14 Speciale < pagina 13 Discussione Lo scopo del presente studio pilota è valutare la contaminazione bat- terica di una superficie distante 35 cm dalla cavità orale dei pazienti trattati con una terapia parodon- tale non chirurgica. Come riporta- to nei risultati, nel gruppo T, uno sciacquo con acqua ozonizzata è stato effettuato immediatamente prima della FMD mostrando ef- ficacia in termini di prevenzione della contaminazione dell’aria. Il test TPC mikrocount® ha rivelato un numero significativamente in- feriore di batteri, lieviti e funghi nei pazienti che hanno ricevuto lo sciacquo pre-operatorio con acqua ozonizzata rispetto ai pazienti che hanno ricevuto uno sciacquo con acqua fisiologica. richiede, In altri campi della medicina, una recente revisione sistemati- ca ha anche raccomandato una decontaminazione orale pre-ope- ratoria mediante uno sciacquo antimicrobico16. La gestione del paziente soprattutto oggi, nuovi protocolli per ridur- re i rischi di contagio da SARS- CoV-2 e in tal senso i collutori rappresentano un valido aiuto per odontoiatri e igienisti denta- li. Dalla letteratura internazio- nale è possibile trarre una serie di procedure aggiuntive rispetto alle normali pratiche di controllo della contaminazione, già attuate da decenni in ambito clinico per evitare la diffusione dei virus Epatitici e l’HIV, e all’utilizzo dei dispositivi di protezione indivi- duale per l’operatore e barriere protettive per il riunito. In parti- colare, le indicazioni prevedono anche di far effettuare sempre al paziente uno sciacquo preopera- torio con collutorio per ridurre la carica batterica e la carica virale da SARS-CoV-2. La clorexidina è considerata da sempre general- mente il “Gold Standard”. Il clas- sico studio incrociato di Sekino e collaboratori (2004) ha riportato 1. 2. Lazaro Gamio. The Workers Who Face the Greatest Coronavirus Risk. 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The rôle of chlorhexi- dine full-mouth the one-stage in 4. 5. 6. che il collutorio alla clorexidina usato prima e dopo i trattamenti odontoiatrici riduce significati- vamente la formazione di placca (oltre a ridurre il numero di bat- teri)17. Tuttavia, altri studi hanno riportato che un uso prolungato di clorexidina ha diversi effet- ti collaterali, e che il microbiota personale dei pazienti torna nel- lo stesso pattern in cui era solito prima dell’uso della sostanza an- timicrobica. Sempre al riguardo, è stato osservato che anche negli individui sani, un cambiamento importante nella loro saliva porta a condizioni più acide e una mi- nore disponibilità di nitriti18, 19. Al giorno d’oggi, sono stati ef- fettuati studi clinici dimostran- ti la diminuzione del rischio di contaminazione batterica, trami- te sciacqui durante il trattamen- to odontoiatrico con molteplici agenti antisettici come la Clorexi- dina Gluconato, lo Iodio Povidone, il Metil Salicilato o olii essenziali come ad esempio il Tea Tree Oil20. Tuttavia, l’ozono non ha solo qualità antibatteriche e antivi- rali, ma ha anche diversi effetti terapeutici positivi se utilizzato nelle concentrazioni corrette.21 L’ozono è una molecola compo- sta da 3 atomi di ossigeno, ciò gli conferisce un elevato poten- ziale di ossidazione e un’attività antimicrobica 1,5 volte maggiore rispetto al cloruro su batteri, vi- rus, funghi e protozoi. L’elevato potere antimicrobico è dato dal- la sua capacità di danneggiare la membrana citoplasmatica delle cellule batteriche, grazie all’ato- mo libero di ossigeno. Inoltre, l’o- zono ha proprietà infiammatorie e analgesiche e stimola la guari- gione, la circolazione sanguigna e la modulazione del sistema immunitario.22 Oltre a questi be- nefici, in odontoiatria, l’ozono ha anche il vantaggio di poter essere prodotto in una soluzione liqui- da (acqua ozonizzata) o gassosa (es. Ozone DTA) e, somministra- to immediatamente ai pazienti, 7. 8. 9. treatment of patients disinfection with advanced adult periodontitis. Long-term clinical and microbiolo- gical observations. J Clin Periodon- tol. 2000;27(8):578–589. doi:10.1034/ j.1600-051x.2000.027008578.x American Academy of Periodontology (AAP). The role of supra- and subgin- gival irrigation in the treatment of pe- riodontal diseases. J Clin Periodontol. 