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Implant Tribune Italian Edition

12 Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2014Clinica & Pratica << pagina 11 In questa occasione viene rilevata un’impronta in alginato, in modo che il laboratorio odontotecnico possa trasformare la protesi sche- letrata del paziente in una protesi provvisoria secondo la nuova situa- zione intraorale che verrà a formarsi dopo le avulsioni. In preparazione all’intervento vie- ne prescritta amoxicillina in asso- ciazione con acido clavulanico (1 gr ogni 12 ore, per 6 giorni) da iniziare ad assumere il giorno precedente all’intervento stesso. In accordo con il cardiologo, si decide di non far sospendere al paziente la terapia antiaggregante. Si procede così all’e- strazione di 4.4, 3.3 e 3.4. Durante le manovre estrattive, l’ele- mento 3.3 risulta essere anchilosato ed è quindi necessario ricorrere al bisturi piezoelettrico (Surgybone, Silfradent, Italia) per effettuare un’a- vulsione meno traumatica possibile nel rispetto dell’alveolo che dovrà poi ospitare l’impianto (Fig. 4). Una volta effettuate le avulsioni (Fig. 5), la detersione degli alveoli postestrattivi viene effettuata con un inserto piezoelettrico, per avere una prima detersione atraumatica e per sfruttare l’effetto di cavitazione, e avere quindi un campo operatorio più pulito possibile (Fig. 6). Considerato l’alto grado di visibilità intralveolare e la necessità di mini- mizzare l’invasività, si decide di ef- fettuare una tecnica flapless per gli Figg. 14, 15 - Rigenerazione ossea. servazione del tessuto osseo alve- olare e basale circostante15,16 , si può affermare che vantaggi indiscussi dell’implantologia postestrattiva sono il mantenimento dell’este- tica gengivale, secondo i principi dell’implantologia protesicamente guidata, e un notevole risparmio di tempo per il clinico e per il paziente, data la drastica riduzione delle fasi chirurgiche e protesiche. Essendo il gap tra impianto e parete ossea vestibolare maggiore di 2 mm, si esegue tecnica rigenerativa in zona 4.4, 3.3, 3.4, utilizzando un sostitu- tivo osseo sintetico (60% idrossia- patite, 40% beta-tricalcio-fosfato) >> pagina 13 Fig. 16 - Sutura. Fig. 17 - Intervento di rientro. impianti postestrattivi e di aprire solo un piccolo lembo in cresta sen- za tagli di scarico per l’inserimento dell’impianto in zona 4.2. A questo punto si procede alla preparazione dei tre siti implantari con tecnica piezoelettrica (Figg. 7, 8). Negli impianti postestrattivi, in- fatti, l’utilizzo del bisturi piezoelet- trico permette di stabilire in modo preciso l’asse implantare qualora, come in questo caso, non coincida con quello dell’alveolo. Una volta determinato l’asse, si procede alla preparazione del sito implantare con gli inserti piezoelettrici dedicati a diametro crescente (Kit PEC, Silfra- dent, Italia) (Fig. 9). Vengono inseriti in posizione 4.4 e 3.3 due impianti SPI 3.75 x 13 (Alpha-Bio Tec, Israele) e in posizione 3.4 un impianto SPI 3.75 x 11.5 (Alpha-Bio Tec, Israele). Questi impianti autofilettanti per- mettono di effettuare una sottopre- parazione del sito implantare e sono dotati di una geometria di spira di per sé in grado di consentire un’otti- ma stabilità primaria. In zona 4.2 si procede invece alla regolarizzazione della cresta con inserto piezoelet- trico dedicato e al successivo inse- rimento, con tecnica tradizionale con frese, di un impianto SPI 3.3 x 13 (Alpha-Bio Tec, Israele) (Figg. 10, 11). Il torque di inserimento in tutti i casi supera abbondantemente i 40 Ncm impostati sul motore da im- plantologia: 50 Ncm in posizione 4.4; 60 Ncm in posizione 4.2, 45 Ncm in posizione 3.3 e 3.4. Gli impianti postestrattivi vengono inseriti circa mezzo millimetro al di sotto della cresta ossea13,14 (Figg. 12, 13). Mentre ancora si discute in letteratura se l’inserimento implantare subito dopo l’estrazione permetta la con- Fig. 20 - Barra a un anno. Fig. 19 - Protesi totale inferiore.Fig. 18 - Barra.

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