Maggio 2020 - anno X n. 2 www.dental-tribune.com L’impronta Digitale tramite Intra-Oral Scanner. Visione clinica operativa Riccardo Scaringi, Angelo Sisti, Roberto Garrone, G. Del Maschio, Romeo Pascetta Introduzione La presa dell’impronta ha rappresen- tato da sempre un ostacolo impegna- tivo da sormontare, in cui il clinico raccogliendo tutti i dati indispen- sabili consente all’odontotecnico di poter esprimere tutta la sua capacità nel realizzare il migliore manufat- to protesico possibile1. Nello storico vissuto i materiali impiegati si sono avvicendati raggiungendo un margi- ne di precisione e di predicibilità tali da garantire buon risultato. Tuttavia diverse esigenze protesiche e le diffe- renti tecniche d’utilizzo hanno però reso altalenente il successo ottenuto nella presa d’impronta mettendo talvolta in diffi coltà il clinico. Avere un’impronta impeccabile risulta ancora oggi un risultato che richiede parecchio impegno clinico, molte sono le variabili in gioco, al- cune dipendono dai materiali, come temperatura, tasso di umidità, tem- po e forza di miscelazione, prepara- zione del cucchiaio d’impronta, altri ancora legati alla curva di apprendi- mento del clinico rispetto alla cono- scenza del materiale, al trattamento del campo di presa d’impronta o alla scelta del tipo di preparazione. Un’ulteriore problematica clinica è strettamente legata alla complian- ce del paziente, che psicologicamen- te affronta il momento dell’impron- ta come un’invasione e un senso di soffocamento pertanto è vissuta con ansia e sgradevolezza. > pagina 19 AD Presente e futuro della professione odontotecnica: intervista a Mauro Marin Presidente ANTLO Dental Tribune Italia Entrati nella fase 2 della pandemia di Covid-19, abbiamo intervistato il Presidente dell’ANTLO Mauro Marin per fare un punto della situazione sulla professione odontotecnica di oggi e futura. Siamo entrati nella famigerata fase due della pandemia. Quali sono state le più signifi cative problematiche riscontrate a seguito della fase di lockdown? Vorrei subito dire che, ovviamente, una situazione del genere nessuno di noi avrebbe potuto immaginarla, motivo per cui lo sconforto, la paura, la preoccupazione hanno colpito tut- ta la popolazione. I problemi riscon- trati quindi sono certamente comuni a tutti. Personalmente posso dire di aver vissuto questo brutto periodo sia da odontotecnico imprenditore che da dirigente di ANTLO. Nel primo caso ho subìto tutti quei momenti di angoscia e di paura dati proprio dall’assoluta impreparazione ad af- frontare un simile problema da parte di chiunque; nel secondo caso, come presidente ANTLO, insieme a tutti i dirigenti nazionali e territoriali, alle segreterie nazionali, abbiamo cerca- to di trasmettere positività ed infon- dere coraggio, rispondendo alle mille domande che ci venivano poste. fase uno, I problemi più grandi? L’assoluta mancanza di prospettive e di cer- tezze che ha fatto sì che ognuno di noi cercasse risposte e soluzioni in ogni dove, salvo poi scontrarsi con la realtà. Della l’inizio del lockdown, ricordo le innumerevoli domande: gli odontotecnici possono lavorare? Si, ma a chi faccio i miei la- vori? Se il medico mi chiama posso la- vorare? Posso andare in laboratorio? E la cassa integrazione? E i dipenden- ti? E i 600 euro? Tutte domande alle quali abbiamo cercato di rispondere insistendo però sulla necessità asso- luta di far prevalere il senso civico ed il rispetto verso il prossimo; pos- so certamente affermare che anche noi odontotecnici, anche noi ANTLO abbiamo contribuito a far rispettare l’imperativo “io sto a casa”! In questa seconda fase, come valuta le iniziative prese dal Governo a supporto della professione? Quali aspetti ritiene che non siano stati adeguatamente considerati? Mi si permetta un attimo di chiarezza. Noi odontotecnici apparteniamo ad una categoria molto ampia, di fatto siamo artigiani e a questa categoria apparteniamo. Le iniziative del gover- no sono tese a supportare le necessità anche degli artigiani, dei piccoli im- prenditori, delle micro imprese, quindi anche dei laboratori odontotecnici. Detto questo, appare evidente che tutto ciò che il governo ha messo in campo certamente non basta, non è suffi ciente per nessuno! Nel nostro specifi co caso, invece, la situazione se vogliamo è ancor più paradossale: gli odontotecnici svolgo- no un lavoro subordinato ad un’altra categoria, oltretutto ad alto rischio di contagio. Gli odontotecnici non han- no, pur non avendo avuto obbligo di chiusura, lavorato! Alcune regioni han- no escluso dalla possibilità di ricevere sovvenzioni o contributi quelle attività che non hanno avuto obbligo di chiu- sura. Più di una volta siamo intervenu- ti nei confronti delle istituzioni ram- mentando la situazione specifi ca dei titolari di laboratorio odontotecnico, provenienti oltretutto da una situazio- ne economica in evidente sofferenza, considerando che l’ultimo decennio ha evidenziato un minor accesso dei citta- dini alla cure odontoiatriche che con- seguentemente ha provocato una crisi della fi liera a cui appartiene il mondo odontotecnico. > pagina 18