14 Pratica & Clinica Cosmetic & Endo Tribune - Novembre 2019 Irrigazione Laser Attivata (LAI): tecnica SWEEPS Giovanni Olivi*, Matteo Olivi** * Università Cattolica del Sacro Cuore Master Laser Dentistry ** Attività privata in Roma L’Endodonzia si è progressivamente giovata dell’introduzio- ne delle nuove tecnologie. La diagnosi radiologica tridimen- sionale pre e post-operatoria (Cone-Beam) è di grande aiuto nel dirimere dubbi diagnostici-prognostici sulla terapia. A livello intraoperatorio, il microscopio ed il rivelatore elet- tronico apicale ci aiutano a rispettare l’anatomia a diversi livelli dell’elemento dentale, dalla cavità d’accesso al terzo apicale. Nuovi protocolli di sagomatura ed utilizzo di leghe nichel-titanio molto performanti permettono preparazioni semplificate dei canali a diametro/conicità ridotta, con ri- duzione dei tempi di lavoro e maggiore conservazione del- la struttura dentale. La ridotta durata della terapia e la di- minuita strumentazione meccanica, hanno ridotto però il tempo di contatto delle superfici canalari con gli agenti de- contaminanti (detersione chimica e meccanica), ed in que- sta ottica, migliorare la fluidodinamica degli irriganti nello spazio endodontico ha un ruolo importante. Peraltro, la detersione meccanica operata dalla strumen- tazione si è dimostrata parzialmente inefficace lasciando porzioni significative della superficie canalare non toccate dagli strumenti1. La complessa anatomia dei canali radico- lari e la limitata profondità di penetrazione degli irriganti comunemente utilizzati nello spazio endodontico, limitano poi la loro capacità di detergere e disinfettare completa- mente il sistema canalare tridimensionalmente2, 3. È stato riportato come la preparazione chemo-meccanica rimuova solo parzialmente i tessuti vitali e necrotici dall’ingresso dei canali laterali e delle ramificazioni apicali, lasciando i tessuti adiacenti infiammati con associata patologia perira- dicolare4. Nel presente lavoro viene spiegato il ruolo del laser nell’implementare l’attività degli irriganti comunemente usati in endodonzia (LAI), come alternativa ai metodi attual- mente utilizzati quali, agitazione manuale (HDI), riscalda- mento, passive ultrasonic irrigation (PUI), sistemi sonici (SI), irrigazione a pressione negativa (ANP). Attualmente ci sono diverse tecniche laser per attivare gli irriganti endodontici (LAI), frutto delle diverse ricerche e diverse tecnologie uti- lizzate, che variano per alcuni punti fondamentali. Lunghezza d’onda Il minimo comune denominatore della LAI è la lunghezza d’onda utilizzabile a tale scopo: i laser della famiglia Erbium (Er,Cr:YSGG 2780nm e Er:YAG 2940nm) sono infatti gli unici assorbiti dall’acqua, componente base degli irriganti (83% e 95% delle comuni soluzioni irriganti di EDTA 17% e NaOCl 5%), e quindi in grado di interagire con essa. Quanto maggiore è il coefficente di assorbimento della molecola per una lunghezza d’onda tanto minore sarà l’energia necessaria per ottenere il suo assorbimento (Fig. 1). L’energia laser viene assorbita dall’ac- qua delle soluzioni irriganti, che aumenta rapidamente di tem- peratura sino a raggiungere l’ebollizione con la formazione delle tipiche bolle di esplosione (fenomeno primario foto-ter- mico/foto-acustico) che in rapida successione generano il suc- cessivo fenomeno di cavitazione nel lume canalare5-8 (Fig. 2). Peak Power ed energia subablativa Concetto fondamentale, che spiega l’efficienza di un sistema rispetto ad un altro, è la potenza di picco emessa dall’impulso laser, funzione dell’energia applicata e della durata dell’impul- so, secondo la formula: potenza picco = energia/durata impulso Fig. 1 - A circa 3000 nm di lunghezza d’onda (Erbium YAG a 2940 nm), l’asse delle ascisse incrocia, sull’asse delle ordinate, il picco del coefficente di assorbimento dell’acqua. Il laser Er,Cr:YSGG a 2780 nm presenta un assorbimento per l’acqua 3 volte inferiore. Fig. 2 - Rappresentazione sperimentale del fenomeno primario di esplosione-implosione, utilizzando laser Er:YAG LightWalker AT, Fotona e punta SWEEPS-Radial 400 micron). A sinistra esplosione dell’acqua intorno alla punta laser a pochi microsecondi dall’impul- so generato. Al centro implosione della bolla; notare le bollicine di cavitazione già presenti nello spazio canalare. A destra, formazione di bolle di cavitazione secondaria dopo l’implosione della bolla. Fig. 3 - A sinistra: impulso di 20 mJ emesso con im- pulso SSP di 50 microse- condi. A destra: impulso di 20 mJ emesso con impulso USP di 25 microsecondi. A parità di energia emessa, un impulso più corto pro- duce un PeakPower doppio, con bolla di volume mag- giore e superiore efficenza fluidodinamica. Mantenendo l’energia applicata a livelli subablativi, per evitare effetti termici ed ablativi indesiderati (20 mJ o meno), impulsi di durata molto corta (25-50 microsecondi) produrranno nel- la soluzione irrigante un efficente fenomeno di esplosione- implosione