4 attualità Dental Tribune Italian Edition - Novembre 2019 Attuale sistema di formazione continua obbligatoria per odontoiatri Intervista al dott. Stefano Almini < pagina 1 Malgrado questo, nel 2016 più del 40% dei professionisti non è riuscito ad aggiornarsi e completare i 150 cre- diti del triennio formativo e quindi, dal prossimo triennio, dobbiamo aspettarci le sanzioni ordinistiche per chi non sia in regola con i pun- teggi. Il decreto attuativo della legge sulla sicurezza delle cure prevede che dal 2023 si valuti il mancato aggior- namento, attestato dai crediti ECM, ai fini dell’eventuale condanna del medico portato in giudizio per un danno a un paziente. Come evitare conseguenze a professionisti con ra- gioni valide per trovarsi pochi punti sotto fabbisogno? A Bari sono state annunciate decisioni importanti del- la Commissione Nazionale Formazio- ne Continua, come riferito da Roberto Stella, Coordinatore Nazionale Area Formazione FNOMCeO e membro della Commissione: «Molti colleghi, non solo medici, sono lontani dall’a- ver soddisfatto il debito formativo. Spesso, il mancato aggiornamento non è colpa loro… ed è stato difficile sobbarcarsi tutte le spese per molti liberi professionisti. La Commissio- ne ha fin qui consentito di utilizzare il triennio formativo 2017-2019 per recuperare anche i crediti mancati nel precedente triennio 2014-2016, di ottenere 30 crediti di riduzione se nel triennio 2014-2016 si era acquisito un alto numero di crediti, di totalizzare fino al 20% dei crediti con autoforma- zione, strumento fin qui purtroppo sotto-utilizzato». Negli anni recenti la Commissione Nazionale ECM ha cercato di miglio- rare i punti critici e la rigidità delle re- gole ha lasciato il posto ad una mag- giore flessibilità, come ad esempio la possibilità di utilizzare la FAD al 100% come strumento di aggiornamento, come pure per i professionisti dei ter- ritori colpiti dai terremoti del 2016 e 2017; la Commissione ECM a fine lu- glio ha ridotto da 150 a 75 il numero di crediti formativi dell’attuale triennio. Dalla fine del 2019 i provider han- no 3 mesi di tempo per trasmettere i crediti conferiti. Anche la FNOMCeO sta facendo la sua parte: sul portale, in corrispondenza della piattaforma della Fondazione Piero Paci, tra i vari FAD c’è il progetto C.A.R.E. (Consa- pevolezza, Ascolto, Riconoscimento, Empatia) – prevenire, riconoscere, di- sinnescare l’aggressività e la violenza contro gli operatori della salute che permette di acquisire 50 crediti in una settimana di frequenza. Per chia- rire i punti fondamentali del sistema ECM rivolgiamo qualche domande al massimo esperto in Italia, il dott. Ste- fano Almini, presidente CAO (Coordi- namento Albo Odontoiatri) Bergamo, già componente della Commissione Nazionale ECM e attualmente unico odontoiatra nella Commissione ECM regione Lombardia. Il dott. Almini terrà un seminario con 5 crediti ECM dal titolo “ECM: Come, dove, quando, perché!” martedì 28 gennaio 2020, ore 19-22, proposto gratuitamente dall’Ordine dei Medici e degli Odon- toiatri di Torino presso Villa Raby, corso Francia 8, Torino. Dott. Almini, acronimo ECM: vale a dire? La risposta può essere semplice e bana- le: Educazione Continua in Medicina. Quale significato contiene questo acronimo? La risposta si basa solo sui termini che siamo abituati ad immaginare quando si parla in generale di edu- cazione. ECM appare soltanto come un sistema che impone un percorso educativo, che già non piace come formulazione, né si presenta in modo accattivante. Il laureato in medicina o odontoiatria ha forse bisogno di esse- re educato? Deve forse ritenere neces- sario un percorso imposto di forma- zione (come una sorta di educazione), un obbligo di aggiornamento? Ma formazione che è “ in continuum” , ovvero non ha termine ma ha solo inizio. Medicina, come parola e concetto derivanti dal greco, ap- porta il valore di “prendersi cura” di ciò che facciamo, qualunque attività sia. Potrei allora tradurre l’ECM in: «Caro collega, cerca di dare una direzione alle tue azioni che, in modo costante, richiedono cura perché si prendono cura del paziente». Un significato che pia- cerebbe a Ippocrate, a un Ordine Professionale e non a un franchi- sing odontoiatrico. Dott. Almini, perché si chiamano “crediti” ECM? Potrei rispondere perché con la forma- zione si è sempre in credito. Ma nella real- tà dei fatti la scelta di questa parola cre- do sia stata orientata dalla precedente accezione del termine che, come credito formativo, intendeva la strutturazione intellettuale di un credito professionale, inteso come il valore della credibilità del- le competenze che appartengono al pro- fessionista sanitario, formato e laureato grazie ad un percorso universitario ma anche aggiornato nel tempo. cetto di valore professionale nei paesi anglosassoni, nei quali l’aggiornamen- to professionale è delegato alla singola coscienza professionale, come risposta etica alla domanda di salute e terapia del paziente. Questo percorso di auto- certificazione dell’aggiornamento è tipicamente affidato a