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Laser Tribune Italian Edition No.2, 2016

26 Speciale Laser Tribune Italian Edition - Settembre 2016 Burning Mouth Syndrome La gestione del dolore mediante la Low Level Laser Therapy A. Del Vecchio*, D. Adamo**, C. Ciolfi*, U. Romeo*, M. Mignogna** * “Sapienza” Università di Roma, Dipartimento di Scienze odontostomatologiche e maxillo-facciali – Insegnamento di Patologia speciale odontostomatologica (tit.: prof. U. Romeo) ** Università degli Studi di Napoli Federico II, UOC Medicina orale (resp.: prof. M. Mignogna) < < pagina 25 L’intensità è notevole ed influisce sulla qualità di vita del paziente. Generalmente la sintomatologia è meno accentuata al mattino, ma va incontro ad aumenti durante la gior- nata, si attenua però durante il pasto, bevendo bibite fresche e durante lo svolgimento di attività ricreative o professionali4 . Spesso i pazienti riferiscono altri disturbi sensoriali superficiali (sen- sazione di corpo estraneo, xero- stomia, prurito e dolore puntorio), continua necessità di bere (poli- dipsia), alterazioni fino alla perdita del gusto (disgeusia o ageusia), al- terazioni dell’olfatto (disosmia) o, più raramente, perdita dell’olfatto (anosmia). Tali sensazioni non sono riconducibili ad alcuna patologia organica, per cui la diagnosi di BMS si ottiene per esclusione di tutte le altre possibili cause locali o sistemi- che potenzialmente alla base di una simile sintomatologia5 . Le alterazioni sensoriali tipiche del- la BMS compaiono di solito dopo un evento stressante, o debilitante (me- nopausa, lutto, malattia prolungata ecc.) per cui la storia psicosociale, insieme ai dati clinici, è cruciale ai fini della diagnosi. Spesso l’evento stressante riferito dal paziente è un intervento odontoiatrico traumatico o non gradito3 . La BMS ha un decor- so cronico, che può essere continuo o intermittente, e permane per un periodo di tempo variabile che può andare da pochi mesi a molti anni; è stato più volte riportato in lettera- tura come oltre la metà dei pazienti vada incontro a remissione sponta- nea, completa o parziale, dopo circa 6-7 anni; successivamente la patolo- gia può ripresentarsi con una sinto- matologia simile o differente6 . L’eziopatogenesi di questa patologia ancora non è ben nota ed è conside- rata multifattoriale dal momento che coinvolge l’interazione di mec- canismi neurofisiologici centrali e periferici insieme a fattori psicologi. Alcuni autori considerano la depres- sione come il più comune disordine emotivo nei pazienti con BMS, ma anche l’ansia, unita alla tendenza alla somatizzazione, sembra svolgere un ruolo importante7 . Anche studi di genetica molecolare sembrano con- fermare la correlazione tra i disturbi del tono dell’umore e la BMS8 . Altri autori enfatizzano che alla base della patologia, un ruolo mol- to importante sia sostenuto da una neuropatia periferica in particolare a danno delle fibre nervose perife- riche gustative; in particolare, Lau- ria et al. hanno dimostrato come i pazienti con BMS presentino una neuropatia sensoriale delle piccole fibre del trigemino, localizzata ai due terzi anteriori della lingua, con perdita significativa di fibre nervose epiteliali e subpapillari9 . Altri autori, invece ritengono che un ruolo ezio- logico nella BMS sia determinato da un’ipofunzione della corda del timpano e del glossofaringeo che determinerebbero un aumento della sensibilità dolorifica associato ad al- terazione del gusto10 . Le conseguenti alterazioni del sistema sensoriale tattile e della conduzione del dolore, per aumentata eccitazione del siste- ma trigeminale, sono dovute alla di- sfunzione delle fibre mieliniche sen- soriali del nervo stesso (A delta e C) o delle sue connessioni centrali all’in- terno del tronco encefalico11 . Albu- querque et al., infine, in uno studio effettuato