liale. In una revisione, Koo et al.7 suggeriscono che il rimodellamento crestale e la perdita os- sea sono maggiori in presenza di connessioni esterne che interne, anche grazie al concetto del platform-switching, che permetterebbe la creazione di uno spazio biologico e di un tessuto molle più stabili, in grado di ridurre la perdita ossea marginale. Rodríguez-Ciurana et al.8, invece, mettono in relazione la rispo- sta biomeccanica e il riassorbimento ossei con diversi tipi di configurazioni delle connessioni, ed osservano che il migliore risultato esiste quando coesistono una connessione interna e un mismatching abutment, grazie ai quali il rimodellamento osseo e la distribuzione dello stress biomeccanico sono più favorevoli. E De- gidi et al.9 dimostrano che il 90% degli impian- ti posizionati in posizione sottocrestale e con connessione tipo cono morse permettono che il livello della cresta ossea si mantenga, dopo un anno, a livello della spalla dell’impianto o sopra di essa. Infine, Sasada et al.10 indicano dei possibili fattori che potrebbero influire nella funzione positiva del platform-switching sulla perdita ossea orizzontale e verticale: la profondità dell’impianto e la conseguente di- stanza spalla-cresta che protegge l’impianto stesso da qualsiasi eventuale microfiltrazione batterica; la ricopertura connettivale del mi- crogap impianto-abutment, che apporterebbe una maggiore stabilità e protezione; la connes- sione interna tipo cono morse, in quanto mi- nimizzerebbe la filtrazione dei microorganismi e, quindi, aumenterebbe la stabilità tissutale; infine, una maggiore altezza dell’abutment si assocerebbe a una minor perdita ossea. In concordanza con tale ultimo principio, infatti, va evidenziato che sempre, nei casi sopra de- scritti, la scelta dell’altezza dell’abutment è la maggiore che il tessuto molle possa ammette- re, al fine di lasciare la massima ampiezza bio- logica possibile, fondamentale per la forma- zione di un tessuto sano e stabile, soprattutto in presenza di un biotipo sottile. Inoltre, come già spiegato, la cura di dettagli fondamentali quali il fresato, l’assenza di tensione corticale e la posizione sufficientemente sottocrestale dell’impianto da un lato, e un buon disegno protesico associato a una occlusione corretta nella riabilitazione a carico immediato dall’al- tro, sono fattori determinanti per il successo della tecnica e per la stabilità dei tessuti. _Conclusioni La riabilitazione full-arch uni e bimascellare con impianti a carico immediato si dimostra industry report _ riabilitazioni full-arch una tecnica affidabile e permette, grazie a una corretta strategia implanto-protesica e alla scelta di abutments adeguati, di ottenere una soddisfacente preservazione dei tessuti duri e molli e un rimodellamento osseo prevedibile, con un livello osseo marginale al di sopra della spalla dell’impianto o al livello della stessa. _bibliografia 1. Gallardo Y., Da Silva-Olivio I., Gonzaga L., Sesma N., Martin W.. 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