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Endo Tribune Italian Edition

6 News & Commenti Endo Tribune Italian Edition - Giugno 2017 per la salute dei pazienti. Ero a Parigi circa due mesi fa invitato a parlare di endodonzia nell’ambito di un congres- so di implantologi venuti da tutto il mondo. Anche se sapevo che avrei parlato nella seconda giornata, ho assistito a tutte le varie conferenze dei relatori che hanno parlato prima di me. Confesso che era la prima volta che partecipavo a un simile congres- so ed era la prima volta che sentivo parlare del problema molto attuale che riguarda gli impianti: le perim- plantiti. Non lo sapevo, ma pare che dopo 5-10 anni tale complicazione si manifesti nel 45% dei casi circa. Al che ho esordito dicendo che se la mia en- dodonzia dopo 5-10 anni avesse avuto tale complicazione in una simile per- centuale, avrei sicuramente cambiato specialità. E ho anche concluso dicen- do: «Cari implantologi, vi do una buo- na notizia. Ho con me la soluzione per eliminare le perimplantiti. Basta fare meno impianti». Grazie dell’intervista e com”limenti anche ”er le sue ca”acità oratorie, “condite” da una sim”atica ironia fi orentina. Patrizia Gatto < pagina 4 cioè l’assenza di ostacoli o gradini e la presenza della parete canalare liscia (il famoso glide path), a quel punto anche il neolaureato privo di esperienza può ottenere ottimi risultati, perché la per- fetta sagomatura viene eseguita per lui dagli strumenti in nichel-titanio. Ovviamente, questi da soli non fanno miracoli e non sono esenti da rischi, quali la frattura, ma una buona cono- scenza dei loro limiti e della giusta se- quenza da seguire mette tutti al riparo da qualsiasi frustante incidente. Parliamo del nuovo strumento, ”resentato a Colonia e dis”onibile da giugno in Italia: il nuovo WaveOne GOLD Glider, da lei stesso disegnato. «Non è oro ma vale oro», ha dichiarato nella sua relazione. È vero e confermo quello che ho affer- mato a Mantova. Questo strumento fa parte della famiglia degli strumenti in nichel-titanio che hanno rappresen- tato e rappresentano la più grande rivoluzione endodontica degli ultimi 10 anni. Parlo dei PathFile, poi del Pro- Glider e ultimo nato il WaveOne Glider. Questi strumenti ci hanno permesso di dire addio agli strumenti manuali in acciaio e quindi addio a tutti gli errori che il loro utilizzo comportava: gradi- ni, false strade, intasamenti. Ne è rima- sto solo uno e a questo non è possibile rinunciare se vogliamo lavorare in tut- ta tranquillità. Alludo al primo strumento con cui esploriamo e sondiamo il canale. Al- ludo all’unica diffi coltà rimasta anche nelle mani dell’esperto. Alludo alla prima lima in acciaio precurvata con la quale andiamo ad esplorare l’ana- tomia che abbiamo davanti. La lima manuale in acciaio .08 o .10. Oggi c’è qualche temerario che dice che anche questo non è più necessario. Invito a non dare retta a questa voce che vuo- le semplifi care troppo. È a mio parere estremamente rischioso entrare in un canale radicolare con qualsiasi stru- mento rotante o reciprocante senza prima avere sondato il canale (e questo si fa con l’acciaio precurvato) ed essersi accertati dell’esistenza del sentiero di percorribilità. Dal 2008 tale sentiero non si allarga più con l’acciaio manua- le ma lo si fa con gli strumenti rotanti in nichel-titanio appositamente dise- gnati per questo scopo. Dal 2011 agli strumenti rotanti si sono affi ancati quelli reciprocanti, e per venire incon- tro ai loro utilizzatori, è stato disegnato e creato lo strumento reciprocante per allargare l’esistente glide path: Wa- veOne Glold Glider. Questo consente agli utilizzatori dei reciprocanti di non cambiare il settaggio del loro motore, ma di iniziare e terminare la loro sago- matura dopo aver impostato il motore su tale movimento. La scelta del colore oro da cosa deriva? Il colore oro deriva dal ciclo di riscal- damento e raffreddamento che lo strumento (già scolpito da sofi sticate lame guidate da sofi sticati computer) ha subito. A questo colore oro si ac- compagna una aumentata resistenza alla fatica ciclica (aumentata del 50%) e una aumentata elasticità (accresciu- ta dell’80%). Tali strumenti della serie Gold si adattano a qualsiasi anatomia e secondo il mio parere trovano la loro migliore indicazione nei ritrattamenti, quando cioè si rende necessario usare strumenti precurvati. Mentre non è facile precurvare i classici strumenti in nichel-titanio, è estremamente facile precurvare gli strumenti Gold grazie alla loro aumentata elasticità. Quali sono le caratteristiche di questo nuovo strumento? Le principali caratteristiche sono rap- presentate dalla maggiore resistenza e maggiore elasticità. Questo rende di più facile esecuzione il trattamento di ana- tomie complesse e dei ritrattamenti. Che cosa ne ”ensa dell’uso della CTBC e dei software 3D relativamente alla scelta del ”iano di trattamento? Il collega Shanon Patel sostiene che ”uò addirittura, ris”etto alla diagnosi