con risonanza magnetica funzionale dopo stimolazione ter- mica del trigemino, hanno rilevato nei pazienti con BMS un pattern di attivazione cerebrale differente sia qualitativamente sia quantitativa- mente rispetto al controllo, analo- gamente a quanto si verifica in altre condizioni di dolore neuropatico12 . Le incertezze presenti sull’etiopato- genesi della malattia si traducono in una sostanziale discrepanza nei vari protocolli terapeutici proposti per curarla. Alcuni autori trattano pre- valentemente la neuropatia centrale altri preferiscono trattare la neuro- patia periferica13,14 . In questo contesto, risultati molto soddisfacenti sono stati ottenu- ti con la Low Level Laser Therapy (LLLT) che, sfruttando le capacità biomodulanti dell’energia laser a basse potenze sul tessuto neurona- le, si è dimostrata efficace nella ge- stione della sintomatologia soprat- tutto in tutti i casi in cui non fosse presente una grave compromissio- ne centrale15 . La LLLT, infatti, ha un effetto biomo- dulante su numerose linee cellulari, mediato da reazioni fotochimiche che, da un lato modificano la per- meabilità della membrana cellulare, dall’altro portano a un aumento del- la produzione di ATP a livello mito- condriale16,17 . Walsh et al. hanno dimostrato in vitro che la LLLT diminuisce l’atti- vazione dei nocicettori svolgendo un effetto analgesico sulle strutture nervose del cavo orale. In vivo si è osservato un’inibizione selettiva del segnale nocicettivo che proviene dai nervi periferici, comprendendo im- pulsi provenienti da stimoli tattilo- dolorifici, termici (freddo-caldo) e irritazioni chimiche18,19 . Rochkind e collaboratori hanno in- fine dimostrato come la LLLT possa ridurre i mediatori dell’infiamma- zione, appartenenti alla famiglia dell’acido arachidonico, dovuta a danneggiamento delle strutture nervose e promuova la rigenerazio- ne delle strutture danneggiate20 . Sulla base di queste premesse etio- patogenetiche e cliniche, Romeo et al. nel 201015 hanno per primi ideato un protocollo laser terapeutico per la gestione della sintomatologia al- gica dei pazienti affetti da BMS. Nel loro studio, gli autori hanno selezio- nato casualmente 46 soggetti scelti tra i pazienti affetti da BMS, affe- renti presso la UOC di Clinica odon- tostomatologica del Dipartimento di Scienze odontostomatologiche e maxillo-facciali della “Sapienza” Università di Roma. Di questi, 38 sono stati inseriti nel gruppo di stu- dio e hanno ricevuto un protocollo laser terapeutico effettuato con il laser bidiodico Lumix 2 (Fisioline, Verduno – CN) (Fig. 1). Questo par- ticolare dispositivo laser terapeuti- co è dotato di una duplice sorgente diodica, una nel rosso visibile, di 650 nm, con potenza di 100 mW in modalità continua, e un’altra nel vicino infrarosso, di 910 nm, su- perpulsata a 50 kHz, con potenza media di 500 mW e potenza di picco di 45 W che, potendo essere emesse contemporaneamente, permettono un’irradiazione sia di aree superfi- ciali, ben raggiunte dalla luce rossa, sia di aree profonde, nelle quali ha maggiore efficacia la sorgente infra- rossa. Il protocollo terapeutico pre- vedeva applicazioni di 15 minuti, 2 volte a settimana, per 4 settimane, eseguite irradiando alternativa- mente i margini laterali della lingua (Fig. 2). La scelta di questa specifica area da irradiare trova giustifica- zione nel fatto che è esattamente nell’ambito dei margini linguali che decorre di norma il cosiddetto pathway gustativo, ovvero l’insie- me di fibre nervose che portano la sensibilità gustativa dalla periferia ai centri nervosi superiori. Gli altri 8 pazienti inclusi nello stu- dio hanno ricevuto il medesimo protocollo operativo ma effettuato utilizzando un manipolo schermato, e hanno costituito così il gruppo pla- cebo di controllo. > > pagina 27 Fig. 1

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