14 Pratica & Clinica Lab Tribune Italian Edition - Settembre 2020 Il futuro prossimo dell’Odontotecnica < pagina 13 Quali sono i cambiamenti in atto all’interno della professione che hanno subito un’accelerazione anche a causa del Covid? Non ci voleva il (maledetto) Covid-19 per capire che il lavoro, nel laboratorio odontotecnico, deve viaggiare in modo organizzato per garantire i requisiti di sicurezza e qualità necessari per i nostri clienti e per i loro pazienti. L’ANTLO ha, da sempre, puntato sulla formazione dell’odontotecnico in ambito di sicurez- za, oltre che sulla formazione tecnica. A quanti hanno seguito le indicazioni for- nite in passato dall’associazione è stato sufficiente implementare le proprie procedure in presenza di uno stato di particolare emergenza. Anche in questo passaggio l’ANTLO è stata vicinissima agli odontotecnici è ha dato loro il mas- simo supporto e la piena disponibilità. L’emergenza sanitaria ha sicuramen- te aumentato, o forse solo risvegliato, la necessità di strutturare al meglio le aziende e la consapevolezza delle re- sponsabilità che il titolare di laboratorio ha nei confronti dei propri collaboratori e verso le strutture odontoiatriche con le quali si rapporta ogni giorno. Sono certo nel dire che i colleghi hanno rispo- sto alla grande ad una situazione dif- ficile come quella che stiamo vivendo, ancora oggi. Solitamente a seguito di periodi storici caratterizzati da forti shock, si hanno margini per poter apportare dei cambiamenti radicali. Ha qualche proposta che in passato non è riuscito a portare avanti ma che ritiene ora fondamentale? Proprio in virtù della grande professio- nalità e del forte senso di responsabilità che la categoria ha dimostrato, in pas- sato e nel momento particolare, credo che siano ancora maggiori le motiva- zioni perché l’Odontotecnico debba vedersi riconoscere il proprio titolo ad un livello superiore di quello attuale. La figura dell’odontotecnico è normata da un Regio Decreto di quasi cent’anni fa, che ci dice cosa non possiamo fare e quello che possiamo fare, ma non c’è una norma che considera che siamo, di fatto, gli unici ad avere il bagaglio com- pleto di competenze per farlo. Come si può paragonare un odontotecnico moderno con quello del secolo scorso? Nel frattempo è cambiato il mondo. Il nostro livello di preparazione è aumen- tato enormemente e sono intervenute norme nazionali e sovranazionali che ci conferiscono grandi responsabilità sui dispositivi prodotti. Ed a breve an- drà in vigore il Nuovo Regolamento Europeo sui DMSM. Questo fa crescere il convincimento che sia sacrosanta aspi- razione che sia sancita l’esclusività della fabbricazione del DMSM per l’odon- totecnico titolare di laboratorio, come unico soggetto in possesso della forma- zione e delle competenze necessarie per produrre in sicurezza e qualità. Questo sarebbe il giusto contrappeso agli oneri e alle responsabilità che di fatto abbia- mo, senza che siano riconosciute. Sia- mo convinti che la battaglia per otte- nere l’esclusività della fabbricazione sia l’obbiettivo prioritario per il prossimo futuro della categoria. L’ANTLO si sta muovendo su questo obiettivo. Un’altra meta importante sulla quale stiamo lavorando è un proget- to per fornire più ampio supporto alle aziende odontotecniche associa- te, in termini di informazione e servi- zi. Un disegno che ha già preso vita in collaborazione con Confcommercio Professioni e che si dovrà espandere a livello locale, oltre che nazionale. Come si può orientare la figura dell’odontotecnico nel futuro prossimo? In parte la risposta è in quello che ha detto prima… L’esclusività della fab- bricazione del DMSM odontoiatrico sarebbe di grande aiuto per la difesa dello spazio professionale degli odonto- tecnici. Se si analizzano le condizioni del mercato, anche senza entrare nel detta- glio, si possono vedere perlopiù un paio di soluzioni per gestire un laboratorio. Una può essere quella di rimanere “mi- croimpresa”, specializzandosi in produ- zioni particolari, fornendo un servizio mirato e contando solo su un mercato di nicchia. Oppure, nel prossimo futuro, il titolare di laboratorio avrà la necessi- tà di essere sempre di più imprenditore di sistemi aziendali più strutturati, in grado di sostenere il confronto con un mercato che si presenta come sempre più complesso. Quello che appare come certezza è che sarà sempre fondamen- tale tenere alto il livello della formazio- ne e dell’aggiornamento professionale. Come l’ANTLO sta supportando il professionista nell’attività formativa? L’Emergenza Covid ha stravolto i pro- grammi di tutte le organizzazioni che si occupano di cultura e formazione. L’AN- TLO è stata, ovviamente, coinvolta nella problematica, ma, senza perdere entu- siasmo e tempo ci siamo rimboccati le maniche. Abbiamo rapidamente orga- nizzato una serie di eventi formativi on line con corsi e relazioni tecniche in di- retta live di ottimo livello. Nel periodo di piena emergenza l’ANTLO ha