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Dental Tribune Italian Edition No. 4, 2017

6 Speciale Odontoiatria Pediatrica Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2017 Entrare in sintonia con il piccolo paziente Il dentista pediatrico, o pedodontista, deve avere una preparazio- ne professionale specifica sia dal punto di vista clinico che psico- logico per riuscire a trattare i bambini all’interno di un rapporto basato su fiducia e collaborazione. Per comunicare con i bambini in modo efficace bisogna prima di tutto essere “empatici”. Empa- tia significa “sentire dentro” ed è una capacità che consente all’o- dontoiatra di comprendere appieno lo stato d’animo del bambi- no. Mettersi nei panni dell’altro e sapere ascoltare: è sicuramente questa la chiave del successo di una buona comunicazione tra il dentista e il piccolo paziente. Ascoltare, quindi, non significa semplicemente percepire e riceve- re un messaggio, ma esercitare un “ascolto attivo”, basato su un’ac- cettazione incondizionata del proprio interlocutore, per capire ciò che il piccolo paziente sta dicendo e provando nel momento in cui entra nello studio dentistico, per cercare di restituirgli con le giuste parole quel senso di sicurezza e tranquillità che serve. L’a- scolto attivo richiede al dentista di concentrarsi sul bambino, sul suo stato emotivo, concedendogli e riconoscendogli il tempo per esprimersi e sentirsi quindi sempre accolto e accettato. Prima di affrontare qualsiasi intervento operativo, l’odontoiatra che si occupa dell’assistenza dei pazienti in età pediatrica deve ne- cessariamente mettersi in sintonia con il piccolo paziente, i suoi problemi e le sue paure, giungendo così a ottenere la sua atten- zione, la sua fiducia e la sua collaborazione. Dal momento che la presenza di uno stato ansioso può in molti casi ostacolare la col- laborazione del piccolo paziente durante la seduta, la conoscenza della soggettiva paura dentale del paziente deve essere rispettata, affrontata e adeguatamente controllata. È consigliabile infatti, di fronte a piccoli pazienti scarsamente collaborativi, differire i trat- tamenti non urgenti, in quanto una spiacevole esperienza può rendere il bambino meno disposto a partecipare alla seduta suc- cessiva. La natura delle paure cambia nel tempo, man mano che il bambino matura e aumentano le sue capacità cognitive. L’ambiente dedicato alla cura dei più piccoli, laddove non possa essere specificamente “a misura di bambino” come spesso succe- de nella maggior parte delle strutture professionali, può essere reso più accogliente con la presenza di disegni e immagini, proie- zioni di video che aiutino il bambino a distrarsi e rilassarsi prima della seduta terapeutica. Per i bambini il linguaggio del disegno è un’attività naturale, non imposta dall’adulto, nella quale pos- sono trasportare le loro sensazioni, emozioni, paure: trovano nel disegno una forma di linguaggio semplice e immediata, espres- sione del loro mondo interiore. Nella quotidiana pratica clinica, per stemperare la tensione e conquistare la simpatia del piccolo paziente, può rivelarsi utile invitarlo a portare dei disegni a ogni seduta, commentarli insieme e riservare specifici spazi sulle pare- ti per appenderli. In conclusione, la comunicazione e la costruzio- ne di un rapporto di fiducia tra l’odontoiatra e il piccolo paziente giocano un ruolo cruciale nella relazione di cura. 9na relazione efficace dal punto di vista terapeutico è quella in cui il piccolo pa- ziente si sente compreso e seguito con attenzione, è quella in cui sperimenta fiducia, rispetto e impegno. Attenzione particolare deve essere quindi rivolta alla strategia comunicativa di approc- cio al piccolo, nella consapevolezza che stabilire un rapporto fi- ducioso tra odontoiatra-bambino, oltre a consentire lo svolgersi della seduta operativa in un’atmosfera più accogliente e di colla- borazione, consentirà al piccolo paziente di vivere un’esperienza serena che lo accompagnerà anche da adulto. Solo all’interno di un rapporto basato sull’ascolto e sull’empatia, può soddisfare il proprio bisogno di accettazione e sicurezza, sentendosi preso in cura e non semplicemente curato. 9ltimo aspetto da non sottovalutare è anche la comunicazione con i genitori del bambino. Occorre fare capire che il loro figlio non nasce con la paura del dentista. Bisognerebbe “istruire” cor- rettamente i genitori per evitare di causare ansie inutili e soprat- tutto non usare mai parole come “male”, “dolore”, “paura” che invece rientrano nella descrizione tipica di quello che avverrà nella seduta. Queste sono frasi molto tipiche: «Non avere paura Daniele! Il dottore non ti farà male! Vedrai che non sentirai asso- lutamente niente!». Forse anche su questo aspetto il dentista pediatrico dovrebbe es- sere preparato e, forse, sarà la comunicazione più difficile. Daniele Rimini, PDFOR Consulenza direzionale Il paziente bambino e i genitori Qualche consiglio per la gestione sere colorati. Bisogna poi considerare e accogliere le ansie di chi accompagna il piccolo: all’inizio del colloquio è a questa figu- ra che bisogna dare attenzione. Tenete conto che i bambini assorbono l’ansia di chi sta loro accanto e, se già mam- ma o papà hanno paura degli aghi o del dentista, gliela trasmettono anche senza volerlo. Il messaggio da passare dovrebbe essere di rassicurazione e di rinforzo alle capacità genitoriali. I genitori devono assistere al lavoro del dentista? Non esiste una regola, dipen- de da caso a caso. Se però il bambino viene mandato sul riunito da solo, con i genitori che aspettano nella sala d’attesa, è un segnale di sintonia, col- laborazione e stima. Se sono persone ansiose, l’ideale sarebbe allontanarle con qualche diversivo. Mettere al centro della seduta il pic- colo paziente rispettando i suoi tempi e creando un clima di gioco con lui riduce i tempi della seduta. Bisogna sempre comunque dosare il proprio atteggiamento e non dimenticare di dare limiti e dimostrare autorevolezza davanti ai capricci. Patrizia Cascarano Chi si occupa da anni di patologie den- tali legate ai bambini ha scoperto sin dalle prime sedute che chi accompa- gna i piccoli può essere un grande alle- ato, e quindi d’aiuto, oppure un grosso ostacolo. Tutto si gioca fin dalle prime battute con una comunicazione ba- sata soprattutto sulla comunicazione non verbale: da come ci si guadagnerà la fiducia delle figure di riferimento del paziente dipenderà tutta la terapia. Mai come in questi casi la professiona- lità del dentista e del suo team non si limita esclusivamente alle competen- ze tecniche ma si estende alle capacità simpatetico-empatiche, competenze più strettamente emotive e psicolo- giche. Il bambino porta con sé non solo le sue paure ma anche il disagio famigliare. A volte, sapere cosa sta suc- cedendo a casa aiuta a capire alcuni atteggiamenti dei piccoli pazienti, che magari in una seduta si dimostrano attenti, collaborativi e rilassati, la suc- cessiva riescono a mordere persino le dita del dentista. Ecco allora alcuni consigli che pos- sono facilitare l’interazione. Il clima maggiormente adatto che il paziente bambino dovrebbe poter respirare è quello del gioco: in questi casi aiuta già avere una sala d’attesa consona all’età dei pazien- ti, con mobili colorati e della misura appropriata, con fogli e matite per dise- gnare e ingannare l’attesa. Si potrebbero poi lasciare i disegni in studio e appen- derli alle pareti per creare un ambiente più famiglia- re. I camici dovrebbero es-

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