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CAD/CAM - international magazine of digital dentistry, Italian Edition, No. 3, 2015

3_2015 03 editoriale _ CAD/CAM Dott. Diego Lops, DDS, PhD Università degli Studi di Milano - dipartimento di Scienze della Salute, Polo S. Paolo, Clinica odontoiatrica. Le frase che dà il titolo a questo editoriale è stata in realtà la conclusione di una discussione avvenuta tra me e alcuni colleghi della Clinica odontiatrica Dental Building dell’Università Statale di Milano, di cui faccio parte da quindici anni. Tutto nacque così: un’assistente con passo trafelato arriva nel mio reparto chiedendomi preoccu- pata «Dottore, per cortesia, avremmo bisogno che venisse a dare un consiglio sulla scelta della com- ponentistica protesica del paziente X». Perplesso mi dirigo dai colleghi dott. Y e dott. Z che stavano animatamente discutendo su quale materiale e quale tipologia di abutment scegliere per un’arcata da riabilitare su 6 impianti. La loro richiesta era di garantire al paziente una personalizzazione della riabilitazione protesica, quindi discutevano su come scegliere abutment dritti da poter far fresare a piacimento al tecnico dentale, abutment calcinabili per poter garantire una morfologia la più possibile adeguata a ogni specifico sito da riabilitare. Osservo dunque questi colleghi, per di più esperti, o così almeno sarebbero dovuti essere, e do- mando: «Avete pensato ad altre soluzioni?». Loro mi guardano come se avessi detto chissà che eresia e replicano: «Ad esempio?». Io faccio presente che quel caso sarebbe facilmente risolto con la scelta di abutment CAD/CAM in grado di personalizzare le emergenze protesiche e di garantire con una protesi cementata la correzione dei disparallelismi derivanti dal non perfetto posizionamento implantare. Loro replicano scocciati che i costi sarebbero eccessivi, a causa della manifattura di questi abutment, e che oltretutto non sanno neppure quale prognosi possano avere. Io, alquanto scoraggiato spiego che attualmente i costi di abutment fabbricati con tecnologia CAD/CAM hanno costi sovrapponibili se non inferiori a quelli stock, senza la necessità ulteriore di ricorrere a costose fusioni in lega aurea. Inoltre, faccio presente che in letteratura (basta digitare le keyword «CAD/CAM, abutments and dental implants») sono ora disponibili dati, seppur a breve o medio-termine, circa la performance di abutment CAD/CAM, anche paragonata ai corrispettivi stock. Tali dati prognostici sono del tutto sovrapponibili a quelli relativi a prodotti in commercio. Da qui la mia frase: «Siamo nel terzo millennio!». Non è infatti più concepibile evitare di ricorrere a componenti personalizzate per trattamenti di alto livello. L’emergenza protesica naturale non può essere ottenuta in modo sistematico diversamente. E l’accessibilità economica di tale componentistica deve ormai indurre il clinico a scegliere l’opzione CAD/CAM come prima scelta nel trattamento della maggioranza dei pazienti con protesi implanto-supportata. _Diego Lops Siamo nel terzo millennio!

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