2005;76:2015-2027. Young MP, Korachi M, Carter DH, Worthington HV, McCord JF, Drucker DB. The effects of an immediately pre-surgical chlorhexidine oral rinse on the bacterial contaminants of bone debris collected during dental implant surgery. 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Classi: Gruppo C (vetrini/pazienti) Gruppo T (vetrini/pazienti) I 0/0 1/3 II 1/3 6/18 III 6/18 3/9 IV 3/9 0/0 V 0/0 0/0 VI 0/0 0/0 Tabella III: Attribuzione della classe per ogni vetrino. Un vetrino corrisponde a 3 pazienti. perciò può essere un trattamen- to a base biologica, facile da pro- durre e, senza alcun fenomeno di resistenza ancora descritto23. Kowalsky et al. (2003) hanno evi- denziato la possibilità dell’ozono come disinfettante dell’aria per le aree interne e le superfici; inoltre, l’ozono è una molecola mobile, il che significa che è molto instabile e facilmente eliminabile negli in- terni24. L’ozono terapia può essere considerata utile come sciacquo preoperatorio a fini di deconta- minazione, nonché per ridurre la contaminazione nell’aria. Una limitazione del presente studio può essere correlata al test microbiologico utilizzato. È un test efficace e validato, ma è limi- tato solo a batteri e funghi, non a virus. Inoltre, sarebbe interes- sante confrontare diversi proto- colli pre-operatori antimicrobici, come ad esempio l’inclusione di un campione più ampio e la va- lutazione dell’efficacia dell’agen- te antimicrobico in correlazione all’indice di placca dei pazienti (considerando che alcuni pazien- ti possono avere più placca e tar- taro, contribuendo quindi a una maggiore contaminazione nell’a- ria). Altri studi hanno dimostrato che l’attivazione di virus nell’aria diminuisce in modo esponenzia- le con dosi più elevate di ozono. Tuttavia, il tipo di virus capside influenzerebbe l’efficacia dell’o- zono come disinfettante per via aerea25, 26. L’ozonoterapia è stata segnala- ta efficace contro il Coronavirus e SARS del 200327. È importante ribadire che gli sciacqui con collutori possono ri- durre la carica batterica, ma non sono in grado di eliminare i virus contenuti nel cavo orale, pertanto i consigli vertono sul minimizza- re i rischi di contagio. In ogni modo, è lapalissiano che il mondo delle cure preven- tive e dell’odontoiatria cambierà nel prossimo futuro. Sono sta- ti già divulgati nuovi protocolli per ridurre i rischi di contagio da SARS-CoV-2 e in tal senso i colluto- ri rappresentano un valido aiuto per odontoiatri e igienisti dentali nel fronteggiare la contaminazio- ne dell’aria. I cardini delle Linee Guida prevedono DPI e metodi di disinfezione più efficienti, co- stante monitoraggio e deconta- minazione dei circuiti dell’aria e dell’idrico, l’uso di aspiratori salivari grandi e ad alta velocità. A complemento di queste misure preventive atte a ridurre la diffu- 11. 2018 Dec;20(6):906-914. doi: 10.1111/ cid.12682. Epub 2018 Oct 11. Stübinger S, Sader R, Filippi A. The use of ozone in dentistry and maxillo- facial surgery: a review. Quintessence Int. 2006 May;37(5):353-9. Review. 13. 12. Genovesi AM, Marconcini S, Ricci M, Marchisio O, Covani F, Covani U. 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Sono suggeriti studi più approfonditi per valutare la disinfezione dell’aria a diverse concentrazioni di ozono, rispetto a risciacqui con altri antimicrobici orali, prima di una sessione opera- tiva odontoiatrica. Lo studio è stato condotto per motivare l’uso routinario dell’o- zono come modalità di prevenzio- ne e gestione efficace delle stesse procedure odontoiatriche. bibliografia 22. Azarpazhooh A, Limeback H. The ap- plication of ozone in dentistry: a sy- stematic review of literature. J Dent. 2008 Feb;36(2):104-16. doi: 10.1016/j. jdent.2007.11.008. Epub 2007 Dec 31. Review. 23. Nogales CG, Ferrari PH, Kantorovich EO, Lage-Marques JL. Ozone therapy in medicine and dentistry. J Contemp Dent Pract. 2008 May 1;9(4):75-84. Re- view. 24. Kowalski WJ, Bahnfleth WP, Striebig BA, Whittam TS. Demonstration of a hermetic airborne ozone disinfec- tion system: studies on E. coli. AIHA J (Fairfax, Va). 2003;64(2):222–227. doi:10.1080/15428110308984811. de Mik G, de Groot I. 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