Expodental Meeting • Rimini 17 Intervista: la battaglia tra il digitale e l’analogico L’uso delle tecnologie digitali in odontoiatria è in ascesa, un fatto di cui sono ben consapevoli i dottori Galip Gurel e Stefan Koubi e l’odontotecnico Hilal Kuday. Sono convinti che l’uso della moderna tecnologia sia un trend in crescita in tutte le aree e sarebbe un er- rore credere che questo non avverrà in ambito odontoiatrico. Ulya- na Vincheva, Managing Director of Dental Tribune Bulgaria and Publisher of Dental Tribune Bulgarian Edition, ha avuto modo di parlare con loro riguardo la conferenza tenuta durante il meeting “Competence in Esthetics” in Serbia il 10 Novembre 2018 organiz- zato da Ivoclar Vivadent. Le hanno raccontato del loro grande inte- resse per l’odontoiatria digitale e della loro visione sull’imminente futuro, in cui credono che saranno incluse anche la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale. i a v e h c n V a n a y l U © Da sinistra: Hilal Kuday, Dr Stefan Koubi & Dr Galip Gurel alla conferenza tenuta durante il meeting “Competence in Esthetics” in Serbia il 10 Novembre 2018 Voi siete tre dei maggiori esperti di odontoiatria al mondo e lavorate insieme come una squadra, ma siete anche buoni amici, vero? Koubi: Certo! Un buon team di lavoro è possibile solo tra persone che si piac- ciono a vicenda. Durante il vostro intervento avete parlato su “lo Smile Design più personalizzato”. Qual è il punto? Credete all’approccio individualizzato per ogni caso clinico? E come può questo integrarsi in un flusso di lavoro completamente digitalizzato? Gurel: Come ho spiegato durante l’in- tervento, abbiamo lavorato su questo aspetto per anni. Prevede un approccio personale. L’approccio e la valutazione del sorriso del paziente dipende dal- la propria intuizione. Anche seguendo questo protocollo, bisognerebbe avere qualche prova. A volte i risultati sono superbi; altre volte i pazienti non apprez- zano il risultato. Il nostro flusso di lavoro si basa su un design del sorriso perso- nalizzato che non conoscevamo fintanto che non abbiamo iniziato le nostre ricer- che. All’inizio, quando abbiamo iniziato a condividere tra di noi i casi, abbiamo selezionato solo i migliori, cercando di capire quali parti dello smile design andava di pari passo con il paziente. La percezione del paziente dipendeva da aspetti fisici, che non potevamo cam- biare, o da aspetti attinenti la persona- lità? Abbiamo sezionato tutti i sorrisi e provato ad analizzare, per esempio, da cosa dipendesse l’asse dei denti o la loro forma. Fatto ciò, abbiamo incrociato le analisi dei casi e ottenuto alcuni risul- tati inseriti poi in un software di analisi dei dati. Questo programma si basa su centinaia di algoritmi e, più recente- mente, abbiamo sviluppato un softwa- re basato sull’intelligenza artificiale in grado di dimostrare che lo smile design è adatto ai pazienti perché si conforma alle loro caratteristiche fisiche e carat- teriali. Questa è la ragione per la quale abbiamo iniziato ad usare il programma. Il primo step è stato il VisagiSmile che ci ha fornito immagini in 2D. Questo software è interessante per chi si occu- pa di estetica. Se mostro il programma a Hilal o Stefan, loro lo capiranno e lo illustreranno al paziente come fosse un mock-up o un wax-up, ma per la mag- gior parte dei dentisti non è un compi- to così facile. Il problema principale è che molti dentisti non sono in grado di trasporre le immagini del software nel- la bocca del paziente. Abbiamo capito che molti dei nostri colleghi non usano i mock-up. Prendono un’impronta, la inviano al laboratorio e l’odontotecnico prepara il wax-up. A quei tempi, i tecnici di laboratorio non avevano altro mate- riale di supporto. Avevano solo qualche fotografia e un modello in cera e cer- cavano, su questo, di costruire l’intero caso. Niente era personalizzato. Tutto è cambiato nel momento in cui abbiamo realizzato che il nostro IT team avreb- be potuto trasformare il 2D in 3D. Così è nato Rebel. Grazie ad esso possiamo trasferire tutta questa conoscenza all’in- terno di un wax-up in 3D che può essere mandato