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Implant Tribune Italian Edition

10 Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2014Clinica & Pratica Chirurgia implantare minimamente invasiva nel paziente geriatrico a rischio U. Marchesi*, P. Borelli** *Odontoiatra, libero professionista in Pavia **Odontoiatra, libero professionista in Torino Introduzione Conseguentemente all’aumento della prospettiva di vita, gli studi odontoiatrici si trovano oggi ad accogliere un numero crescente di pazienti geriatrici. Il professionista deve quindi sempre più spesso af- frontare la necessità di trattamenti riabilitativi complessi in pazien- ti anziani che presentano quadri anamnestici a rischio. Problemi cardiaci, diabete di tipo I e II, osteo- porosi e malattia parodontale sono tra le patologie più ricorrenti e che maggiormente richiedono un’atten- ta valutazione da parte del clinico sul tipo di procedura a cui è preferi- bile sottoporre il paziente1 . È inoltre necessario tenere presen- te che in casi di edentulia, quando è possibile, la riabilitazione fissa implanto-supportata o rimovibile con ancoraggio implantare è sem- pre preferita dal paziente, in quanto è riconosciuta come l’opzione più confortevole sia a livello funzionale che psicologico2 . Molteplici studi hanno infatti di- mostrato che l’implantoprotesi ha portato un deciso miglioramento nell’accettazione dell’edentulia da parte del paziente, date le eviden- ti ripercussioni positive come, ad esempio, un miglioramento nell’ef- ficacia masticatoria e un aumento del tono dei muscoli masticatori stessi3 . Non si evidenzia, invece, nessuna differenza tra pazienti portatori di protesi mobile e pazienti portatori di protesi rimovibile implanto-sup- portata in termini di dieta e prefe- renze alimentari4 . È stata inoltre evidenziata la predi- cibilità della terapia implantare nel paziente geriatrico sano anche se molto anziano, con percentuali di successo simili al paziente adulto5-7 . Anche il paziente geriatrico colpito da malattie neurodegenerative può essere candidato al trattamento im- plantare8 . Le patologie sistemiche, che sono causa di esclusione del paziente ge- riatrico dal trattamento implantare, sono quindi le stesse che possono riguardare tutti i pazienti, ma che ovviamente nel paziente anziano si possono presentare più frequen- temente. In realtà, le controindi- cazioni assolute al trattamento implantare sono rare e riguarda- no soprattutto quadri metabolici scompensati. Tuttavia, determinate patologie – come il diabete o la malattia paro- dontale, più ricorrenti nel paziente geriatrico – possono aumentare i rischi di complicanze e fallimenti. È da considerarsi pertanto più la gra- vità della patologia che la patologia stessa. Fig. 1 - Opt iniziale. Figg. 2, 3 - Situazione clinica dopo trattamento parodontale.Fig. 4 - Avulsione conservativa di 3.3 con inserto piezoelettrico. Fig. 5 - Quadro clinico postestrazioni. Fig. 6 - Detersione alveoli con inserto piezoelettrico. Prima della chirurgia implantare è necessario che le patologie siste- miche in corso, quali ad esempio quelle cardiache o endocrine, siano stabilizzate9-12 . Ovviamente, però, in pazienti con quadri clinici di questo tipo è auspicabile evitare interven- ti chirurgici complessi e utilizzare tecniche chirurgiche e strumenti il meno invasivi possibile. Un suppor- to fondamentale in questo senso è fornito al clinico dall’utilizzo di impianti autofilettanti, che consen- tono sottopreparazioni dell’oste- otomia implantare e, soprattutto, dalla tecnologia piezoelettrica, che garantisce una migliore e più rapida guarigione ossea. Caso clinico Il paziente F.C., di anni 75, si presen- ta all’osservazione lamentando mo- bilità della protesi scheletrata infe- riore. All’esame clinico si evidenzia una non congruità della stessa e un elevato grado di mobilità degli ele- menti dentari residui 4.4, 3.4, 3.5. L’elemento 3.3 ha invece grado di mobilità zero. L’ortopantomografia effettuata po- chi mesi prima dal paziente confer- ma la diagnosi clinica di malattia parodontale sugli elementi dentari residui, oltre alla presenza di tratta- menti canalari incongrui e processi cariosi diffusi (Fig. 1). Nell’arcata superiore il paziente è totalmente edentulo e portatore di protesi totale. All’anamnesi, risulta essere stato sottoposto due anni prima a inter- vento di angioplastica con installa- zione di 6 stent coronarici a causa di un infarto miocardico. A seguito dell’evento infartuale, il paziente assume Ticlopidina e farmaci beta- bloccanti per il controllo della pres- sione arteriosa. Il soggetto non è fumatore da due anni. Considerato il quadro clinico- anamnestico, si stipulano due piani di trattamento alternativi. Il primo prevede le estrazioni degli elementi dentari residui e la fabbrica- zione di una protesi totale inferiore; il secondo consiste invece nel posizio- namento di quattro impianti interfo- raminali e la successiva consegna di una protesi totale inferiore su barra. Il paziente, informato dei rischi e dei benefici delle due opzioni, sce- glie la soluzione implantare. >> pagina 11

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