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CAD/CAM - international magazine of digital dentistry

2_201510 trends _ AIOP di modelli è possibile solo con stampati ad alta velo- cità e che sono in grado di utilizzare materiali diver- si. Un panorama in grande evoluzione e con molte aspettative, che potrebbe far rinviare l’acquisto. Inconclusione, WaelAttriassumeincinquepun- ti la sua lezione: _ maggiori sono le informazioni e i dati acqui- siti del paziente, maggiore sarà la precisione della riabilitazione; _ per una riabilitazione completa non si può ancora avere un approccio digitale al 100%; _ una combinazione tra il tradizionale e il digi- tale arricchisce la comunicazione e facilita il miglior piano di trattamento per il paziente; _ il maggior svantaggio è la necessità di avere un team esperto e ben formato; _ letecnologiefuturefacilitanoilflussodilavo- ro e accelerano il processo di fabbricazione. Le coppie di relatori, soci attivi AIOP, già utilizza- tori di sistemi e flussi di lavoro digitale, hanno trasfe- rito ai colleghi la loro esperienza acquisita. Il dott. Carlo Monaco e l’odt. Giuseppe Migna- ni si sono soffermati sui fattori che influenzano la qualità della scansione orale (tipologia di hardware, interpolazione del software CAD, polvere vs. no pol- vere, disegno della preparazione, protocollo e tempo di scansione, dimensione del puntale). Hanno inoltre cercato di rispondere a tale que- sito: «Quali sono i fattori che influenzano il flusso di lavoro?». Le risposte sono molteplici: si è parlato di modalità di impronta (convenzionale vs. digitale), scelta del materiale (monolayer vs. bylayer) e lavo- razione con o senza modello. Certamente anche l’in- vestimento economico e il fattore tempo (paziente/ professionista). Le impronte digitali funzionano, ma bisogna es- sere molto precisi. Questo però è un fattore che era determinante anche quando si adottava l’impronta convenzionale: nulla è cambiato, in questo senso. Da mettere in rilievo anche l’introduzione, al 3° anno, dell’insegnamento delle nuove tecnologie, e la tecnologia chairside inserita nella loro pratica quoti- diana in università, perché il digitale deve essere nelle università, là dove i ragazzi si esercitano. Mettendoinrilievoche lacurvadiapprendimen- to è lunga nel digitale concludono in base alla loro esperienza che esistono differenze di accuratezza tra differente scanner intraorali, che possono rilevare qualsiasi tipologia di preparazione e possono essere utilizzati nel rilevaento della posizione implantare e dei tessuti gengivali. Il chairside è una realtà dell’o- dontoiatria digitale. Materiali monolitici e digitali possono ridurre i flussi d lavoro su denti e su impian- ti, e il digitale ha enormi potenzialità di sviluppo in implantologia, per la diagnostica e la pianificazione. Il dott. Federico Boni, relatore insieme all’odt. Luca Dondi, ha messo in rilievo come nel 2008 lui apparve come un provocatore, utilizzando e sugge- rendo di utilizzare i sistemi digitali. L’attuale atteggiamento è quello di mirare alla qualità, con strumenti che negli anni sono sempre più performanti. Dopo 6 anni di utilizzo dello scanner intraorale, d’accordo che l’accuratezza e la precisione siano fondamentali anche in fase di controllo, prima dell’invio all’odontotecnico, ritiene che lo strumento utilizzatoabbialasuaimportanza,per esempioperla formaeilpeso,seilfileèchiusoevincolaacertipro- tocolli (limite nella soluzione protesica). Fondamen- tale quindi conoscere la macchina che si sta usando, le modalità di scansione, i suoi limiti e vantaggi. Per quanto riguarda i modelli, per ora preferisce farne a meno. Vede grandi prospettive nel futuro, ma già oggilaprecisionecostanteriscontratalohaconvinto a perseverare nella strada del digitale. Luca Dondi ha messo in rilievo come mai come nel digitale si aprano sempre molti interrogativi. Cer- tamente è un work in progress, ma che da sempre esiste nel settore dentale. La sua esperienza è decen- nale: aprì allora un reparto ad hoc nel laboratorio, inizialmente un po’ obbligato dal mercato. Ma oggi le convinzionisonodiverse,ilcambiamentoèepocalee, riguardo l’investimento, la cifra è contenuta rispetto alla potenzialità che i sistemi digitali consentono. Il punto è sempre lo stesso: chi ha grandi capa- cità tecniche le mantiene, le tecnologie non possono sostituire le abilità. Il flusso di lavoro oggi è misto, tra convenzionale e digitale. Se da un lato le tecnologie abbassano legger- mente il livello qualitativo, la precisione digitale è sempre maggiore di quella manuale e di quella del flusso tradizionale, che comporta molti passaggi. Le conclusioni della coppia Agnini e Sighinolfi, sintetizzanomoltidegliapproccitenutinelconvegno. Le nuove tecnologie influenzano maggiormente gli aspetti economici, manageriali, comunicativi e orga- nizzativi. Sono un grande strumento per semplificare il flusso di lavoro clinico e tecnico, ma le conoscenze e la pratica tradizionale sono ancora la vera chiave di successo. L’implementazione quotidiana delle nuove tecnologie richiede un continuo aggiornamento del team odontoiatrico. _Patrizia Gatto

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