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Endo Tribune Italian Edition

8 Pratica & Clinica Endo Tribune Italian Edition - Giugno 2017 Evoluzione clinica e tecnologica in Endodonzia Gabriele Conte*, Manuele Mancini*, Luigi Cianconi** * Università degli studi di Roma “Tor Vergata”- CLSOPD - Cattedra di Materiali Dentali ** Università degli studi di Roma “Tor Vergata”- CLSOPD - Cattedra di Odontoiatria Conservativa < pagina 1 In che cosa consiste l’a””roccio endodontico-restaurativo minimamente invasivo? Nel caso di una lesione cariosa o trau- matica che comporti l’esposizione del tessuto pulpare, in particolare in pazienti giovani, ad esempio, l’approc- cio endodontico più conservativo è rappresentato dall’incappucciamento pulpare diretto. Qualora sussistano determinate condizioni cliniche, pri- ma tra tutte l’assenza di sintomatolo- gia preoperatoria e l’agevole controllo di un eventuale moderato sanguina- mento infatti, l’evoluzione dei cemen- ti bioattivi (MTA – Mineral Trioxide Aggregate, e cementi a base di calcio silicati) oggi consente infatti di affron- tare questi casi con molta più predici- bilità che in passato, quando l’idrossi- do di calcio e i cementi vetroionomeri erano le uniche alternative3 (Figg. 1-3). Cavità d’accesso endodontico ultraconservative? Qualora, al contrario, la vitalità del dente non possa essere salvaguar- data, l’obbiettivo dell’endodontista dovrà essere quello di conservare la maggior quantità di tessuto coro- nale e radicolare possibile senza co- munque rischiare di pregiudicare il successo della terapia endodontica. Nonostante non si possano negare le influenze della perdita dei nocicet- tori intrapulpari e delle alterazioni strutturali della dentina devitale, è oggi ampiamente dimostrato come l’aumentato rischio di frattura di un dente trattato endodonticamente sia imputabile principalmente alla per- dita di struttura dentaria. L’apertura della camera pulpare deve essere per- tanto eseguita in modo conservativo e ben pianificata sulla radiografia periapicale preoperatoria (o se dispo- nibile sulla TC cone beam), tenendo Giovanni Olivi Roeland De Moor Enrico DiVito Cristiano Fabiani Vittorio Franco Vasilios Kaitsas Maarten Meire Matteo Olivi Ercole Romagnoli LASER in endodonzia Ricerca e Applicazioni Cliniche INDICE Presentazione Arnaldo Castellucci Parte I - Endodonzia Convenzionale Capitolo 1 Morfologia e Anatomia dell’Endodonto Capitolo 2 Irrigazione e Microambiente Endodontico Parte II - Scienza di base del Laser Capitolo 3 Fisica del Laser Capitolo 4 Laser utilizzati in Endodonzia Parte III - Applicazioni Cliniche dei Laser in Endodonzia Capitolo 5 Endodonzia Laser Convenzionale Capitolo 6 Disinfezione foto-attivata (PAD) Parte IV - Nuovi Sviluppi del Laser per l’Irrigazione in Endodonzia Capitolo 7 Irrigazione Laser Attivata (LAI) Capitolo 8 Tecnica PIPS e protocolli clinici ACQUISTALO ORA! 170E Per maggiori informazioni chiamare lo 011 3110675 o scrivere a: info@tueorservizi.it Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 NOVITÀ EDITORIALE 40 ECM Lega Casa ”roduttrice Strumenti M-Wire Dentsply-Sirona Protaper Next, Wave One, Proglider, Reciproc, R-Pilot CM-Wire Coltene Hyflex CM, Hyflex EDM R-”hase Kerr-KaVo Twisted files Adaptive Blue Wire Denstply-Sirona Vortex Blue, Reciproc Blue Gold Wire Denstply-Sirona Protaper Gold, Wave One Gold, Wave One Gold Glider Max Wire FKG XP endo Tab. 1 - Sintesi delle principali leghe NiTi termo-trattate, delle case produttrici proprietarie del trattamento e degli strumenti che le utilizzano. ben in considerazione l’andamento dei canali radicolari. Su questo tema la rete ha visto sorgere numerose pro- poste di cavità di accesso ultraconser- vative (Ninja Access, Truss access, ecc.) a favore di una, peraltro non dimo- strata, conservazione dell’integrità strutturale dell’elemento dentario4. Gli autori sono tuttavia dell’idea che tali approcci integralisticamente con- servativi possano in realtà inficiare il risultato della terapia endodonti- ca aumentando il rischio di frattu- ra degli strumenti, di aberrazioni dell’anatomia canalare, o di mancato trattamento di alcune porzioni dello spazio endodontico. L’apertura della camera pulpare deve pertanto essere quella minima possibile per ottenere un accesso rettilineo al terzo coronale e medio del canale radicolare (Fig. 4). Specialmente in questa fase l’uso di sistemi ingrandenti o del microsco- pio operatorio può rivelarsi assoluta- mente determinante. La sagomatura dello s”azio endodontico L’obiettivo clinico della terapia en- dodontica è quello di prevenire o curare le affezioni della polpa den- tarie e dei tessuti periradicolari. Per raggiungere tale obiettivo è ne- cessario procedere alla rimozione chemo-meccanica di tutto il tessuto pulpare e i microrganismi presenti all’interno del sistema endodontico tramite le fasi di sagomatura e de- tersione. È importante focalizzare l’attenzione sul fatto che la sago- matura non sia il fine di una terapia endodontica, ma solo il mezzo per ottenere quei requisiti meccanici indispensabili al raggiungimento degli obiettivi biologici della stes- sa. In particolare, la sagomatura sia essa eseguita con strumenti manua- li in acciaio o strumenti meccanici in NiTi dovrebbe rispondere agli obiettivi proposti dal prof. Herbert Schilder già nel 1974, e cioè: 1. ottenimento di un canale conico continuo; 2. diametri canalari decrescenti in senso corono apicale; 3. assenza di trasporto apicale; 4. rispetto delle curve sui piani multipli dello spazio; 5. diametro apicale il più piccolo che sia pratico5. Con l’introduzione della lega supe- relastica NiTi in endodonzia è stato possibile introdurre sul mercato strumenti meccanici a conicità au- mentata (superiore al 2%) e le com- plesse e poco predicibili tecniche di sagomatura con strumenti manuali in acciaio sono state lentamente soppiantate dalle più semplici e ri- producibili tecniche di sagomatura meccanica. Una significativa inno- vazione in tale campo è stata in- trodotta con il concetto di conicità variabile degli strumenti, applicata per la prima volta su gli strumenti ProTaper (Dentsply-Sirona)6. > pagina 9

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