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Ortho Tribune Italian Edition No. 1, 2018

10 Pratica & Clinica Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2018 < pagina 9 A fine trattamento le linee me- diane superiore ed inferiore risul- tavano coincidenti (Fig. 3e) ed il cross-bite a carico di 1.4 e 4.4 cor- retto completamente (Figg. 3f, 3g), mentre l’arcata superiore risul- tava armonica e adeguatamente espansa (Fig. 3h). Fondamentale per l’ottenimen- to di tali risultati è stata la scelta della misura dell’NPE-2 attraverso l’utilizzo della formula [dSPS - 3 mm] + [dFCI - dMPS], dove dSPS sta ad indicare la distanza fra le super- fici palatine dei primi molari supe- riori a livello del centro del colletto, dFCI corrisponde alla distanza fra le fosse centrali dei primi molari inferiori e dMPS è la distanza fra le cuspidi mesio-palatali dei primi molari superiori a livello dei vertici delle cuspidi. Gli obiettivi pre-fissati nel pia- no di trattamento ortodontico sono stati tutti raggiunti senza richiedere una particolare colla- borazione da parte della paziente ed evitando il ricorso ad estrazioni dentarie. Fig. 3e. Fig. 3f. Fig. 3g. Fig. 3h. - Bucci R, D’Antò V, Rongo R, Valletta R, Martina R, Michelotti A. Dental and skeletal effects of palatal expansion techniques: a systematic review of the current evidence from systematic reviews and meta-analysis. J Oral Re- habil. 2016 Jul;43(7):543-64. - Montaruli G, Caradonna C, Castellucci M, Ciccarelli E. Functional tre- atment of mandibular lateral deviation. Trattamento funzionale delle late- ro-deviazioni mandibolari. Mondo Ortod 2010; 35(3):128-39. - Hesse KL, Artun J, Joondeph DR, Kennedy DB. Changes in condylar position and occlusion associated with maxillary expansion for correction of functional unilateral posterior crossbite. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1997;111:401-8. - Kurol J, Berglund L. Longitudinal study and cost-benefit analysis of the ef- fect of early treatment of posterior cross-bites in the primary dentition. Eur J Orthod 1992;14:173-9. - McNamara JA, Brudon WL. Orthodontic and orthopedic treatment in the mix dentition. Ann Arbor, Mich: Needham Press; 1995. letture consigliate titative effects of a nickel-titanium palatal expander on skeletal and dental structures in the primary and mixed dentition: a preliminary study. Eur J Orthod 2003;25:401-10. - Arndt WV. Nickel titanium palatal expander. J Clin Orthod 1993;27:129-37. - Anelli G, Montaruli G. Espansione del mascellare superiore mediante il - Hannuksela A, Laurin A, Lehmus V, Kouri R. Treatment of cross-bite in early mixed dentition. Proc Finn Dent Soc 1988;84(3):175-82. NiTi palatal expander. Mondo Ortod 1999;1:65-72. - Karaman AI. The effects of nitanium maxillary expander appliances on dentofacial structures. Angle Orthod 2002;72(44):344-54. - Corbett MC. 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All’origine dell’incontro una robusta serie di sollecitazioni via internet rivolte al possibile paziente per convincerlo ad un rischioso “do it yourself” (fai da te), ossia a gestire in proprio il problema ortodontico, facendo a meno dello specialista, considerato praticamente superfluo grazie ad un kit ortodontico di (appa- rentemente) facile utilizzo. Potenza di internet, senza il quale non sareb- be concepibile questa rivoluzione copernicana per la quale non è più il dentista a gestire il rapporto col pa- ziente, ma è lui stesso che si autopro- clama medico, come in questo caso. Sono due anni ormai che negli Stati Uniti sono in corso le vendite di allineatori trasparenti grazie a due diverse aziende denominate “Smile direct” o simili. La trafila or- mai è collaudata. Per rilevare foto e impronte, al paziente viene fornito un kit di auto-documentazione e grazie all’assistenza di centri ad hoc per scansione elettronica delle ar- cate, alla casa produttrice vengono recapitati