predicibilità del risultato finale: nel caso clinico pre- sentato, la scelta è caduta su impianti caratterizzati da una spira fortemente aggressiva allo scopo di ot- timizzare la stabilità primaria anche in condizioni di scarso supporto osseo residuo e da una superficie trattata di tipo DAE Micro e Nano rugosa per favorire i processi rigenerativi, soprattutto per quanto riguar- da l’ampia porzione di superficie implantare esposta. Risulta evidente come, rispetto al passato, quan- do la programmazione di una riabilitazione implan- tare era effettuata esclusivamente per mezzo di indagini radiografiche di 1° livello quali, ad esempio, l’esame ortopantomografico (OPT) o le radiografie endorali, questo compito sia oggi decisamente più semplice, accurato grazie all’impiego di software di imaging tridimensionale espressamente dedicati21. Un ulteriore vantaggio di questo tipo di approccio risiede nel suo impatto comunicativo nei confronti del paziente: la possibilità di pre-visualizzare la condizione anatomica di partenza e simulare il corretto posiziona- mento degli impianti permette di trasmettere effica- cemente al paziente stesso ogni fase dell’iter terapeu- tico in maniera comprensibile e immediata. Nel caso clinico presentato, la simulazione dell’inserimento implantare mediante un programma di diagnosi e progettazione tridimensionale lasciava emergere la presenza di una rilevante atrofia ossea peri-implantare: il poter rilevare e trasmettere tem- pestivamente questa condizione ha consentito di informare e motivare il paziente oltre che di pianificare al meglio l’intervento di Rigenerazio- ne Ossea Guidata (G.B.R.) con membrane di tipo non riassorbibile in PTFE. Va infine osservato come il clinico, posto di fronte a queste nuove possibilità, debba in ogni caso impe- rativamente considerare il rapporto tra il numero di informazioni acquisite, vantaggi nella comunicazio- ne al paziente, aumento dei costi e rischio biologico; è pertanto auspicabile, da parte del professionista, il mantenimento di un atteggiamento rigorosamente critico sulla reale necessità di prescrivere un esame aggiuntivo e sul rapporto costi-benefici dello stesso22. _Conclusioni L’integrazione tra le procedure di Rigenerazione Ossea Guidata (G.B.R.) e la possibilità di diagnosi e pianificazione pre-chirurgica offerta dagli attuali software per ricostruzione tridimensionale permet- te di ottenere risultati estremamente predicibili e facilita notevolmente la possibilità di visualizzare, prevedere e discutere con il paziente eventuali cri- ticità presenti all’interno del piano di trattamento; inoltre, dal punto di vista chirurgico, la scelta ra- gionata di impianti caratterizzati da una macro e microgeometria adeguata, risulta essenziale per migliorare la predicibilità del risultato finale. case report _ G.B.R. _bibliografia 1. 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