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implants - international magazine of oral implantology

1_2016 30 special _ ortodonzia plantari, gli ortodontisti si trovano così di fronte a una soluzione alternativa: sfruttare come an- coraggio eventuali impianti presenti, in modo da poter preparare le arcate con notevole risparmio dei tessuti dentari. Gli impianti, fornendo stabilità assoluta, con- sentono di realizzare con facilità anche movi- menti quali intrusioni, estrusioni, mesializzazioni o distalizzazioni, anche nei casi in cui l’ancorag- gio dentale risulterebbe critico3,4 . Scopo di questo articolo è mostrare, attra- verso vari passaggi di un caso esemplificativo, i vantaggi dell’approccio riabilitativo combinato. _Caso clinico Paziente di anni 80, V.G., si rivolge presso il nostro studio presentando una perdita del tessuto dentario duro, con difficoltà sempre più incipien- ti nella masticazione. All’esame obiettivo appare evidente lo stato di usura degli elementi dentari presenti, la mancanza di supporto posteriore e una malocclusione caratterizza da rapporti tendenti alla terza classe scheletrica, senza dubbio accentuati dall’autorotazione mandibolare conseguente alla perdita di numerosi elementi dei settori posteriori. Viene eseguita una radiografia ortopantomografica (Fig. 1) dalla quale non risaltano particolari proble- matiche. Il sondaggio parodontale evidenzia la sa- lute degli elementi residui. Il signor V.G. rifiuta qual- siasi tipo di riabilitazione rimovibile e opta per una soluzione fissa, rendendosi disponibile a una terapia ortodontica preparatoria. Vengono quindi prescrit- te le teleradiografie e viene preparato lo studio del caso (Figg. 2-4). L’obiettivo della terapia ortodontica Figg. 2-4_Teleradiografie in posizione altero-laterale e postero anteriore e tracciato cefalometrico. Fig. 5_Visione occlusale della cresta edentula preoperatoria. Fig. 6_Foto frontale del paziente sorridente. Fig. 2 Fig. 6 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5

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