al dentista per la stampa tridi- mensionale, poi per le impronte e infine per la bocca del paziente. Questa è stata la cronologia di come lo Smile Design personalizzato è diventato realtà. Come ho spiegato durante l’inter- vento, quando usi Rebel ci sono alcuni campi obbligatori che hai bisogno di compilare, come le fotografie facciali, lo scanning intra-orale, il questionario, le tue preferenze e quelle del paziente. Per esempio, se volessi ottenere un aspetto leggero sulla superficie, o uno duro o liscio, devi inserire questa infor- mazione all’interno del software. Il 90% delle informazioni richieste può essere inserito con un click, niente di più. Alcu- ne informazioni devono essere inserite in formato testo, ma sono molto poche e pertanto posso affermare che Rebel sia davvero facile da usare. Dal punto di vista tecnico, se invii un caso senza scrivere nulla ma mandando soltanto le informazioni precedentemente registra- te con un click e le opzioni selezionate, avrai un wax-up digitale al 100%. Pro- babilmente solo un 5% delle informa- zioni deve essere inserita manualmente dai clinici al fine di completare lo smile design. Che io sappia, ad oggi, è l’unico software in grado di fornire istantanea- mente un wax-up in formato digitale 3D al 100%. Qualche anno fa avete enfatizzato l’importanza di una comunicazione appropriata con i tecnici di laboratorio. In questo, Rebel è di aiuto? Gurel: Penso che Rebel sia uno stru- mento affascinante per chi si occupa di ceramica – e non sto parlando soltanto per gli specialisti di protesi in ceramica come Hilal, che è una superstar nel set- tore e un professionista eccellente. Per la maggior parte dei tecnici di laboratorio, Rebel rappresenta un ottimo strumento e un’immediata opportunità per creare wax-up in 3D non solo per gli aspetti estetici, ma anche per la sua perfetta adattabilità alla morfologia facciale del paziente e alla sua personalità. All’inizio quando abbiamo iniziato il beta testing sul nostro progetto e fatto relazioni ai dentisti e agli odontotecnici, questi ulti- mi sono stati i primi ad abbracciare l’idea perché si sono resi conto che la loro vita sarebbe stata agevolata. Anziché spen- dere ore a incidere e intagliare i wax-up privi di altre informazioni e parametri necessari, con Rebel possono ottenere un accurato wax-up pronto in una man- ciata di secondi. Certamente possono sempre apportare delle modifiche. Nel mio intervento ha visto come possono essere tradotti magicamente tutti i det- tagli, quali l’aspetto della superficie e la forma dei denti, tramite la stampa in 3D o CAD/CAM al fine di testare la bocca del paziente anche prima di iniziare la preparazione del dente. Dott. Koubi, quali sono i benefici della tecnologia digitale per i dentisti? Koubi: Vorrei soffermarmi brevemente sulle due precedenti domande. Parlan- do in generale, ci sono due realtà. Una riguarda le aspettative del paziente. Il paziente vorrebbe sempre ottenere un sorriso personalizzato, non uno stan- dard. Il secondo aspetto riguarda le abili- tà del tecnico. Molti odontotecnici hanno una loro specifica firma, il loro personale stile e tendono a ripeterli con ogni caso. Sto parlando della maggioranza dei tecnici, non delle eccellenze. La bellez- za del software è che hai una libreria digitale e puoi includere tutti i modelli e forme dei denti. Dopodiché, puoi giocare con il software e apportare alcune modi- fiche. Il problema è che la maggior parte dei dentisti non sono capaci a fare prove ed esperimenti con il software perché non hanno la conoscenza o l’abilità per farlo. Questo è il principale problema con lo Smile Design: i dentisti non han- no le competenze d’uso del software e i tecnici di laboratorio hanno sempre la stessa unica firma. Rebel sviluppa una soluzione, dandoti il vantaggio di cerca- re altre soluzioni per i grattacapi dello smile design. Bisogna essere realistici: molti dentisti non sono in grado di usare il software o il Keynote in modo accura- to; siamo dentisti, non ricercati oratori, o semplicemente non abbiamo abbastan- za tempo da poter dedicare ore davanti allo schermo del