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Endo Tribune Italian Edition

8 Endo Tribune Italian Edition - Novembre 2016 Ricerca & Clinica < < pagina7 Se il quoziente tra la massima risposta dell’antigene e il controllo ne- gativo (senza antigene) è sotto 2, si parla di una reazione negativa, tra 2 e 3 si parla di accettabile ma oltre 3 si parla di una reazione allergica (Tab. 7). Si può notare che il mercurio dà meno allergie di altri metalli sianeltestsulsanguesianelpatchtest.L’amalgamarilasciaconstante- mente mercurio metallico e i batteri dell’intestino e nella bocca sono in grado di trasformarlo in metilmercurio che è 100 volte piu tossico (Daunderer). Come con tutti i veleni, anche per il mercurio è determi- nante la quantità di assunzione, il tempo, la predisposizione geneti- ca e la capacità di disintossicazione del fegato (livello di glutataione). Non meno importante sono l’eta e lo stato di salute del paziente. Fino aogginonesistonodellestatistichecheevidenzianolaquantitàdive- lenosopportata,ovverochenoncomportialcuneffetto,inunaperso- na malata. Si osservino le radiografie di un paziente, che ha tentato il suicidio iniettandosi per via endovenosa 20 ml di mercurio. Durante il periodo di ricovero ospedaliero di 6 mesi i test della circolazione sanguinea, della funzione dei polmoni e dei reni non sono peggiorati (Figg. 4-5). In questo caso, innanzitutto va osservato che il mercurio non è stato assunto sotto forma di vapori, in secondo luogo il mercu- rio non è stato metilizzato (per mancanza di batteri che invece sono prensenti sia nel cavo orale e nell’intestino), in questo modo ha pro- dottounatossicitàridotta. LebiopsiecondottodaSchieleedaisuoicollaboratorisucadaverihan- no evidenziato che c’è una correlazione tra superfice dell’otturazione dell’amalgamaelaconcentrazionedimercurioneireni.Laconcentra- zione nel cervello è meno evidente. Nel cervello c’è una correlazione traetàeconcentrazionedimercurio.Schielehaconstatatoinunasua publicazione che non si possono escludere reazioni di ipersensibilità individualealmercurioancheinminimequantità. Inqualicasirimuoverel’amalgama Incasidimalattiedegenerative(sidevesottolinearecheimetalliusati per le protesi possono causare tumore; si rimanda all’elenco di publi- cazionideldott.Buchhorn,specialistainortopedia;OMGOrthopädie, marzo2012,KanzerogenesebeiMetallimplantate[Carcenogenesicon impianti di metallo]), allergie multiple, malattie autoimmuni, malat- tie del sistema nervoso (si vede un filmato su you tube https://www. youtube.com/watch?v=XU8nSn5Ezd8 dal titolo “How mercury cau- ses brain neuro degeneration”), pazienti con quadro clinico o sintomi che non si inquadrano in una diagnosi precisa, e pazienti nei quali la terapianonhaononhapiùalcuneffetto(Fig.6). Rimozioneprotetta Ecco alcune indicazioni per rimuovere l’amalgama in modo protetto. Ossigenopervianasale(4litri/minuto)pereliminarequalsiasiassun- zioneeridurrelanecessitàdideglutire.Ilcarbonevegetale,datoprima della rimozione, riveste interamente l’intestino e lo protegge assor- bendo il mercurio. Diga o filtri, se le otturazioni sono profonde sotto il margine del dente, e aspirazione clean-up (Figg. 7-9). Normalmente l’usodelladigaproteggeilcavoorale.Seleotturazioniperòsonosotto il margine della gengiva non si può usare, noi utilizziamo quindi dei filtri,cheblocchiamoconlaspecialecannuladiaspirazionechiamata clean-up.Comesipuòosservaredallefigurequiriportate,lacannulae ilfiltroisolanoildente(Figg.8-9).Diversistudidimostranocheanche solol’usodelclean-upriducelamigrazionedipolverenellaboccadi10 volterispettoaunacannuladiaspirazionecomune.Anchesesiforma