radiologica 2D, cambiare il ”iano di cura, salvo gli insuccessi maggiori qualora non si conoscano bene le tecniche. Sono perfettamente d’accordo con il collega inglese Shanon Patel e sono molto felice di avere installato anche nel mio studio tale apparecchio. Mi è servito in più di un’occasione per mo- difi care il piano di trattamento o per scoprire l’esistenza di una radiotra- sparenza di natura endodontica non evidenziata dall’esame radiografi co endorale classico, bidimensionale. Spe- ro che un giorno diventi lo standard of care, come sta per diventare negli Stati Uniti d’America. Ovviamente non va usato in modo indiscriminato, ma solo nei casi di vera necessità o quando so- pravvengono dei dubbi. Di recente sta- vo lavorando su un incisivo inferiore dal canale completamente calcifi cato nei due terzi coronale e medio. Stavo cercando la pervietà del canale sot- to microscopio e con sottili punte da ultrasuoni, senza riuscire a trovarlo. Ho tolto la diga e l’uncino, ho chiuso provvisoriamente la camera pulpare e ho fatto un esame CBCT. A quel punto trovare il canale nella giusta direzione è stato questione di secondi. Si ”arla anche di ”artire dal ”rogetto del restauro ”rotesico già in fase diagnostica. Cosa ne ”ensa? Penso che sia giustissimo, anche se sinceramente la cosa non mi riguar- da molto da vicino. Io infatti esercito la sola endodonzia da circa 40 anni e lavoro su pazienti inviatimi da un al- tro professionista. Ho però una piccola percentuale di pazienti che vengono da soli e che chiedono che anche il restau- ro venga eseguito nel mio studio. Per questi pazienti ho un validissimo colla- boratore, il dott. Matteo Papaleoni, e in- sieme a lui discuto e preparo il piano di trattamento restaurativo-protesico già in fase diagnostica. Prima di innamo- rarmi dell’endodonzia, infatti, ho eserci- tato l’odontoiatria generica per quattro anni, facendo un po’ di tutto, comprese la restaurativa e la protesi. Anche se sono passati molti anni, i principi base li ho chiari in mente. Davvero nel futuro grazie al lavoro degli endodontisti si metteranno sem”re meno im”ianti? È esattamente quello che mi auguro Intervista a Mauro Fazioni A Mantova, nel corso del Close Meeting di Simit Club dedicato all’endodonzia, abbiamo rivolto alcune domande a Mauro Fazioni, chirurgo, implanto-protesista, che utilizza le tecniche digitali da tanti anni. Il titolo della sua relazione, e tema di questa intervista, è “Single visit Dentistry”. Dott. Fazioni, imbarazzante ”arlare davanti a una ”latea così ”restigiosa di endodontisti? Per nulla in imbarazzo, forse un po’ pre- occupato, ma soprattutto onorato che gli endodontisti rappresentati in quel- la prestigiosa platea rivolgano il loro interesse alle discipline digitali. L’endo- restaurativa è il futuro dell’odontosto- matologia moderna, anzi rappresenta il presente e il futuro In che modo la sua es”erienza nel settore im”lanto-”rotesico ”uò essere oggi traslata in endo- ”rotesi? Nessuna traslazione. Penso che oggi l’implantologia e la protesi dell’elemen- to singolo facciano già parte dell’endo- restaurativa grazie ai metodi digitali. Quali sono le differenze diagnostiche consentite dai sistemi digitali? La terza dimensione ovviamente è la differenza più evidente, ora stiamo en- trando nel very low dose instruments dove, a bassissimo dosaggio, si ottengo- no risultati incredibili. Un punto da non trascurare è l’integrazione con l’im- pronta ottica. I tessuti molli diventano così visibili nel volume 3D Nella sua relazione, lei ha ”arlato della res”onsabilità del ”rocesso decisionale, che essendo gerarchico, ricade sul ”rimo medico che effettua la visita. Può s”iegare meglio il concetto? La diagnostica moderna in odontosto- matologia passa attraverso esami stru- mentali che danno evidenza al clinico sulle scelte diagnostiche. Le innovazioni tecnologiche consentono decisioni e ”ro”oste di ”iani di cura sin dalla ”rima visita? Questo è l’obiettivo ottenibile solo con strumenti utilizzabili direttamente e semplicemente. Come l’im”ronta digitale diventa ”arte di un atto diagnostico? La morfologia dei tessuti, delle lesioni coronali l’integrazione con i volumi 3D e i movimenti masticatori sono una fonte infi nita di informazioni utili. Lei ha dichiarato che grazie al lavoro degli endodontisti moderni, sem”re meno ”azienti nel futuro dovranno ricorrere a una riabilitazione im”lanto- ”rotesica. È vero, oggi si vince salvando e restau- rando il dente. L’implantologia è l’ulti- ma tappa la più complessa. Lei sostiene che da oggi e nel futuro l’endo-restauratore ”otrebbe trarre dei vantaggi nell’a””licare quanto si è a””reso negli ultimi 20 anni relativamente alla ”ianifi cazione e al disegno ”rotesico, lavorando tra l’altro in sinergia a distanza con i colleghi. Spero e mi auguro che molti colleghi en- dodontisti offrano la loro disponibilità nel costruire insieme il futuro dei fl ussi digitali utili al clinico.

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