computer. I protesisti non hanno la conoscenza o l’abilità per le differenti morfolo- creare gie di denti, anche perché esistono più di 12.000 differenti forme di denti. È qui che interviene Rebel: è un algoritmo che supporta il dentista in questo compito. Tornando alla domanda, il vantaggio per i dentisti è la sua praticità d’uso – devi solo inserire la presa e avviarlo! Rebel fa risparmiare molto tempo e garantisce un prodotto di qualità, pertanto incontra i bisogni di ogni dentista! tutte Sig. Kuday, vorresti aggiungere qualcosa riguardo questo argomento? Kuday: Come odontotecnico, vorrei dire che il flusso di lavoro digitale è uno strumento su cui si può sempre contare. Se si integra la tecnologia digitale nella pratica quotidiana, si migliora sicura- mente la qualità del proprio lavoro. Noi odontotecnici studiamo anatomia, bio- logia e morfologia e facciamo parte del team, quindi se i dentisti non rispettano il nostro lavoro come tecnici di laborato- rio e non ci inviano tutte le informazioni necessarie per creare restauri protesi- ci belli e ben aderenti, in questo caso abbiamo le mani legate. Fortunatamen- te pratico con esperti dentali come Drs Gurel e Koubi, che apprezzano il mio lavoro in laboratorio. Tutte le preziose informazioni che loro registrano dalla bocca del paziente, ovvero il questiona- rio in Rebel, ci danno un’idea di come assecondare la natura. Alla fine della giornata, siamo una squadra; ci sedia- mo e lavoriamo insieme per fare un otti- mo lavoro come partner. Koubi: Con Rebel, non stiamo parlan- do di sostituire il tecnico di laboratorio; stiamo parlando di sostenerlo/la e assi- sterlo/la. È molto importante tenerlo a mente. Rebel è uno strumento molto uti- le per migliorare la qualità del lavoro del tecnico al fine di creare restauri ancora più belli. Gurel: Un’altra cosa. Grazie a Rebel, ancora più dentisti, che prima avevano paura di lavorare nella zona estetica, si sposteranno verso l’odontoiatria esteti- ca. Immaginiamo che ogni paziente che ha bisogno di un trattamento estetico sia come una tela bianca. È necessa- rio creare un’opera d’arte e non tutti i dentisti sono in grado di farlo. Rebel ti dà l’opportunità di creare un capolavoro senza preoccuparti di come usarlo. Tutti gli altri programmi, come hanno già det- to Stefan e Hilal, richiedono conoscenze informatiche dettagliate al fine di creare progetti di smile design adeguati, o mol- to tempo per lavorare con le biblioteche digitali, per posizionare i denti e per sta- bilire un sorriso davvero estetico. Per il dentista essere in grado di ottenere un sorriso perfetto con un singolo model- lo è una storia completamente diversa. In questo sta la bellezza e la facilità dell’uso di Rebel. L’effetto di integrare Rebel nel mondo dentale non cancelle- rà e sostituirà tutti gli odontotecnici. Al contrario, creerà un’enorme comunità di dentisti che si occuperanno di casi este- tici, il che aumenterà il numero d’impial- lacciature, corone e ponti da realizzare. Come risultato finale, saranno necessari più odontotecnici per far fronte alle cre- scenti esigenze. Avete accennato ad alcuni vantaggi della tecnologia digitale, ma quali sono i limiti? Gurel: Beh, ci sono sempre dei limi- ti. Prima di tutto, non funzionerà nella dentizione estremamente affollata. Non dovremmo aspettarci miracoli. Rebel può affrontare casi con una situazione iniziale ragionevole, ad esempio un affollamento o una spaziatura minori. Non è obbliga- torio che la tecnica riparativa sia additiva per ogni caso. Questo è un altro grande vantaggio di Rebel, il che significa che se una parte di un dente è sporgente dall’ar- co estetico, il software non ne tiene con- to. Posizionerà la forma originale sopra la posizione ideale dell’arco, lasciando quella parte al di fuori. Il vantaggio di questo è che in un sistema tradizionale, per mettere la paraffina nella bocca del paziente, dob- biamo prima tagliare il bordo sporgente del dente e quindi realizzare il mock-up, il che significa che abbiamo già iniziato a prepa- rare i denti, e sarebbe un problema se il paziente non fosse soddisfatto. » pagina 18