coloro che, per consuetudine mentale, sono da sempre abituati al rispetto del Sistema/Stato a cui appartengono, autocertificazione in un percorso di competenza al quale si abbina al concetto di “crediti”, come ve- rificabilità degli organi deputati al con- trollo (randomizzato) degli iscritti agli Ordini professionali. Questa visione di documentare il proprio percorso (solo su richiesta degli Ordini, in una casuale estrazione di iscritti che poi dovranno documentare il loro aggiornamento, pena l’eventuale sospensione) forse non avrebbe potuto essere ripetibile in altre nazioni europee meno inclini ai concetti della libera volontarietà e delle autodichiarazioni. L’Italia, per esempio, ha precisato nella propria Costituzione il Diritto alla Salute (art.32) e ha attivato una sanità pubblica universalistica, che necessita di un codice di verifica nume- ricamente definito, corrispondente ad anche no, diremmo immediatamente con un linguaggio sfacciato. Qual è allora il significato profondo dell’ECM? Le radici delle parole sono i loro etimi. Gli etimi esprimono il fo- cus iniziale del messaggio origi- nale che nel tempo può perdersi o banalizzarsi. Educazione, come sintesi di due parole latine (“ duce- re” come verbo e “actio” come so- stantivo), indica la volontà di dare un senso di marcia alle azioni, un comando orientato all’agire. Con- tinua, in questo caso come avver- bio, indica che la temporalità della Dove e quando è stato ideato questo sistema di controllo inerente all’aggiornamento professionale? Il concetto di dedicare tempo alla for- mazione è già scritto nel Giuramento di Ippocrate nel 300 a.C. Nulla di nuovo sotto il sole, anzi una promessa antica, come dedica del proprio tempo profes- sionale finalizzata a rispondere alla fi- ducia del paziente che ci sceglie, in libe- ra professione, in quanto depositari di scienza, ma anche di coscienza. L’Italia non ha inventato l’ECM in questo senso perché il merito di questa promessa di aggiornamento appartiene al mondo greco. Tuttavia si sviluppa come con- un monte ore di tempo/valore destina- to all’aggiornamento. Questi crediti hanno quindi un riconoscimento sul territorio europeo? Come all’inizio degli anni duemila l’euro diventò la moneta europea, eli- minando i franchi francesi, i marchi tedeschi, i fiorini olandesi e le lire ita- liane, e le barriere doganali sparirono dai valichi di frontiera, così anche per i professionisti sanitari arrivò la libera circolazione nei paesi europei, secondo un mutuo riconoscimento dei percorsi di laurea. Questo spiega perché i 150 crediti, come valore numerico stan- Il dott. Stefano Almini dard del triennio formativo in Italia, è lo stesso in altre nazioni europee, sal- vo alcune come la Francia che hanno scelto la quinquennalità formativa, mentre in Italia esiste la triennalità. Co- munque avere un obbligo di 150 crediti in 3 anni o 250 in 5 anni corrisponde alle stesse regole e agli stessi numeri. Esiste attualmente qualche novità riguardo alla triennalità? Grazie per questa domanda. Dal triennio formativo ECM precedente, a cui ho partecipato, abbiamo elimina- to in Commissione le rigide “barriere” delle singole annualità di un triennio. Intendo dire che mentre negli anni passati i 150 crediti dovevano essere “raggiunti” secondo una temporalità di 50 crediti all’anno, oggi non esisto- no limiti annuali: infatti i 150 crediti appartengono al triennio nella sua to- talità come entità globale, permetten- do la gestione dei crediti con maggio- re elasticità in un arco di tempo meno assillante della singola annualità. Dott. Almini, l’ECM esiste anche per professionisti in ambiti non sanitari come commercialisti, ingegneri, avvocati e altri? Sì, sebbene non conosca i dettagli, so per certo che, per esempio, il sistema dei crediti è molto severo per i giorna- listi; per gli avvocati i crediti formativi hanno un percorso di singole annua- lità mentre i commercialisti devono raggiungere 90 crediti in un triennio, con un minimo di 20 all’anno, di cui 3 crediti obbligatoriamente dedicati a materie di deontologia e riciclaggio. Questo significa che ogni professione risponde alla propria coscienza e che, anche se perfettibile, migliorabile, im- plementabile, il sistema della forma- zione continua è richiesto come un requisito della attività professionale. Nel nostro caso, la legge che specifica la formazione continua come requisi- to per operare in capo sanitario è del 1992, dunque qualche anno è passato. Quale ente si occupa degli ECM? Occorre distinguere due entità distinte ma sinergiche: Agenas e Cogeaps. Non entro nel dettaglio per spiegare parola per parola il significato di queste sigle. Potrei invece proporre l’immagine di Agenas come la Casa Comune intellet- tuale, quella in cui sono progettati gli obiettivi formativi, la quantificazione dei crediti, le regole che il provider deve osservare. Cogeaps, come immagine di facile impatto, potrebbe corrispon- dere alla Banca, una banca dati, ov- vero la banca delle anagrafiche, cioè il contenitore delle anagrafiche di ogni > pagina 5