i records grazie ai quali il paziente riceverà a domicilio gli allineatori, corredati delle necessa- rie istruzioni per l’utilizzo. Morale? Basta un pc, uno smartphone, una carta di credito e in un mercato che grazie ad internet non conosce ormai più frontiere che quindi può ben definirsi “globale” oggi si può comperare tutto da qualsiasi punto. Secondo Giuseppe Fiorentino, presidente nazionale SIDO informa- zione e cultura possono costituire le sole valide risposte. «Noi non siamo gli estetisti del sorriso – dice – e l’in- formazione deve essere autorevole e certificata. Ma certamente questo non potrà bastare a sconfiggere il tipico e annoso problema dell’abu- sivismo né questa sua nuova e stri- sciante forma, che si nasconde sotto il “libero scambio delle merci” spe- cifico della globalizzazione. Infor- mazione e cultura devono condurre ad elevate professionalità di tutti gli “stakeholder”. Se ognuno farà bene la propria parte, la furbizia ed il malaf- fare dovranno cedere il passo al be- nessere per il quale lavora da sempre tutta la professione medica!». Andando alla ricerca delle ragio- ni di questo fenomeno ci si imbatte in un capovolgimento che si po- trebbe tradurre con “da un modello professional centric ad uno patient centric”. In parole povere a monte di tali fenomeni c’è il bisogno crescen- te dei pazienti di conquistare sulla propria salute una maggior capacità di controllo. Di qui il passaggio degli stessi pazienti a “parte attiva” della comunicazione medica, alla condi- visione di informazioni più o meno dettagliate riguardanti sintomi, dia- gnosi e terapie. Conoscenza, capacità e consape- volezza sono gli elementi alla base della cosiddetta “’autodetermina- zione del paziente” in relazione alla propria salute. Informato sui pro- blemi che riguardano la propria sa- lute, convinto di saper riconoscere i propri sintomi, il paziente – è stato detto “segue un processo di empo- werment, che ha come risvolto po- sitivo una maggiore attenzione alla prevenzione e alla cura”. Il risultato è che da una statistica USA risalente al 2013 un individuo su 3 è in grado (o si ritiene tale) di farsi un’autodiagnosi e a fronte di un 41 per cento di pazienti che si tro- va d’accordo con il proprio medico si contrappone un 18 per cento che non lo è. «La novità, nell’attualità del rapporto con il web 2.0 – dice la prof.ssa Cristina Grippaudo, diretto- re della Scuola di Ortodonzia della Cattolica di Roma – è che il pazien- te interagisce in modo attivo nelle decisioni cliniche e elabora un pro- cesso di autodiagnosi. Questo passo può essere considerato positivo dal punto di vista del terapeuta, che per questo motivo potenzialmente vede aumentata la richiesta di interven- to. Nel nostro campo l’ortodontista visita un paziente che ha consape- volezza di avere un problema, ed è meglio disposto a farsi curare». Insomma il nocciolo della que- stione è calarsi in questo nuovo modo di comunicare, apprendendo- ne l’uso per interagire con il pazien- te e contribuire a un miglior rap- porto con lui. Considerando che per ricercare il curante si ricorre al web, strumento al top delle preferenze dei pazienti, occorre per aiutarlo in modo completo ed efficiente, che vengano investite risorse non solo nel privato ma anche nel pubblico. Come si pone l’ortodontista in que- sto nuovo frangente? Quale il suo compito? Quale dunque il compito? «Certamente non arroccarsi in po- sizioni anacronistiche ignorando quanto accade – ha detto la prof. Ga- briella Galluccio – ma forse l’esatto contrario: essere presenti ed anzi essere negli eventi, giovandosi di tutto quanto la rapidissima crescita del digitale può offrire al migliora- mento della professione. Presenti, in modo corretto e consapevole, nel- la rete, proprio là dove tutti (molti di noi compresi) cercano informazioni ed indicazioni». Patrizia Biancucci

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