vapore, questo viene aspirato in modo mirato o viene assorbito dal filtro. Per rimuovere l’otturazione si fresa attorno all’otturazione con manipolo rosso, che non ha lo spray ad aria compressa, e la turbina a bassigiripernonriscaldarel’amalgama,datocheatemperaturadella boccailmercurioèliquidoefuoriescedall’otturazione,infinesidisin- castona l’otturazione con delle levette. In seguitro si pulisce la cavità con selenio (Selenase), che dopo un paio di minuti si neutralizza con dellozincoliquido(Unizink). Si mette un’otturazione provvisoria per alcuni mesi con cemento di fosfatodizinco(peresempioHarvard).Sottolostratodicementovici- noallapolpadentalesipuòmetteredell’idrossidodicalciopercalma- reifilamentinervosieformaredelladentinasecondaria.Allafinesifa sciaquarelaboccacondellozincoliquido(Unizink). Disintossicazione? Anche dopo la rimozione protetta delle otturazioni di amalgama ne- gli organi di maggiore deposito, come fegato e reni, restano ancora i depositi di mercurio. Solo dopo 25 anni (secondo chi scrive da 21 a 28 anni) il corpo ha eliminato il 50% del mercurio. A seconda della gra- vità dei sintomi e dei disturbi si programma la disintossicazione con sostanze chelanti: alghe (chlorella), pectina, coriandolo, chlorofilla, acetilcisteina, DMPS (endovena), DMSA (endovena o pastiglie) o flebo con EDTA e acido alfa lipoico (EDTA e dopo due giorni acido alfa lipoi- co),supplementazionediminerali,masonopossibilianchedisintossi- cazioni omeopatiche. Con i fattori di crescita autologhi iniettati nella mucosa attorno al dente possiamo acellerare la rigenerazione dei tes- sutiel’eliminazionedelmercurio,deglialtrimetallipesantiedelleso- stanze tossiche dal tessuto gingivale e dell’osso attorno alla radice del dentesenzarischiodireazionicollateraliedelsistemaimmunitario. Ilsecondocasosiriferisceaunpazientedi22annichepresentadiastemiacaricodegliincisivilateralisuperioriegiungeall’osservazione del clinico con la precisa richiesta di chiusura anche parziale del diastema anteriore, possibilmente in una sola seduta (Fig. 5). In questo caso la decisione di non preparare in alcun modo la superficie dei quattro elementi frontali è stata dettata sia dalla tipologia di tessuti oralieperiorali,siadallareversibilitàdeltrattamento,nell’eventualitàcheiltrattamentoconveneersemineretenonavessesoddisfatto pienamente il paziente. Sono stati eseguiti 4 restauri con Esthetic Guided Restoration Componeer, lasciando un lieve diastema a carico dei due incisivi centrali superiori, al fine di evitare una differenza di forma troppo accentuata tra incisivi centrali e laterali (Figg. 6-9). L’utilizzo di un sistema che facilita la ricostruzione estetica trova perciò ampio spazio nel piano di trattamento che può e deve essere proposto quotidianamente ai nostri pazienti. In particolare, la ricostruzione semindiretta con Componeer trova una sua collocazione molto importante come restauro estetico nei pazienti in cui le richieste estetiche ed economiche debbano essere conciliate. Inoltre, la non necessità di eseguire una preparazione della componente smalto dentinale la rende estremamente utile nel restauro di settori anteriori in cui le richieste estetiche del paziente devono conciliarsi con la sua richiesta di non “toccare” l’integrità dei tessuti dentali. Possono così divenire una sorta di mock up a medio-lungo termine. La tecnica, pur di semplice esecuzione, richiede però una curva di apprendimento attenta, una corretta selezione dei casi e la gestione ottimale dei tessuti parodontali, sia nelle fasi preparatorie che nell’attenta finitura dopo la cementazione. Infine, la