con generazione di cavitazione nel sistema a valle dell’area di appllicazione. Maggiore è la potenza di picco di ogni impulso, maggiore sarà la spinta pressoria generata dal fenomeno primario di esplosione della bolla (Fig. 3). La poten- za di picco di un laser dipende dal livello tecnologico di co- struzione dei diversi macchinari. Posizione della punta laser Una potenza di picco elevata, strettamente correlata alla du- rata di impulso dei diversi laser ad Erbium utilizzati, spiega il perchè della diversa energia utilizzata e della diversa posizione della punta, posizionata a diversi livelli nel canale, nelle diver- se tecniche pubblicate in letteratura. Impulsi generati con alta potenza di picco creano fenomeni primari di esplosione e se- condari di cavitazione anche a distanza dall’area di interesse (terzo apicale). Non si ha più una irradiazione diretta della su- perfice canalare, con i suoi effetti collaterali indesiderati, bensì una irradiazione della soluzione acquosa irrigante (ipoclorito di sodio o EDTA) che attivata esercita più efficacemente la sua attività (decontaminate, detergente, chelante). La punta può essere in movimento nel canale e ritirata lentamente verso la camera pulpare o può essere utilizzata ferma o con piccoli movimenti nel terzo apicale o terzo medio del canale9, 10. Gra- zie all'elevata potenza di picco prodotta anche a bassa energia (200-400 W a 10-20 mJ con impulsi di 50 microsecondi, SSP con laser Er:YAG), la tecnica PIPS prevede invece lo specifico posizionamento della punta laser, non inserita nel canale, ma tenuta ferma in camera pulpare dove avviene l’attivazione dell’irrigante. Vantaggi correlati con l’utilizzo della sorgente laser in cavità d’accesso La posizione della punta in camera pulpare comporta innume- revoli vantaggi, proponendo nuove possibilità terapeutiche in endodonzia. L’irrigazione laser attivata in camera pulpare: - può iniziare già dopo l’apertura della cavità d’accesso con progressiva riduzione della carica batterica, prima ancora del sondaggio e preparazione dei canali; - potenzia l’attività di dissoluzione del tessuto pulpare del NaOCl sin dall’inizio della terapia, riducendo la possibilità di dislocare residui pulpari lateralmente ed apicalmente durante la strumentazione; - permette di irrigare canali sottili e/o lunghi con la stessa semplicità di canali larghi; - produce in canali sottili, in accordo con i principi della flu- idodinamica, un più efficace e veloce flusso di fluidi in direzio- ne apicale, ma con ridotta forza pressoria (paradosso idrodina- mico o effetto Venturi); - fornisce irrigazione in tutto lo spazio endodontico allo stesso tempo, distribuendo e quindi diminuendo la pressione idrodinamica emessa; - è di grande aiuto in canali calcificati o nei ritrattamenti. Questa tecnica è stata descritta la prima volta nel 2006 come tecnica PIPS (Photon-Induced-Photoacoustic-Streaming) e pubblicata dal 201011-13. Oggi la tecnologia PIPS è stata aggior- nata, migliorata e presentata come tecnica SWEEPS (Shock-Wa- ve Enhanced Emission Photoacoustic Streaming). Vantaggi correlati con l’utilizzo della LAI L’ipoclorito di sodio (NaOCl) è l’irrigante più comunemente usato in endodonzia per la sua attività antimicrobica e di dis- soluzione tessutale. Molti fattori influenzano la sua efficacia: l’ottimizzazione della tensione superficiale, la sua concentra- zione, la temperatura, la sua agitazione e flusso. Studi hanno dimostrato che l’effetto dell’agitazione sulla soluzione di Na- OCl è risultato più efficace di quello della temperatura, produ- cendo una dissoluzione tessutale più veloce14. Altri studi han- no comparato diverse tecniche di attivazione dell’ipoclorito di sodio: concentrazione, pH, tempo, PUI e LAI, verificando che l’attivazione laser dell’irrigante ha prodotto una maggiore velocità di reazione del NaOCl nel produrre ioni cloro attivi15. La maggiore attività dell’ipoclorito di sodio dopo attivazione laser si traduce clinicamente con superiore possibilità di deter- sione e decontaminazione dei canali radicolari e con un conte- nimento dei tempi, come riportato in diversi studi comparati- vi di diverse tecniche LAI e PUI6, 13, 16-20. Tecnologia SWEEPS SWEEPS rappresenta l’evoluzione tecnologica di PIPS. Il laser è lo stesso Er:YAG (2940 nm), le punte utilizzabili sono due, ci- lindriche con terminale piatto o con terminale conico-radiale. Dopo numerosi studi, il diametro ottimale scelto è di 400 mi- cron, con due lunghezze, per denti anteriori e posteriori (9-14 mm). La punta va posizionata sempre nella cavità d’accesso. L’impulso singolo di 50 microsecondi di PIPS (Super Short Pul- se, SSP), è ora affiancato da un impulso più corto (25 microse- condi UltraShort Pulse, USP) per potere gestire clinicalmente al meglio la potenza di picco e conseguentemente l’onda pres- soria di irrigante generata. Oltre all’impulso singolo ultra- corto è stata introdotta l’emissione dell’impulso doppio, con > pagina 15