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Dental Tribune Italian Edition No. 3, 2017

Recuperare l’acqua piovana in studio con l’impianto di accumulo e riutilizzo Gestione dello Studio 11 L’impianto di recupero delle acque meteoriche evita lo spreco della risorsa più preziosa e gratuita che abbiamo: l’acqua. Se nelle abitazio- ni circa il 50% dei consumi dell’ac- qua è dovuto ai cicli di lavaggio (lavastoviglie e lavatrice), alle va- schette del WC (30%) e all’irriga- zione delle aree verdi, per quanto riguarda gli studi medici il valore è molto più alto. Questa quantità può essere fornita attraverso il re- cupero delle acque piovane. Per la progettazione dell’impian- to, si deve effettuare un’indagine sui bilanci idrici medi del luogo, per verificare da un lato il reale rapporto costi/benefici dell’im- pianto, dall’altro per calcolarne il corretto dimensionamento (rap- porto tra le acque raccoglibili e i fabbisogni dell’acque di consumo). Il sistema di recupero delle acque meteoriche è strutturato in diver- si sottosistemi: captazione; filtrag- gio; stoccaggio; rete distributiva; e utilizzatori. Uno degli aspetti più importanti sono i materiali, che non devono essere tossici e creare rischi di contaminazione chimica o batteriologica inficiando così il riutilizzo dell’acqua. Di solito, per praticità e per costi, è preferito il polietilene, ma mate- riali quali acciaio o cemento sono corretti. È buona regola scegliere tra i materiali normati dalla vigen- te legislazione per la conservazio- ne delle acque domestiche per il consumo umano. L’acqua piovana viene raccolta dalle superfici di captazione (tetti, lastricati solari, balconi, giardi- ni, ecc.) attraverso le grondaie e i pluviali; a monte di questi si deve applicare un filtro per evitare che detriti e fogliame li intasino. In commercio esistono diverse tipo- logie di filtro (coassiali, centrifu- ghi, manuali), ma l’ideale è il filtro autopulente perché, con la sua ef- ficienza tra il 70 e il 95%, garanti- sce la miglior resa di setaccio ed evita la manutenzione ordinaria dello stesso. A questo punto l’acqua, prima di essere stoccata in cisterna, deve essere depurata per evitare la pre- senza di inquinanti o batteri che alterano la qualità dell’acqua ivi raccolta. Esistono molti metodi di filtraggio: il filtro a dislivello di funzionamento, a maglia rotativa, a lamine triangolari con contro- lavaggio, sistema di dissabbiatu- ra-disoleatura, multi-stadio (con prima filtrazione 90 micron, suc- cessiva a 25 micron e trattamento a carbone attivo per rimuovere odori e colori assunti nel percorso). Quello con resa migliore e ideale per localizzazioni in contesti for- temente urbanizzati o in vicinan- za di zone industriali e/o strade di gran traffico è la fitodepurazione. Questo sistema di filtrazione vege- tale è una tecnica naturale attra- verso percolazione delle acque in manto di sabbia o ghiaia piantu- mato a macrofite acquatiche (ca- napa acquatica, Iris pseudacorus, lythrum salicaria). La cisterna di accumulo può esse- re posizionata sia fuori sia dentro terra. Le differenze tra i due po- sizionamenti sono enormi. Per la prima bisogna tenere presente di avere un serbatoio resistente agli UV, una superficie esterna ampia e non essere a latitudini che gelano in inverno. La scelta interrata, pur se più onerosa, è quella che garan- tisce la miglior salubrità dell’ac- qua stessa. Questo perché in terra non vi è alterazione organolettica o fermentativa dall’irraggiamento UV, la temperatura è stabile du- rante tutto l’anno e non produce consumo di suolo. Penultima parte è l’impianto di distribuzione; questo deve essere differenziato e realizzato separa- tamente rispetto alle altre condut- ture idriche. È composto da tuba- ture di mandata e da una pompa elettrica (volendo alimentata con fotovoltaico) che spinge l’acqua nei tubi fino agli utilizzatori. Importante nell’efficienza totale dell’impianto di recupero sono gli utilizzatori finali che dovranno essere a basso consumo d’acqua come i rubinetti dotati di rompi- getto e di riduttore di pressione, le lavastoviglie e le lavatrici con ciclo di lavaggio a basso utilizzo d’ac- qua, le cassette di scarico a doppio pulsante e i WC a flusso ridotto. Massimo Tiberio, architetto 38° 20 ANNI DI INCONTRI CULTURALI Eccellenza clinica ed evidenza scientifica: il punto di vista di due esperti di fama internazionale Firenze 26 5 2017 H 9 00 - 17 30 Prof. KEVIN O’BRIEN Autore di uno dei più popolari blog ortodontici: www.kevinobrienorthoblog.com È possibile praticare l’Ortodonzia basata sull’evidenza scientifica? Cosa sappiamo del trattamento ortodontico precoce? In assenza di evidenza scientifica, è il venditore a dettare le regole? Prof. LARRY W. WHITE Editor del Journal of Clinical Orthodontics per 17 anni Idee “spudoratamente” rubate o Perle Cliniche dei miei 57 anni in Odontoiatria Prof. DAMASO CAPRIOGLIO In ricordo di Alessandro Pozzi EVENTO GRATUITO – ISCRIZIONE OBBLIGATORIA Per informazioni e iscrizione: Segreteria ISO - Via Ponte a Quaracchi 48 - 50019 Sesto Fiorentino (FI) tel. 055.304458 - fax 055.304455 - iso@leone.it - www.leone.it T I - 4 0 / 7 1 P P Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2017

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