gestione del campo operatorio con diga di gomma e matrici consente un controllo dei margini della ricostruzione molto precisa, a favore di una durata nel tempo buona. L’evoluzione dell’Odontoiatria restaurativa: dalla diretta alla ricostruzione semidiretta Dr.ssa Patrizia Lucchi, libera professionista in Trento Fig. 9 - Controllo a 3 anni dal restauro dopo polishing superficiale. Fig.8-Controlloaunasettimanadairestauri.Si puòosservarelaguarigionedellazonadi transizione,conunabuonintegrazionedei restauriconitessutimolli. Fig. 7 - Risultato immediatamente dopo la rimozione della diga. Fig. 6 - Isolamento del campo senza preparazione superficiale con frese. dopo aver isolato gli elementi è stata eseguita una sabbiatu- ra degli stessi con glicina. Fig.5-Situazionepreparatoria.Moltoevidentiiproblemidiformaeposizione acaricodeiquattroelementifrontali,soprattuttodegliincisivicentrali. Fig. 4 - Follow-up a 18 mesi. Fig. 1 - Situazione preparatoria. Apprezzabili i problemi di forma, croma e valore a carico sia dell’elemento 1.1 che 2.1. Fig. 3 - Situazione post restauro a distanza di una settimana dai nuovi restauri, con una buona integrazione degli stessi, sia per quanto riguarda colore e forma sia per il rispetto dei tessuti parodontali. Fig. 2 - Prepara- zione della superficie dell’elemento 2.1 per il restauro con guscio Componeer. Data la posizione molto profonda dei perini parapulpari, essi sono stati solo parzialmente eliminati. L’isolamento con diga, uncino 9T e Automatrix aperta consentono un adeguato controllo dei debordi di resina durante le fasi di cementazione. L’odontoiatriarestaurativanegliultimiannièstataalcentrodimolticambiamenti,chespazianodaiconcettiadesivifinoall’introduzio- nedinuoviprodottidapartedelleaziendecoinvolteneldentale.Inquest’ultimocampo,tuttiimaterialiingradodimigliorarelequalità estetiche e di durata nel tempo hanno rivestito ampio interesse. L’aspetto della qualità estetica è stato probabilmente uno dei topics che ha maggiormente coinvolto gli addetti ai lavori, spinti soprattutto dalle richieste del mercato. Mai come in questo frangente storico, in- fatti, i pazienti richiedono un risultato estetico alto, ponendo però spesso limiti al clinico, sia in termini di risparmio di tessuto dentale, siainterminieconomici.Inquestospaziohannoperciòtrovatofertileterrenoisistemidiveeneringdirettoprefabbricatiinresinacom- posita. Questi sono in grado di unire la semplicità di una tecnica monoseduta, senza intervento da parte del laboratorio odontotecnico, con il risultato estetico che si mantiene nel tempo. Fin dall’introduzione in Italia 4 anni or sono, i sistemi di veenering hanno trovato un loro ambito di utilizzo molto specifico. Sono infatti utilizzabili sia con il concetto di faccetta, che implica di conseguenza la riduzione di tessuto smalto dentina, sia come sistema di ricostruzione guidata, nel qual caso molto spesso il loro utilizzo può avvenire in modalità no-prep. Di seguito riportiamo due casi che ben si adattano a spiegare questo loro duplice impiego. Nel primo caso la paziente, donna di 52 anni, arrivava all’osservazione del clinico dopo aver eseguito una ricostruzione dell’elemento 2.1 con perni parapulpari e resine composite 3 mesi prima, Si dichiarava insoddisfatta del risultato finale, sia in termini di colore sia di differenzadiformatra1.1e2.1.Dopodisaminadellepossibilialternativeterapeutiche,lapazientedecideperl’esecuzionediduerestauri a carico di 1.1 diretto con resine composite (Miris shade2, smalto NT, stain Gold e White) e di 2.1 con guscio Componeer (Figg. 1-4).

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