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Perio Tribune Italian Edition No. 1, 2018

12 Speciale Perio Tribune Italian Edition - Gennaio 2018 La compliance nel paziente che invecchia Fondamentale promuoverla fin dalla giovane età < pagina 11 Da un punto di vista odontoiatrico il paziente anziano deve fare i conti con altre trasformazioni e condizio- ni cliniche specifiche: la parodontite, che ha una prevalenza fino anche all’80% (Kassebaum et al 2014) le ca- rie radicolari in relazione alla presen- za di una iposcialia in parte indotta dai farmaci e in parte alla riduzione della funzione delle ghiandole sali- vari, la riduzione della manualità con conseguente peggioramento della capacità di rimozione quotidiana del biofilm batterico e soprattutto con una riduzione della dentatura natu- rale che può arrivare fino alla eden- tulia totale in circa il 50% dei pazienti over 75 (Report ISTAT 2015). Questi cambiamenti sono ac- compagnati anche da significative alterazioni dello stato psicologi- co, alimentate anche dalle mutate condizioni economiche generali. Ecco che in questo contesto di- venta fondamentale promuovere fin dalla giovane età un regime di controllo e prevenzione per quello che riguarda la salute della persona che consenta di ridurre gli effetti negativi dell’invecchiamento. Il dentista e l’igienista in questo sen- so possono rivestire un ruolo fon- damentale nell’intercettare preco- cemente quelle condizioni orali o sistemiche che possono alterare la salute degli individui. Purtroppo i dati ISTAT nel nostro paese descrivono un quadro in cui la diagnosi di Parodontite e l’adesione a programmi di prevenzione odonto- iatrica sono ancora considerati una nicchia e non la routine. Una recen- te ricerca demoscopica della Società Italiana di Parodontologia (SIdP gli Italiani e la Parodontite 2017) ha evi- denziato come solo il 9% della popo- lazione nella fascia di età tra i 25 e i 75 anni abbia ricevuto una diagnosi di parodontite, un dato che cozza tremendamente con la prevalenza della malattia, che sappiamo essere di oltre il 50% anche nel nostro paese (Aimetti et al. 2015). Nonostante l’efficacia dei sistemi di supporto con richiami periodici sia stata ampiamente e ripetuta- mente dimostrata da studi longitu- dinali trentennali c’è ancora molto da fare per coinvolgere maggior- mente sia la comunità degli odonto- iatri e degli igienisti che la popola- zione, sulla necessità di migliorare la compliance generale e cioè la par- tecipazione nei programmi di pre- venzione e controllo. Un ultimo campanello di allar- me è rappresentato dall’aumento dell’incidenza di casi di peri-implan- tite, molto più elevati nella popola- zione anziana perché questa fascia di popolazione non viene inclusa in programmi di richiamo adeguati (Costa et al 2012). La Società Italia- na di Parodontologia è oggi più che mai impegnata in prima linea per comunicare in modo autorevole ed efficace questi messaggi sia alla pro- fessione che ai cittadini perché una buona compliance è certamente la chiave per il successo di qualunque terapia odontoiatrica e spesso anche del mantenimento di una salute e di un benessere generale. Luca Landi, Presidente Eletto 2018-19 della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia. Diabete e parodontopatie: patologie dal rapporto pericolosamente sinergico l’indice d’infiammazione gengivale risulta significativamente differen- te fra i due. In assenza di tutti gli elementi dentali, il diabete risulta maggiormente compensato perché è venuta meno l’infiammazione dei tessuti intorno ai denti. La figura dell’odontoiatra, a cui spetta il compito di prevenire/in- formare/intercettare una potenziale patologia diabetica, partendo da al- cuni segni patognomonici parodon- tali, assume un ruolo importante nell’iter diagnostico terapeutico del diabetico, meglio se inserito in un team multiprofessionale, a indirizza- re al diabetologo o, se indirizzati da quest’ultimo o dal medico curante, a trattare in modo mirato i pazienti, cogestendo i dati sanitari. Altro aspetto rilevante è l’inci- denza economica e sociale: un ul- teriore fattore di prevenzione del diabete può contribuire ad allegge- rire i costi in tutte le sue espressio- ni, ossia spese in farmaci, ricoveri, assenze dal lavoro, etc.. Inserire un diabetico in un programma di con- trollo e cura porta ad una riduzione dei costi del 20%. Il 14 novembre è stata la giorna- ta mondiale del diabete con diverse iniziative di sensibilizzazioni sul territorio. Alla manifestazione te- nutasi a Napoli l’11 e 12 Novembre in piazza Municipio, fra gli altri è stato predisposto anche il gazebo dell’Oral Care, con lo scopo di in- formare di questo ulteriore aspetto i cittadini interessati. Pina Florenzano maggior rischio di perdita ossea e mobilità dentale. Ma anche i denti sono più a rischio di carie e di com- plicanze endodontiche per la mino- re resistenza alle infezioni. Le labbra spesso sono secche, screpolate e con infezioni ai mar- gini (cheiliti), il flusso salivare è ridotto con possibile xerostomia e maggior rischio di candidosi orale, possibile la presenza di glucosio nel- la saliva e nel fluido crevicolare, la mucosa orale s’infiamma con mag- giore facilità e aumenta il rischio di candidosi, ritardo nella guarigione, afte, minor tolleranza dei manufat- ti protesici mobili. Aumenta inoltre il rischio della bocca urente (BMS) provocata verosimilmente dalla neuropatia periferica. Spesso il paziente riscontra un’al- terata percezione del gusto. Si crea così un circolo vizioso: soprattutto se non controllato, il diabete altera il microcircolo sanguigno a livello dei tessuti parodontali, riduce la ri- sposta immunitaria nei confronti dei batteri della placca e delle tossi- ne, rallenta i processi di guarigione e favorisce anche l’insorgenza e la rapida progressione della malattia parodontale. In presenza di alcuni elementi dentali parodontopatici inoltre il diabete difficilmente riesce a essere compensato, per esacerba- ta resistenza all’insulina provocata dall’infiammazione sistemica. Alcuni studi hanno evidenzia- to che se non vi è un’apprezzabile differenza d’indice di placca fra i pazienti diabetici e non, di contro < pagina 11 La terapia antibiotica da prescri- vere è di 2 gr di amoxicillina con acido clavulanico al giorno, da ini- ziare almeno tre giorni precedenti l’intervento e continuare per altri quattro giorni. Nell’odontoiatra è identificato lo specialista che assume un ruo- lo rilevante nell’intercettare un possibile manifestarsi del diabete. Quello mellito e la parodontopatia sono patologie che hanno raggiun- to numeri apocalittici (per il primo si parla di epidemia, per il continuo aumento dei pazienti), hanno un andamento cronico, perché dopo il loro manifestarsi non ci sarà re- missione, coinvolgono altri organi danneggiandone la funzionalità, in- dividuano nell’infiammazione un fattore etiopatogenetico comune. Ma il rapporto tra queste due pa- tologie è pericolosamente sinergico. La parodontopatia, sesta compli- canza del diabete, è risultata essere la patologia orale a esso maggior- mente correlata, più frequente, più grave e di più lenta risoluzione con

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