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HTIT0217

12 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2017 La terapia di mantenimento e l’approccio clinico D-BIOTECH (Dental BIOfilm Detection Topographic Technique): case report Gianna Maeia Naedi*, Robeeta Geassi**, Robeeto Di Gioegio*** * Ricercatore e Direttore Didattica CLID POLO B Università Sapienza di Roma ** Studentessa Corso di Laurea di Odontoiatria e Protesi dentaria – Università Vita-Salute San Raffaele Milano *** Prof. associato Pres.te CLID POLO B Università Sapienza di Roma < pagina 9 Introduzione Si presenta alla nostra attenzione un paziente maschio, di anni 12, in apparente salute sistemica, in trat- tamento ortodontico, 2 classe con bendaggio superiore e inferiore e posizionamento di un apparecchio di stabilizzazione inferiore, per una seduta di controllo di igiene orale professionale. Materiali e metodi Documentiamo fotograficamente il caso e osserviamo, a confronto con l’archiviazione delle immagini del- la visita precedente, che al controllo delle mani c’è un miglioramento dell’abitudine viziata dell’onicofa- gia, mentre viene rilevata ancora la presenza dell’abitudine viziata del mordichiamento delle labbra (Figg. 1a, 1b). Montiamo il divaricatore traspa- rente Cheek Retractor (Directa) (Figg. 2a, 2b) che permette un lavoro ergonomico, poiché l’operatore può lavorare senza assistenza e avere comunque un perfetto divarica- mento che favorisce una migliore visualizzazione. Al paziente viene chiesto di osser- vare le sue condizioni cliniche gra- zie all’utilizzo della videocamera intraorale (Sopro Care Action), che mostra una ritenzione di biofilm batterico sulle superfici occlusali. Condividiamo con lui la strumen- tazione ideale assicurando una operatività minimamente invasi- va grazie alla scelta di tecnologie sofisticate (Figg. 3b, 3c). Inseriamo l’aspirasaliva Hygoformic (Orsing) che grazie alla sua particolare for- ma a chiocciola e di sottile dimen- sione evita durante l’operatività l’ostacolo di una canula aspirasa- liva ingombrante, tiene ferma la lingua e consente di operare senza assistenza (Fig. 5d). La collocazione dei fori di aspirazione all’interno del design e non a contatto con la mucosa assicura una perfetta aspi- razione molto confortevole per il paziente e per l’operatore. Prendia- mo dal tray PractiPal (Directa) il kit Hu-Friedy per la rilevazione del bio- tipo tissutale (Figg. 3a, 3b). Successi- vamente, passiamo sulle superfici del cavo orale il rivelatore di placca alla fluorescina Plac-o-Tect (Direc- ta) (Fig. 4) per eseguire l’approccio clinico D-BIOTECH (Dental BIOfilm Detection Topographic Technique). Osserviamo la topografia del bio- film batterico presente (Fig. 4), utile per un rinforzo motivazionale del paziente a migliorare l’igiene ora- Fig. 1a Fig. 1b le domiciliare nei siti più ritentivi, in questo caso controllare l’igiene degli apparecchi ortodontici e so- prattutto scegliere le tecnologie e gli approcci clinici di deplaquing e debridment più idonei e/o intercet- tare i siti più a rischio di infiamma- zione. Questo approccio clinico D-BIO- TECH permette inoltre di eseguire un lavoro minimamente invasivo, poiché consente all’operatore di strumentare con polishing seletti- vo o airpolishing o ablatori, esclusi- vamente seguendo la topografia del biofilm batterico. Passiamo a scegliere la metodica più idonea per il deplaquing. Essen- do presenti nel cavo orale dei dispo- sitivi ortodontici fissi, scegliamo di usare airpolishing e polvere di glicina per decontaminare gli stes- si, con il sistema di air-polishing Combi-touch (Mectron) (Figg. 5b, 5c). Utilizziamo la polvere di bicar- bonato ProphyCare ProphyPowder (Directa) a granulometria 45 µm nei siti ritentivi di biofilm batterico più adeso (Figg. 5a, 5b). Eseguiamo il debridement con il Combi-touch e la punta S1S (Figg. 5e, 5f). Dopo l’air-polishing con la polvere di bicarbonato si passa al polishing selettivo con la pasta ProphyPaste CCS Blu, RDA 250 (Directa) a base di pomice, indicata per macchie e/o biofilm molto persistenti, per poi effettuare la lucidatura finale con una pasta a base di silica molto de- licata (ProphyPaste CCS giallo, RDA 40, Directa). La pasta viene passata con l’ausilio di coppette (ProphyCa- re Prophy Cup, Directa) con base molto morbida dotate di un design interno antischizzo e rilievi ester- ni che le rendono particolarmente performanti (Figg. 6a-6d). Le differenti granulomentrie delle paste permettono di personalizzare il polishing a seconda della situa- zione clinica presente, fedele all’ap- proccio tailor made. Sui siti con una ritenzione di bio- film batterico maggiore viene ese- guita la remineralizzazione dei tes- suti a rischio. > pagina 13 Fig. 2a Fig. 2b Fig. 3b Fig. 3a Fig. 3c Fig. 4

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