvisori e i tessuti dopo una settimana, al momento della rilevazione dell’impronta. Fig. 2a Fig. 2b Fig. 2c Fig. 2d case report _ sistemi CAD/CAM chairside

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