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Implant Tribune Italian Edition

6 Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2014Clinica & Pratica Tecnica post-estrattiva: i suoi vantaggi Massimo Alteri Libero professionista, responsabile reparto protesi CAD/CAM, studio associato Alteri, Civita Castellana (VT) << pagina 1 È quindi importante valutare la validità, in termini di durata, di elementi dentari che, se rimossi per tempo, non causano impor- tanti perdite di tessuti di sostegno. È altresì fondamentale l’utilizzo di impianti post-estrattivi a connes- sione conometrica, la quale, essen- do priva di micro-gap tra fixture e abutment, impedisce qualsiasi infiltrato infiammatorio, con un notevole vantaggio per i tessuti perimplantari. Caso clinico La paziente, C.M. di anni 35, si presentava alla nostra osservazio- ne accusando dolore e mobilità dell’elemento dentario 1.2, causati da un trauma facciale. Dopo esa- me radiologico e clinico (Figg. 1, 2) evidenziamo che l’1.2, precedente- mente trattato endodonticamen- te e ricostruito con una corona metallo-ceramica, presentava una frattura coronale della porcellana (Fig. 3) e una frattura radicolare. Il piano di trattamento prevede l’estrazione dell’1.2 e l’inserimen- to di un impianto post- estrattivo immediato Leone Max Stability 3.3 di diametro e 10 mm di lunghezza. La condizione della paziente, che può essere classificata come un biotipo gengivale spesso, favorisce questa scelta terapeutica. Procedura chirurgica La rimozione della corona prote- sica (Fig. 4) evidenzia la frattura radicolare (Fig. 5), che però non ha provocato danni ossei alla cor- ticale esterna. Procediamo quin- di all’estrazione radicolare e alla preparazione del sito chirurgico, in questa fase è molto importante l’inclinazione che viene data alla prima fresa che è una pallina a gambo lungo (Fig. 6): questa deve essere posizionata di 15° in senso opposto alla corticale esterna, per evitare di assottigliarla. La seconda fresa pilota, invece, inizia a preparare la lunghezza del sito (Fig. 7). Dalla terza fresa (Fig. 8) iniziamo a lavorare a basso nume- ro di giri non oltre i 50 rpm, senza erogazione di soluzione fisiologi- ca. Questo consente un buon con- trollo, permette di sentire la con- sistenza ossea per recuperare osso autologo (Figg. 9, 10), che successi- vamente verrà miscelato con osso sintetico e potrà essere usato nelle zone che necessitano di innesto osseo (Fig. 11). >> pagina 8 Fig. 2 Fig. 4 Fig. 6 Fig. 8 Fig. 3 Fig. 5 Fig. 7 Fig. 9

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