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implants - international magazine of oral implantology

1_2016 08 opinions _ bifosfonati Questo meccanismo di protezione può essere compromesso se il riassorbimento è ridotto da qualsiasi potente antiriassorbente, che porta alla diffusione dell’infezione e all’osteomielite. In odontoiatria, questo tipo di osteomielite è chiamato osteonecrosi. Così, da un punto di vista fisiopatologico, l’osteonecrosi della ma- scella è un termine un po’ ingannevole. I già ben noti effetti antiosteoclasti dei bifosfona- ti sono sufficienti per spiegare l’osteonecrosi della mascella senza necessità di ipotesi ri- guardo gli altri meccanismi meno noti2 . Inoltre, la teoria si adatta con le osservazioni che gli antiriassorbitivi non bifosfonati sono associati con l’osteonecrosi della mascella. Quando gli impianti vengono inseriti nell’osso, numerosi studi hanno dimostrato che – soprattutto in un osso spugnoso – i bi- fosfonati riducono la risposta riassorbitiva al trauma senza alterare la risposta di formazio- ne dell’osso, avendo quindi un netto effetto anabolizzante. Questo spiega perché i bifosfo- nati sia locali sia sistemici sono stati indicati da test clinici randomizzati per migliorare la fissazione precoce del ginocchio e delle pro- tesi d’anca3 . Poiché i bifosfonati si legano fortemente alle ossa, il trattamento locale rimarrà locale. I bifosfonati applicati a una superficie ossea resteranno lì più o meno per sempre, e quindi non compromettono la resistenza all’infezio- ne altrove. In un modello animale di impianti dentali (in siti compromessi da una ferita lo- cale), il gruppo di ricerca dell’autore ha mo- strato che il trattamento sistemico con i bifo- sfonati induce l’osteomielite (ONJ), mentre gli impianti con un rivestimento di bifosfonato, miglioravano il fissaggio dell’impianto senza problemi nonostante il sito di inserimento fosse com- promesso4 . Inoltre, se il sito implantare nell’uomo è stato infettato, solo l’osso a circa un millimetro dal- la superficie dell’impianto conterrebbe bifosfonato e potrebbe essere rimosso, se necessario. In un test randomiz- zato di impianti dentali ricoperti da uno strato proteico con bifosfonati, è stato dimostrato il miglio- ramento del fissaggio5 . La frequenza di risonanza è stata di 6,9 ISQ maggiore per gli impianti rivestiti rispetto ai controlli (p = 0.0001; Cohen d = 1,3). Le radiografie hanno mostra- to un riassorbimento meno marginale sia a 2 mesi (p = 0.012) sia a 6 mesi (p = 0,012). I pazienti sono sta- ti seguiti per 5 anni senza complicazioni. Per concludere, gli antiriassorbenti sistemici possono mettere in pericolo la protezione contro l’osteomielite, aumentando così il ri- schio dell’osteonecrosi della mascella in pa- zienti con altri fattori di rischio. I bifosfonati locali non sembrano conferire tale rischio e migliorano la fissazione dell’impianto per il loro netto effetto anabolizzante. Il tratta- mento locale con i bifosfonati potrebbe di- ventare uno strumento importante in odon- toiatria e chirurgia maxillo-facciale. Le note bibliografiche sono presenti presso l’Editore. Dichiarazione conflitto di interesse: l’autore ha quote in AddBIO. L’articolo è stato pubblicato su Today EAO Annual Scientific Congress 2015 Stockholm 24-26 September, 2015.

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