costruito un numero cospicuo di appuntamenti in rete per dare puntualmente informa- zioni e supporto sulle problematiche fiscali, di aiuto alle imprese e di gestione delle procedure da adottare per affron- tare seriamente, ma in serenità, l’emer- genza sanitaria nei laboratori. Ci siamo preoccupati soprattutto di tenere un filo diretto con i colleghi per cercare di fare tutto il possibile per aiutare quelli in difficoltà. Posso dire con orgoglio che abbiamo avuto decine di migliaia di visualizzazioni e con un ottimo indice di gradimento. Ora pensiamo al futuro più immediato. È pronto il programma degli eventi per fine anno e per tutto il 2021. Il programma, comprende eventi sia nazionali che regionali, con corsi e congressi da tenersi “in presenza” e On Line... con qualche novità interessante. Devo ringraziare tutti quanti si sono impegnati e stanno lavorando per co- struire. Tutto in famiglia e per la nostra famiglia. L’ANTLO è questa. Redazione Tueor Ser vizi Protesi fissa full-arch superiore e inferiore realizzata con un approccio di chirurgia guidata e protocollo OT Bridge i r a n a t n o M o c r a M © i l l e t a s s a S o i d u a C © l Dott. Marco Montanari, Odt. Claudio Sassatelli < pagina 15 radiografica, la progettazione virtuale del posizionamento delle fixtures e lo sviluppo di una guida chirurgica. L’opportunità che viene fornita seguendo queste procedure permette di migliora- re il comfort del paziente evitando di sollevare un lembo (fla- pless surgery) con una riduzione del dolore e dell’edema post- operatorio e di semplificare interventi chirurgici in situazioni gravemente atrofiche. Questa procedura, tuttavia, non è esente da rischi in quanto anche la chirurgia guidata, cosi come ogni altra disciplina, richiede una curva di apprendimento26. Verranno descritte le fasi cliniche e odontotecniche di un caso di riabilitazione implanto-protesica full-arch superiore e in- feriore finalizzata alla realizzazione di due protesi fisse avvitate, descrivendo un protocollo innovativo, semplice ed efficace. La fase chirurgica prevede il posizionamento di fixtures mediante chirurgica guidata, così da ridurre il discomfort post-operatorio e semplificare le fasi riabilitative protesiche. Caso clinico Paziente di 74 anni fortemente motivata a ripristinare una cor- retta funzione masticatoria ora compromessa da gravi abrasio- ni e dalla mancanza di alcuni elementi dentari (Fig. 1). L’esame extraorale evidenziava una ridotta esposizione degli elementi dentari, soprattutto i superiori, e un’importante riduzione del- la dimensione verticale causata da abrasioni e perdita di alcuni denti diatorici. I denti apparivano, inoltre, discromici con carie a livello dei premolari superiori di sinistra. Si può notare l’as- senza dei premolari inferiori di sinistra e dei molari superiori di destra. L’elemento 37 appariva decoronato e cariato. La paziente chiedeva un miglioramento dell’estetica per la presenza di una migrazione dentaria causata da edentulie multiple. L’analisi del sorriso mostrava una esposizione ridotta e un labbro infe- riore asimmetrico che non seguiva i margini incisali dei denti superiori e che implicava una maggiore esposizione del II e III quadrante evidenziando l’assenza dei denti diatorici in queste aree. Dalle foto extraorali si nota, inoltre, che la paziente appar- tiene alla classe muscolo-scheletrica dei brachifacciali con an- golo mandibolare ridotto (<123°), distanza naso-mento ridotta (da qui il nome di short face patient) e un importante trofismo dei muscoli masticatori che danno un aspetto squadrato alla mandibola27. Questi pazienti sono in grado di sviluppare forze masticatorie superiori alla media e che raggiungono i 900 N a livello del I molare22, 23 e che devono essere considerate quando vengono riabilitati protesicamente. In questo gruppo di pazienti è consigliabile ridurre al minimo il cantilever distale, aumenta- re lo spessore dei connettori e del framework. Alla paziente è stato chiesto di indossare degli occhiali partico- lari che permettono, grazie alla presenza di due reperi a distanza conosciuta, di previsualizzare il risultato della futura terapia pro- tesica. In questo modo la paziente può conoscere quello che sarà il risultato della terapia e l’operatore può avere sotto controllo ogni passaggio protesico dialogando in maniera più semplice e profi- cua con l’odontotecnico. È, infatti, possibile scegliere la forma, le dimensioni e il colore del dente prima della terapia implanto-pro- tesica e visualizzare il risultato ottenuto sulla foto del sorriso della paziente così da valutarne l’armonia, la simmetria e l’esposizione. L’ortopantomografia confermava la presenza di abrasioni mul- tiple e l’assenza di alcuni denti diatorici che giustificavano l’im- portante perdita di dimensione verticale (Fig. 2). Le creste alveolari apparivano ben rappresentate ed erano presenti 5 impianti inseriti circa 15 anni prima in zona 35, 36, 37, 25, 26 di cui la paziente non > pagina 3